Barletta, città di Maria?

Storie e leggende raccontano la nostra protettrice. Un inavvertito monumento degno di lode turistica

mercoledì 31 luglio 2013 2.16
A cura di Floriana Doronzo
Ci passiamo davanti tutte le sere, specie d'estate quando la zona del Castello è particolarmente affollata; talvolta si creano persino intasamenti da traffico pedonale e lei lì, sotto il romanico archetto del campanile della Cattedrale, a guardare i nostri corpi vagabondi. La Madonna "d nan secc' nind' " deve questa esplicativa nomea (datale dai pescatori barlettani) al gesto d'innocentizzazione (come direbbe Italo Svevo) delle sue braccia, alzate al cielo con il palmo delle mani rivolto verso l'esterno per provare la sua estraneità alle vicende che si imputavano alla città.

La sua presenza, quasi inavvertita dai passanti, è tuttavia un punto di riferimento per chi vede, in quei sacri 50 centimetri, la grande forza di reggere il peso del Campanile, della Cattedrale, della città intera. Tanti i devoti alla Vergine orante: che sia questo altorilievo o il ritratto della vergine nera, adorata nel mese di maggio nella chiesa di Santa Maria Maggiore, stiamo parlando di uno dei simboli più venerati con deferenza dal barlettano credente. Potremmo anche uscire fuori dagli schemi rituali e vedere in queste storiche presenze delle potenzialità turistiche. Alla Madonna dello Sterpeto si attribuisce una valenza protettrice perché, dopo il ritrovamento del suo quadro durante la peste che infestò la città agli inizi del '700, la pestilenza terminò. Ella fu proclamata Patrona e speciale protettrice di Barletta nel 1732 con la credenza popolare che la Madonna avesse risparmiato la città da un terremoto.

Voce di popolo, voce di Dio; ma ci verrebbe più da dire che la voce del popolo talvolta può essere il sussurro di una volontà divina che nella folla diventa storia. Tra le dimensioni colossali di Eraclio e quelle miniaturistiche della madonna sotto il campanile, Barletta è proprio a misura di turista, sia egli proveniente da Lilliput o da Brobdingnag.
Bassorilievo della Madonna © Tommaso Francavilla
Bassorilievo della Madonna © Tommaso Francavilla
Bassorilievo della Madonna © Tommaso Francavilla