Barletta celebra la cultura ebraica: «Dalla Puglia è nata l’Europa ebraica»

Si è conclusa ieri la due giorni di eventi della XXI edizione della giornata europea della cultura ebraica

lunedì 7 settembre 2020
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
«Da qui dovrà rinascere l'Europa. Un'Europa che si risvegli cantando». È la musica una delle testimonianze più importanti della cultura ebraica che, nella giornata europea ad essa dedicata, diventa simbolo della ricostruzione di un'Europa tanto segnata da quei percorsi ebraici a cui è stata intitolata questa edizione 2020, quanto lacerata dai rischi dell'intolleranza e del razzismo a cui il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto ieri le sue parole.
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«La cultura ebraica non è mai stata una cultura "parziale" – ha spiegato il rabbino Scialom Bahboutgli ebrei hanno assorbito molto delle culture dei paesi in cui sono arrivati, rielaborandole e cercando poi di darne un significato particolare».

Quest'anno più che mai la giornata europea della cultura ebraica è stata un'occasione di incontro e condivisione per ben 30 paesi europei e 90 città solo in Italia. Tra queste, anche Barletta che ha ospitato presso Palazzo della Marra, per il secondo anno consecutivo, la XXI edizione dell'evento nato nel 2000 con incontri, convegni e momenti particolarmente significativi per la tradizione che hanno rafforzato un legame più profondo di quanto si possa immaginare con la cultura ebraica.

«La Puglia – ha ricordato Scialom Bahboutè stata in qualche modo la madre dell'ebraismo europeo perché qui gli ebrei sono arrivati, si sono insediati e da qui poi sono partiti in tutta Europa a partire, almeno, dall'VIII sec. Ci sono resti in tutta la Puglia di grandi comunità. Per questo, riportare qui la giornata europea della cultura ebraica è molto importante, perché qui è nata l'Europa ebraica».

La Cittadella della musica concentrazionaria

Un legame profondo con la Puglia, quindi, che sarà rinvigorito con la realizzazione, all'interno dell'ex Distilleria di Barletta, della Cittadella della Musica concentrazionaria: il progetto fortemente voluto dal maestro Francesco Lotoro, presidente della Fondazione Istituto di Letteratura Musicale Concentrazionaria, che ha dedicato parte della sua vita alla raccolta e alla catalogazione di opere, componimenti e spartiti nati nei campi di concentramento.

È stata la musica, unendo storie e persone, a riempire quei luoghi oscuri della geografia europea in cui alla vita non era concesso spazio né tempo. «Lo studio è un canto tutti i giorni e questo, con il progetto della Cittadella – ha aggiunto Scialom Bahbout – avverrà nei prossimi anni. Indubbiamente la Cittadella della musica concentrazionaria avrà una grandissima influenza non solo a Barletta, ma anche in Puglia, in Italia e in Europa perché non è un progetto locale, ma internazionale».

«È un progetto fantastico perché unico nel suo genere in tutto il mondo» ha detto il sindaco Cosimo Cannito che tiene le dita incrociate affinché la Cittadella prenda vita nel più breve tempo possibile. «Barletta – ha concluso il primo cittadino – sarà meta di pellegrinaggio da parte degli ebrei di tutto il mondo e di tutti coloro che amano la cultura. È un progetto straordinario che arricchirà la città non solo sotto l'aspetto turistico ed economico, ma soprattutto culturale».