Ancora uno sfregio per il Parco Regionale del fiume Ofanto

Il professor Ruggiero Maria Dellisanti commenta la denuncia del nucleo di vigilanza IFAE

sabato 23 giugno 2018
Copertoni lungo il corso del fiume Ofanto, non abbandonati per mera incuria e inciviltà, ma posizionati con il chiaro intento di incendiare alberi e vegetazione. È quanto denunciato dal nucleo di vigilanza ittico, faunistica e ambientale di Barletta: su questa notizia, che lascia l'amaro in bocca per la situazione di abbandono e degrado in cui versa un patrimonio ambientale che andrebbe tutelato, si è espresso il professor Ruggiero Maria Dellisanti.

«Dal maggio 2013 la gestione provvisoria del Parco Naturale Regionale "Fiume Ofanto" è stata affidata alla Provincia di Barletta Andria Trani e fino adesso è stato fatto poco o nulla per tutelare un territorio esteso per oltre 15 ettari e ricadente in 11 Comuni. Un territorio che racchiude oltre alle bellezze paesaggistiche e ambientali, anche un patrimonio storico, artistico e culturale. Un parco che potrebbe vivere autonomamente di luce propria per 360 giorni l'anno, se solo l'Ente gestore prendesse coscienza delle potenzialità inespresse dal territorio.

Buona parte del Parco comprende il sito d'Importanza Comunitaria IT9120011 Valle Ofanto — Lago di Capaciotti e verso il quale la Provincia è tenuta, su delega regionale, ad attivare gli strumenti di gestione del Parco Regionale quali: il Regolamento del Parco, il Piano Parco e il piano di gestione. Il piano doveva essere predisposto dall'Ente parco entro sei mesi dalla sua istituzione e successivamente adottato dalla regione entro i successivi quattro mesi, sentiti gli enti locali.

Ad oggi, dopo cinque anni, gli strumenti di gestione sono ancora tutti da istituire. Occorre recuperare il tempo perso e dotare il Parco degli strumenti di gestione allo scopo di poter disciplinare le attività consentite nel rispetto delle caratteristiche del territorio».