Ancora nell'oblio i lecci dei giardini De Nittis

«Occorre un'attenta tutela dell'ambiente», scrive il professor Ruggiero Quarto

lunedì 13 ottobre 2014
«Purtroppo, a Barletta, alle tante gravi emergenze ambientali in corso, con molto rammarico, si registra anche uno stato di sofferenza per il verde. Lo stato di degrado degli alberi nei giardini di viale Giannone è indecoroso e intollerabile. Ancor più se consideriamo che tali giardini sono il punto di arrivo per chi giunge con il treno a Barletta. Non è un buon biglietto da visita. A dir il vero, anche il pregevole giardino di Villa Bonelli mostra molti lecci sofferenti». Interviene su un tema ambientale piuttosto sottaciuto per quanto riguarda il verde cittadino il professor Ruggiero Quarto, docente di geofisica, che torna sulla questione dei lecci dei giardini De Nittis, argomento su cui il professor Quarto era già intervenuto nel 2012, come da BarlettaViva allora riportato in un articolo in cui si lanciò l'appello "Salvate i lecci". Purtroppo, da allora, il problema non è stato ancora risolto.

«Più volte sono intervenuto su tale problema e mi accorgo sempre più che il verde è uno dei tanti potenti "muri di gomma" cittadini. Per l'ambiente, cambiano le orchestre, ma la musica è sempre la stessa; lo spartito lo trascura. Evidentemente, il verde e, più in generale, l'ambiente fanno fatica a rientrare negli interessi politici. Per il verde cittadino questo è un momento nero! Molti alberi soffrono e non si piantano quelli previsti dalle urbanizzazioni dei nuovi complessi residenziali, con oneri già versati a tal scopo dai cittadini. Il caso di via Tatò è emblematico. E che dire della 167? E quanti alberi sono stati piantati dall'attuale amministrazione? Sono, almeno, stati piantati quelli previsti dalla legge italiana "un albero per ogni bambino nato"?

Riguardo ai giardini "De Nittis", e non solo, i lecci sono seriamente malati e la palme si stanno estinguendo. Considerando la discutibile sistemazione che una decina d'anni fa è stata data ai giardini in questione, con molte aree pavimentate, è necessario aver grande cura degli alberi. Infatti, molti alberi sono stati imbrigliati in anguste piazzuole incluse in uno spesso massetto di cemento armato e tale ambiente vitale di certo non è favorevole al benessere degli alberi. La morte o la difficoltà di qualche albero mette a repentaglio vaste aree del giardino, lasciandole spoglie da un punto di vista estetico e facendo mancare l'indispensabile ombreggiamento per le nostre tante giornate calde e assolate. Ma invece che aumentare le cure agli alberi, stante alle apparenze, sembra che siano stati abbandonati. I lecci hanno molto fogliame secco, in alcuni casi gravemente esteso all'intero albero e le palme mostrano molte foglie collassate. Non mancano palme con l'intera chioma completamente secca. Sarebbe doveroso spiegare cosa sta succedendo al verde in questione, sviscerare le responsabilità e correre ai ripari!

Ben conosciamo il grave problema del punteruolo rosso delle palme, ma un'attenta cura può sicuramente limitare i danni. Vengono eseguite le azioni previste dalle normative vigenti? È possibile lasciare una palma con la chioma completamente secca per tanto tempo, come quella presente accanto ai bagni del giardino in questione? Per i lecci, la situazione non è drammatica come per le palme, eccetto per alcuni di questi, del tutto secchi, ma è molto seria. Capiamo che, data l'area urbana, i rimedi sono più complessi che in campo aperto, ma ci sono. Sono stati eseguiti? Alcuni anni fa, per lo stesso fenomeno, furono compiuti efficaci trattamenti endoterapici, non tossici per l'ambiente. Non sarebbe il caso di ripeterli? Inoltre, non andrebbero eliminate le parti secche? E, comunque, si intervenga al meglio e quanto prima, programmando anche cure di mantenimento e non solo interventi straordinari. Non sarebbe nemmeno da trascurare un allargamento delle anguste piazzuole che soffocano molti alberi sofferenti. Aver a cuore la Città e aver rispetto dei cittadini impone un'attenta tutela dell'ambiente.

Faccio l'ennesimo appello affinché l'ambiente sia posizionato in testa all'agenda politico-amministrativa, perché è basilare da un punto di vista etico (Custodia del Creato ed esaltazione della Bellezza), da un punto di vista di salute e benessere della collettività presente e futura e per uno sviluppo economico del territorio».