Addio Pietro Mennea, la "Freccia di Barletta". Corse i 200m in 19,72 a Città del Messico

Il campione barlettano è morto questa mattina a Roma, il suo record, tra i più longevi, resse dal 1979 al 1996. Aveva 61 anni. Lottava da tempo contro un male incurabile

giovedì 21 marzo 2013 10.27
A cura di Luca Guerra
Lutto nel mondo dello sport italiano e barlettano: questa mattina è morto in una clinica a Roma, all'età di 61 anni, Pietro Paolo Mennea, ex velocista azzurro, olimpionico e per anni primatista mondiale dei 200 metri. Mennea da tempo lottava con un male incurabile. La camera ardente sarà allestita al Coni. La "Freccia del Sud", come fu soprannominato, ritiratosi per dedicarsi allo studio, una volta plurilaureato, diede vita nel 2006 alla "Fondazione Pietro Mennea" dedita a scopi filantropici e culturali. La sua è una lotta costante al doping, triste piaga moderna dello sport. La Città di Barletta piange uno dei suoi figli più grandi, che ne hanno portato in giro il nome per tutto il mondo. I funerali di Pietro Mennea si svolgeranno sabato mattina, 23 marzo, alle 10 a Roma, presso la Basilica di Santa Sabina in Aventino.

Nato in una modesta famiglia di Barletta, da padre sarto e mamma casalinga, nel palmares di Mennea le Olimpiadi di Monaco, Montreal, Mosca, Los Angeles e Seul, 528 gare complessive, 23 libri e soprattutto il record mondiale del 1979 a Città del Messico, dove corse i 200 metri in 19 e 72, primato rimasto in piedi per ben 17 anni e ancora intatto su scala europea. Un oro e due bronzi olimpici. A soli quindici anni sfidava Porsche ed Alfa Romeo, in viale Giannone a Barletta, Pietro Paolo Mennea; i giovani dell'epoca si intrattenevano a vederlo correre sino alle tre di notte, perché era un piacere assistere alla folle corsa di questo giovinetto, che con le 500lire vinte da queste piccole scommesse, si pagava la merenda per la scuola. Tante "seconde vite" professionali: avvocato, insegnante, commercialista, deputato europeo, anche candidato sindaco nel 2002, con esiti però da dimenticare. Si è laureato a Bari una prima volta in scienze politiche, allora ministro degli Esteri. Uomo poliedrico, Mennea aveva anche conseguito anche le lauree in giurisprudenza, scienze dell'educazione motoria e lettere. Nei volumi il Campione Olimpionico di Mosca '80 ed ex Recordman del Mondo sui 200 metri piani, racconta la sua vita, quella leggendaria sulle piste d'atletica e quella per certi versi ancora più significativa trascorsa fino agli ultimi mesi tra l'Università, come studente prima (quattro lauree) e come docente poi, al Parlamento Europeo (una Legislatura), nell'ambito della Professione di Avvocato e Dottore Commercialista e nell'impegno filantropico in qualità di co-Fondatore e Presidente della Fondazione che porta il suo nome.

Per Mennea, nel 2012, era arrivato anche un prezioso riconoscimento di statura internazionale. A 32 anni dall'oro olimpico di Mosca il velocista barlettano era stato scelto per una particolare "onorificenza": a lui è stata infatti dedicata, in occasione delle Olimpiadi di Londra 2012, una delle 361 fermate della metropolitana londinese, più precisamente Kensington High. Il nome del veloce primatista nato e cresciuto nell'attuale capoluogo della sesta provincia pugliese figurava tra i 361 sportivi di tutti i tempi che hanno prestato il proprio nome ad una delle stazioni della metropolitana di Londra. Oggi Barletta e tutto il mondo lo piangono [commosso e commovente il ricordo del professor Francesco Mascolo ndr]. Addio, "Freccia del Sud", orgoglio sportivo per la propria città, simbolo di un'Italia fatta di grinta, sudore e sacrificio.