Carmine Doronzo
Carmine Doronzo
La città

Tour fra le scuole cittadine, «la sicurezza non è un optional»

Carmine Doronzo lamenta l'assenza di interventi di manutenzione

Gli incontri fra la Commissione cultura e pubblica istruzione e le comunità scolastiche cittadine nascono dall'esigenza di realizzare un piano generale, in modo tale da indirizzare l'amministrazione, o quanto meno metterla a conoscenza delle singole priorità provando a mettersi alle spalle la parola "emergenza".

La redazione di Barlettaviva ha incontrato il presidente della commissione Carmine Doronzo, il quale ha illustrato le problematiche che le specifiche realtà scolastiche incontrano quotidianamente. «Avrei voluto discutere con le comunità scolastiche di nuovi progetti da avviare al fine di implementare la formazione degli scolari – dichiara Doronzo; ma i problemi evidenziati sono insormontabili e le strutture sono di fatto fatiscenti. Gran parte dei dirigenti e gli stessi genitori pensano prima di tutto alla messa in sicurezza degli alunni. Come dargli torto! Tuttavia la sicurezza dovrebbe essere un fattore garantito, non un optional». La Commissione non incontra solo il dirigente scolastico ma tutti i membri del consiglio d'istituto – genitori e insegnanti inclusi. Parlando all'intera comunità scolastica, inevitabilmente si realizza un piccolo contatto con il quartiere. «Quando ti occupi del problema di una specifica scuola – egli afferma - indirettamente volgi lo sguardo alle necessità della zona».

Le dichiarazioni rilasciate dal Presidente della Commissione ci permettono di compiere empiricamente un tour fra le scuole della nostra città. Tuttavia vogliamo raccomandare i nostri lettori: non si tratta di un giro turistico fra le "nostre bellezze". Si parte dalla periferia. Non tutti sanno che il Comune ha responsabilità amministrativa per le scuole di primo e secondo grado inferiore, anche se, in vero, si trova a gestire anche le questioni riguardanti le scuole superiori di competenza delle province. In numerose occasioni, infatti, l'amministrazione comunale ha dovuto sopperire a numerose mancanze. Un piccolo esempio è rappresentato dal Liceo scientifico "Carlo Cafiero". «Negli anni passati l'istituto Cafiero – osserva Doronzo - ha avuto un'esponenziale crescita del numero degli iscritti, per questa ragione, a seguito di una convenzione tra comune e provincia, la scuola media Ettore Fieramosca ha ceduto alcuni locali. Quest'ultima è collocata in una zona periferica della città in grande espansione demografica. Attualmente ha ottenuto un elevato incremento degli iscritti. Nonostante ciò, non è tornata in pieno possesso di alcuni dei locali ceduti, che sono di fatto comunali – oggi sarebbe opportuno "restituirli" alla scuola media chiedendo alla provincia un'assunzione di responsabilità affinché si trovino soluzioni anche per l'istituto secondario di secondo grado».

Non da meno sono le richieste dell'istituto comprensivo Mennea che, tra le altre problematiche, si ritrova alle prese con un muro divisorio che separa gli edifici della San Domenico Savio da quelli della Rita Levi Montalcini entrambi afferenti allo stesso istituto, «interventi minori di semplice risoluzione a cui va posta la massima attenzione in quanto potrebbero migliorare di molto la fruizione degli spazi da parte degli studenti, delle famiglie e dei docenti».

Non passa inosservato il lavoro per l'integrazione e l'accoglienza svolto dal 7° circolo "Giovanni Paolo II" che richiede un costante rapporto con l'ente comunale al fine di implementare i propri progetti e le risorse destinate alle attività pomeridiane. Inoltre all'interno del plesso è ubicata la sede decentrata della Biblioteca dei ragazzi, «un piccolo gioiellino che necessita di un monitoraggio puntuale da parte del Comune vista la posizione strategica in una periferia in cui i luoghi di aggregazione e i presidi pubblici di legalità sono carenti».

Passando in rassegna il quartiere Sette Frati si incontrano la scuola media "Renato Moro" e il 5° circolo didattico Modugno. La prima è alle prese con la richiesta di agibilità di un intero piano interrato adibito a laboratori, inoltre sollecita il comune a redarre un Piano di Utilizzazione degli Istituti Scolastici finalizzato a gestire le iscrizione e magari a salvaguardare l'autonomia scolastica di una scuola in cui, precisa Doronzo «sorprende la dedizione e l'apporto volontario dei docenti alle attività extra didattiche di grande supporto all'intero quartiere. Il secondo lamenta l'assenza di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria (dalla pista di atletica alla facciata dell'edificio) oltre che la difficile gestione di una scuola dell'infanzia ubicata al piano terra di un condominio destinato a civili abitazioni».

Tra i desideri confessati, la Commissione vorrebbe aprire i cancelli delle scuole cittadine anche durante le ore pomeridiane, considerato l'esiguo numero delle postazioni nella biblioteca comunale "Loffredo" oltre che alla lontananza per chi risiede in periferia. Tuttavia, come abbiamo potuto appurare, le problematiche sono altre. Nel 2017 vi sono istituti scolastici che non possiedono bagni adatti ai diversamente abili, le scale antincendio sono spesso arrugginite e alcune aule presentano inflitrazioni. Pensiamo alla chiusura della storica scuola "Massimo D'Azeglio" e ai disagi a cui sono esposti i bambini insieme alle loro famiglie. Se la cittadinanza crede sia l'unico istituto in questa situazione, si sbaglia. La scuola dell'infanzia "Carlo Collodi" è chiusa per lavori di adeguamento edilizio dal 9 gennaio. Aldilà delle effettive colpe e cause a pagarne le spese sono i piccoli cittadini: i bambini. Infatti, tre sezioni della scuola per l'infanzia sono state spostate presso il plesso di via Zanardelli, causando la cessazione del laboratorio di musica e di scienze. È comunque notizia di questi giorni che la situazione, dopo numerose sollecitazioni anche da parte del presidente Doronzo stia trovando una soluzione con la sottoscrizione del contratto da parte del comune con la ditta appaltatrice.

Spostandoci verso il centro della città, le cose non cambiano. Esaminiamo il caso "Niccolò Fraggiani": l'uscita in via Vitrani è chiusa da diverso tempo, gli alunni possono raggiungere il proprio istituto solo attraverso l'entrata della scuola media "Giuseppe De Nittis". Il comune ha commissionato lavori d'urgenza a causa di cedimenti da un cornicione. Tali lavori sono stati di fatto completati. Ciò che manca è il ridimensionamento di un'aiuola per garantire la distanza di sicurezza per il flusso e deflusso all'uscita della scuola e la rimozione dei detriti dei lavori di muratura. (I lavori sono ripresi e dovrebbero terminare nei prossimi giorni)

Siamo giunti al termine del nostro tour: la scuola "Raffaele Musti". Basta uno sguardo complessivo al quartiere per comprendere l'importanza e la potenzialità del suo atrio. Esso rappresenta l'unico spazio verde dell'intera zona. «Non so se possiamo provare a spingerci oltre – riflette Carmine Doronzo - e pensare che quel giardino possa essere fruibile anche all'intera cittadinanza. Sarebbe un valido progetto, ma dovremmo studiarlo con estrema attenzione. Resta il fatto che quel giardino si trovi in pessime condizioni, la potatura avviene forse una volta l'anno per evitare che si trasformi in una giungla. Pensiamo a quanto sarebbe interessante se i bambini gestissero un proprio orto didattico e se si organizzassero piccole feste di quartiere anche una volta l'anno per far conoscere i frutti del loro raccolto».

Il tour si conclude con la consapevolezza che i disagi dei nostri istituti scolastici sono innumerevoli. Il diritto allo studio è un dovere imprescindibile ma… non dimentichiamoci della sicurezza.
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