Verso Barletta – Paganese: parola a Fabrizio Romondini
Il doppio ex della gara si racconta ai microfoni di Barlettalife.it
sabato 26 ottobre 2013
17.53
Tanto lineare e geometrico in campo, quanto equilibrato e mai banale nella vita: è il ritratto di Fabrizio Romondini. Arrivato a fine gennaio dal Pergocrema durante la stagione 2011/2012, oltre ad essere un gran professionista, si è distinto fuori dal campo per la sua associazione benefica Italia Sport Onlus. A molti sarà rimasto in mente il bel gesto del mediano romano nel match di andata, quando salutò con affetto tutti gli spettatori diversamente abili e i loro accompagnatori, che avevano assistito da bordo campo alla partita sotto una pioggia insistente. Nato a Roma il 24 aprile 1977, il centrocampista può vantare molte presenze in B, C1 e C2 con le maglie di Spezia, Avellino, Padova e Venezia. Nel suo curriculum ci sono anche due esperienze maturate all'estero: Albacete e Olympiakos Valos. Ad oggi, anche a cause delle assurde regole sull'età media, Romodnini ha deciso di sposare il progetto della Viterbese di Piero Camilli (già presidente del Grosseto, ndr) che punta ad una pronta risalita tra i professionisti.
Fabrizio, che ricordo hai delle esperienze di Pagani e Barletta?
«Ho ricordi positivi delle tue città. Naturalmente a Barletta ho trovato una piazza più calda, abbiamo sfiorato i playoff ed è stata un'esperienza bellissima sotto tutti i punti di vista. Quando la scorsa stagione sono arrivato da avversario, al termine della partita ho voluto ringraziare tutti i tifosi. Anche a Pagani sotto il profilo della dirigenza e dei compagni di squadra mi sono trovato molto bene.
Nonostante non ci siano retrocessioni in questa stagione, al momento le due squadre navigano in acque tutt'altro che tranquille. Credi che Barletta e Paganese siano costretta a recitare un campionato anonimo in questa stagione?
«Segue entrambe le squadre e devo dire che sono partite male. La differenza sembra essere netta rispetto alle altre corazzate del girone, anche a causa di questa politica attuata dalla Lega. Barletta e Paganese hanno dei giovani importanti e alla lunga potranno dire la loro».
Ci siamo dedicati e ci stiamo ancora dedicando dei problemi relativi all'età media. Cosa ne pensa di questa situazione?
«Visto che sono uno dei diretti interessati, perché alla fine la scelta di scendere fra i dilettanti proprio per questo motivo. Le squadre di Lega Pro, soprattutto di Prima Divisione, non hanno voluto più puntare su calciatore d'esperienza proprio per questa regola dell'età media. E' una cosa che va sicuramente a discapito degli over, ma allo stesso tempo anche degli under: i giovani, in un certo senso, sono "costretti" a giocare questi anni solo perché sono fonte di retribuzione e magari fra due o tre anni rischiano di non giocare e di smettere direttamente. E' stata una regola deleteria per tutte e due le fasce d'età».
In 16 anni di carriera hai giocato in tantissime piazze fra Serie B, Serie C1, Serie C2 e campionati esteri. In questo momento come prosegue la tua avventura di calciatore?
«Al momento sono alla Viterbese Castrense in Eccellenza e ho voluto sposare il progetto del presidente Piero Camilli. All'inizio è stata un po' dura : è la prima volta che scendo in queste categorie, però alla fine bisogna prendere atto delle regole che ci sono e dei progetti importanti che ci sono fra i dilettanti».
In qualità di doppio ex della gara, ti senti di esprimere un parere sull'esito finale sulla sfida di domenica?
«Penso che sia una partita aperta a tutti e tre i risultati, ma alla fine ci sarà un pareggio».
Fabrizio, siamo giunti al termine della nostra intervista, vorresti dare un saluto alla piazza barlettana?
«Vorrei porgere un saluto particolare ai tifosi e alla città che mi hanno trattato sempre bene e mi sono stati sempre vicino. Dopo questo anno di transizione dove non si retrocede, spero che il Barletta possa tornare a fare delle cose davvero importanti perché è una piazza che secondo me merita tantissimo».
(Twitter: @Massi_dipa)
Fabrizio, che ricordo hai delle esperienze di Pagani e Barletta?
«Ho ricordi positivi delle tue città. Naturalmente a Barletta ho trovato una piazza più calda, abbiamo sfiorato i playoff ed è stata un'esperienza bellissima sotto tutti i punti di vista. Quando la scorsa stagione sono arrivato da avversario, al termine della partita ho voluto ringraziare tutti i tifosi. Anche a Pagani sotto il profilo della dirigenza e dei compagni di squadra mi sono trovato molto bene.
Nonostante non ci siano retrocessioni in questa stagione, al momento le due squadre navigano in acque tutt'altro che tranquille. Credi che Barletta e Paganese siano costretta a recitare un campionato anonimo in questa stagione?
«Segue entrambe le squadre e devo dire che sono partite male. La differenza sembra essere netta rispetto alle altre corazzate del girone, anche a causa di questa politica attuata dalla Lega. Barletta e Paganese hanno dei giovani importanti e alla lunga potranno dire la loro».
Ci siamo dedicati e ci stiamo ancora dedicando dei problemi relativi all'età media. Cosa ne pensa di questa situazione?
«Visto che sono uno dei diretti interessati, perché alla fine la scelta di scendere fra i dilettanti proprio per questo motivo. Le squadre di Lega Pro, soprattutto di Prima Divisione, non hanno voluto più puntare su calciatore d'esperienza proprio per questa regola dell'età media. E' una cosa che va sicuramente a discapito degli over, ma allo stesso tempo anche degli under: i giovani, in un certo senso, sono "costretti" a giocare questi anni solo perché sono fonte di retribuzione e magari fra due o tre anni rischiano di non giocare e di smettere direttamente. E' stata una regola deleteria per tutte e due le fasce d'età».
In 16 anni di carriera hai giocato in tantissime piazze fra Serie B, Serie C1, Serie C2 e campionati esteri. In questo momento come prosegue la tua avventura di calciatore?
«Al momento sono alla Viterbese Castrense in Eccellenza e ho voluto sposare il progetto del presidente Piero Camilli. All'inizio è stata un po' dura : è la prima volta che scendo in queste categorie, però alla fine bisogna prendere atto delle regole che ci sono e dei progetti importanti che ci sono fra i dilettanti».
In qualità di doppio ex della gara, ti senti di esprimere un parere sull'esito finale sulla sfida di domenica?
«Penso che sia una partita aperta a tutti e tre i risultati, ma alla fine ci sarà un pareggio».
Fabrizio, siamo giunti al termine della nostra intervista, vorresti dare un saluto alla piazza barlettana?
«Vorrei porgere un saluto particolare ai tifosi e alla città che mi hanno trattato sempre bene e mi sono stati sempre vicino. Dopo questo anno di transizione dove non si retrocede, spero che il Barletta possa tornare a fare delle cose davvero importanti perché è una piazza che secondo me merita tantissimo».
(Twitter: @Massi_dipa)