Un occhio al Barletta e uno alla Lega Pro: intervista a Nicola Binda

Il celebre giornalista della Gazzetta dello Sport fa il punto ai nostri microfoni

venerdì 11 gennaio 2013 1.36
A cura di Luca Guerra
Nicola Binda, piemontese classe 1965, caposervizio nonché responsabile Serie B, Lega Pro e Dilettanti per "La Gazzetta dello Sport", è una delle voci più autorevoli del calcio scritto italiano. Nel suo curriculum anche il curioso ruolo di presidente onorario dell'ASD Omegna Calcio 1906, società militante nella Promozione piemontese - valdostana. Lo contattiamo un giovedì pomeriggio, mentre è in viaggio, per parlare della Lega Pro, con attenzione maggiore riservata al girone B di Prima Divisione e al Barletta Calcio. Lui, con la consueta educazione e il garbo che lo contraddistingue, risponde con la solita competente parlantina alle nostre domande. Ne vien fuori una bella intervista, un saggio punto di vista sulla situazione biancorossa e del calcio italiano di terza serie:

Nicola Binda, un girone B di Prima Divisione contraddistinto dall'equilibrio e dal passaggio a 16 squadre. Che valutazione dà al torneo sin qui?
"Ha inciso sulla qualità soprattutto il fatto che il torneo non sia più una commistione tra squadre del Nord e del Sud, ma sia tornato alla suddivisione geografica. Al settentrione spesso c'è un calcio più tecnico, meno animoso e con più giovani, mentre al Sud vediamo stadi più caldi e più pubblico sugli spalti. Quindi il girone B già di per sè si preannunciava più intenso. Ci sono meno squadre, il che riduce al minimo le possibilità di errore, e ci sono anche più soste, che un pò spezzettano i ritmi, il che è insolito e può danneggiare o aiutare. Sicuramente, la larga presenza di giovani influisce: da un lato portano corsa e freschezza, dall'altro il campionato perde qualità".

Alla fine di gennaio mancheranno 12 partite alla fine della regular season. Proprio in considerazione del ridotto numero di partite, non sarebbe stato preferibile anticipare la sessione di mercato?
"Non è possibile, perchè le date sono stabilite dall'Uefa. Magari si sarebbe potuto osservare una sosta più lunga a inizio anno: è un torneo insolito, così come lo sarà il prossimo, in attesa di arrivare alla riforma del campionato, in cui vi sarà chiarezza. Comunque non è detto che si debba operare sul mercato per forza l'ultimo giorno".

Appunto, la riforma della Lega Pro. L'anno prossimo vedremo una Prima Divisione divisa in due tronconi, tra chi investe per salire e chi invece vivacchia in attesa del 2014/2015, e una Seconda Divisione con società disposte a spese pazze per mantenere il professionismo?
"Credo che sicuramente la Lega Pro sa del problema e metterà degli incentivi economici per chi meglio si posiziona in Prima Divisione. Inoltre i playoff saranno allargati fino al nono posto, quindi ci saranno 7-8 squadre per girone fuori dai playoff: queste possono fregarsene della competitività e costruire squadre risparmiando fino all'ultimo centesimo, oppure dare credito al torneo lottando fino alla fine e cercando di conquistare i contributi che la Lega potrebbe mettere in palio. Ma sono certo che su 33 squadre, tutte e 33 metteranno in campo la consueta professionalità. Francamente, capisco che le società debbano pensare ai conti, ma in cuor mio continuo a credere che questo è uno sport e che tutti vanno in campo per vincere le partite e vincere i campionati, sempre rispettando gli organizzatori dei campionati e la propria tifoseria".

Del girone B, quali squadre l'hanno maggiormente stupita sin qui?
"Parlare di sorprese non è facile: dico il Latina, perché tra le squadre di blasone date come favorite alla vigilia, dal Perugia all'Avellino alla Nocerina, e pur avendo fatto un'ottima squadra, non credevo potesse competere per il primo posto, laddove si trova. Un'altra squadra che mi ha colpito tanto è il Pisa, che ha anche il merito di schierare tanti giovani. I toscani di Pane giocano un ottimo calcio: è vero che hanno collezionato 2 punti nelle ultime 5 partite, ma sono comunque lì su. In assoluto, la squadra che non credevo potesse fare il campionato che sta facendo è il Viareggio: una squadra giovanissima, che non spreca un centesimo, gioca molto bene e ha un progetto sano".

Qual è stata invece la delusione del torneo sin qui?
"Mi vien da dire il Benevento, che per l'ennesima volta ha speso tanto e si trova lontano dai playoff. Devo però ammettere che anche il Barletta ha deluso: l'anno scorso il club biancorosso ha fatto troppo, quest'anno ha fatto troppo poco. Non condivido la strategia societaria del presidente Tatò, che conosco, stimo e rispetto: sarebbe potuto essere più morigerato l'anno scorso e meno oculato quest'anno".

Il Barletta quest'anno si era affidato come ds a Peppino Pavone, personaggio storico del calcio italiano. Quanto è stato sorpreso dalle dimissioni rassegnate a dicembre dal direttore sportivo biancorosso?
"Pavone è sì passato alla storia per Zemanlandia, ma ha fatto tante altre belle cose in carriera. Penso alla scoperta di Sau e Insigne, due talenti fantastici che oggi sono in A grazie agli anni vissuti con lui a Foggia, dove li ha scoperti. Nessuno è però profeta in patria: mi spiace che abbia fatto male nella sua città, e il fatto che si sia dimesso gli dà dignità, perché è un gesto che oggi nel calcio nessuno più fa. Ha pagato il cambio di rotta della società, che ha pensato che Pavone fosse il "mago di Oz" che potesse fare buone cose spendendo niente o quasi. Io rispetto i problemi economici e le scelte di ognuno: sta di fatto però che il Barletta l'anno scorso era una gallina dalle uova d'oro e quest'anno ha ristretto in maniera radicale i cordoni della borsa. I tifosi barlettani si erano forse illusi un anno e mezzo fa di tornare in B, e ora si trovano a lottare per mantenere la categoria".

Ora è arrivato Gabriele Martino. Come dovrà affrontare la Lega Pro, lui che ha sempre lavorato in A e B? Dovrà mutare approccio?
" Sicuramente. Martino è un manager simpatico, una persona per bene: credo nelle sue capacità e nella sua competenza. Confido anche nella sua voglia di riscatto, perché è rimasto fuori dai giochi per lungo tempo. Gli auguro di poterlo fare con il Barletta perché lo merita. Se la sua voglia di rimettersi in gioco darà anche risultati, il Barletta potrà solo guadagnarne".
(Twitter: @GuerraLuca88)