Tatò su Facebook: «Troppi anatemi e sentenze, da presidente ci metto la faccia»

Il numero uno del Barletta sulle critiche ricevute, arriva rilancio per il futuro

mercoledì 9 ottobre 2013 14.40
A cura di Luca Guerra
«La mia esperienza calcistica si sta rivelando molto amara e mi sta facendo molto riflettere. Non avevo messo in conto gli insulti e offese personali soprattutto da pseudo giornalisti televisivi che si permettono di emettere anatemi e sentenze non avendo nè gli elementi nè i requisiti personali per non aver dimostrato di aver fatto qualcosa di importante ma soltanto sparlare di chiunque senza mai proporre alcunché' di positivi e propositivo. Essersi esposto ai commenti di questi serpenti mi fa molta rabbia e però' non mi scoraggia sulle cose che ho in mente di realizzare». Si affida al suo profilo pubblico Facebook il presidente del Barletta Calcio Roberto Tatò per mettere in pubblico un'altra puntata del rapporto contrastante e contrastato che lo lega alla stampa locale. Il post del 5 ottobre, antecedente quindi la sfida del "Via del Mare" contro il Lecce, si lega allo sfogo del numero uno del club di via Vittorio Veneto nel post-partita di Barletta-Salernitana 0-2, giocata domenica 29 settembre al "Cosimo Puttilli", un'assunzione di responsabilità e una difesa dell'operato delle altre componenti biancorosse al tempo stesso.

Le differenze di vedute in sede di analisi della stagione e del momento del Barletta erano stati allora oggetto del discorso di Roberto Tatò, da molti individuato come corresponsabile insieme al dg Martino del negativo rendimento della rosa in questo avvio di annata. Questa per il Barletta sarà un'annata di costruzione: era stato questo il succo delle recenti affermazioni di Tatò, lette da molti come segnale da un lato di voglia di programmare su scala pluriennale ma d'altro canto parziale ammissione delle enormi difficoltà, per usare eufemismi, che questa squadra avrà a raggiungere il nono posto con l'organico oggi in dotazione.

Non è dato sapere con esattezza chi siano gli obiettivi dello sfogo del patron del sodalizio biancorosso: di certo c'è solo la presenza di qualche elemento scatenante- non meglio specificato- dell'amarezza di Tatò. Che in un post successivo, sempre del 5 ottobre, spiega però di non voler demordere: «Il presidente di una squadra di calcio è sempre solo nelle decisioni importanti, ci mette la faccia, i soldi, il tempo e può' solo accettare critiche composte e costruttive e non insulti e offese gratuite da chi le fa sapendo di non avere un contraddittorio». Anche su Facebook manca il contraddittorio, verrebbe da pensare, ma nella virtualità della rete l'analisi lascia il tempo che trova: di certo c'è da un lato la voglia del numero uno biancorosso di andare avanti nel suo progetto, dall'altro la sensazione della persistenza del rapporto di "amore e odio" tra Tatò e parte della stampa locale.
(Twitter: @GuerraLuca88)