Tatò: «In sede di costruzione della squadra ho sempre agito in base alla meritocrazia»
Il presidente biancorosso fa il punto sul momento della Lega Pro
martedì 27 agosto 2013
16.09
«L'unica cosa che mi sento di dire in questo momento complicato per la Lega Pro è che la S.S. Barletta Calcio crede che in campo ci debba andare solo chi merita sul piano tecnico, al netto dell'età e della carta di identità. Crediamo solo nella meritocrazia». Così il presidente del sodalizio di via Vittorio Veneto, Roberto Tatò, risponde in esclusiva ai nostri microfoni circa le strategie societarie biancorosse riguardo lo sciopero paventato domenica prossima- quando è in programma la prima giornata dei tornei di Lega Pro- dall'Associazione Italiana Calciatori in risposta alle strategie riguardanti l'età media attuate dal presidente di Mario Macalli.
Il pomo della discordia verte sui sui criteri distributivi delle risorse relative all'utilizzo di giovani. La proposta ventilata nelle scorse settimane dai vertici di Lega riguardava l'età media delle squadre, con gli allenatori praticamente "costretti" a scendere in campo con la calcolatrice per evitare di superare una media di 25 anni.
«Per me non vale la questione anagrafica, ma il valore del singolo calciatore. Ripeto, se ho un 38enne forte lo metto in campo, mentre se un ragazzo è giovane ma scarso non lo tessero. In sede di mercato quest'anno non sono mai stato condizionato dall'età, abbiamo sempre agito pensando al valore tecnico e umano dei calciatori». L'ennesima puntata della querelle calciatori-Lega si è consumata oggi pomeriggio. La tappa fondamentale per il campionato è ora fissata a giovedì. Solo allora si saprà se la decisione di scioperare sarà definitiva oppure i calciatori faranno un passo indietro garantendo la regolarità dell'inizio del campionato.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Il pomo della discordia verte sui sui criteri distributivi delle risorse relative all'utilizzo di giovani. La proposta ventilata nelle scorse settimane dai vertici di Lega riguardava l'età media delle squadre, con gli allenatori praticamente "costretti" a scendere in campo con la calcolatrice per evitare di superare una media di 25 anni.
«Per me non vale la questione anagrafica, ma il valore del singolo calciatore. Ripeto, se ho un 38enne forte lo metto in campo, mentre se un ragazzo è giovane ma scarso non lo tessero. In sede di mercato quest'anno non sono mai stato condizionato dall'età, abbiamo sempre agito pensando al valore tecnico e umano dei calciatori». L'ennesima puntata della querelle calciatori-Lega si è consumata oggi pomeriggio. La tappa fondamentale per il campionato è ora fissata a giovedì. Solo allora si saprà se la decisione di scioperare sarà definitiva oppure i calciatori faranno un passo indietro garantendo la regolarità dell'inizio del campionato.
(Twitter: @GuerraLuca88)