Tatò e Martino, la moltitudine dei numeri primi

Nessun nuovo ds in organigramma, il duo raddoppia incarichi e impegni

sabato 15 giugno 2013 16.12
A cura di Luca Guerra
La solitudine dei numeri primi è un romanzo di successo di Paolo Giordano, tramutato poi in film dalle telecamere di Saverio Costanzo. I protagonisti sono Alice e Mattia: due ragazzi che stringono un'amicizia particolare, in cui ciascuno svolge la propria esistenza autonomamente, ma ogni volta tornano a cercarsi. La moltitudine dei numeri primi è invece la pellicola in fase di produzione in queste ore dalle parti di via Vittorio Veneto, "casa" (al momento fino al 30 giugno, ma si attendono positive novità in merito) del Barletta Calcio. Dopo la salvezza conseguita sul campo, è tempo di programmare in casa biancorossa. Tra bilanci e valutazioni, mani tese in segno di distensione e punturine, il primo mattoncino della stagione sportiva 2013/2014 è stato avviato ieri con una conferenza stampa congiunta del presidente Roberto Tatò e del ds Gabriele Martino nei salotti della Bicap. Sono loro i protagonisti e i volti del futuro in casa biancorossa.

Evitare gli errori dello scorso anno, quando a causa delle incertezze societarie la stagione partì ad handicap, e ampliare l'organigramma societario sono le due parole d'ordine nelle stanze dei bottoni del sodalizio di via Vittorio Veneto: questi sono i diktat al momento. Alla programmazione anticipata per rispondere al primo quesito hanno fatto da contraltare le parole del duo Tatò-Martino sulla questione direttore sportivo: "Non ci sarà un nuovo ds, resta tutto nelle mani di Martino" questa l'investitura del patron biancorosso. Porte chiuse quindi a Giuseppe Geria, "cavallo di ritorno" che pareva materializzarsi all'orizzonte. Gestione tecnica ed economica restano nelle mani del navigato dirigente calabrese, ormai nei fatti Direttore Generale, molto bravo ad acquisire la fiducia del solitamente diffidente presidente nei sei mesi all'ombra di Eraclio: il futuro vedrà sicuramente l'integrazione dell'organigramma, con particolare attenzione al settore giovanile, ma al momento sembra che vi siano altre priorità da definire.

Proprio i giovani restano un punto interrogativo in casa-Barletta: da un lato appare nebulosa la risposta al quesito sul rinnovo contrattuale per Gaetano Pavone, allenatore della "Berretti" premiato dai risultati sul campo (squadra quarta, di un solo punto fuori dalle Fasi Finali) ma al tempo stesso erede di un cognome "pesante" che dalle parti di via Veneto non fa rima con i buoni ricordi. D'altro canto da loro vorrebbe ripartire, sebbene con ambiziosi programmi ("puntiamo alla griglia-playoff" ha ammesso ieri) patron Tatò, al quale vivacchiare sul piano calcistico non piace. Determinato come mai forse durante la scorsa stagione, rinvigorito dalla salvezza acciuffata in quel di Andria, il numero 1 del sodalizio biancorosso è apparso voglioso di rinverdire fasti inseguiti due anni fa, e tranciati brutalmente da Giovio in quel di Piacenza. Per alzare l'asticella degli obiettivi serve l'appoggio degli sponsor e della piazza, a più riprese richiesto dallo stesso Tatò, e spesso sfuggito per limiti di una e dell'altra parte: in attesa di un vento nuovo, il presidente si è rimboccato le maniche e ha lanciato un messaggio chiaro e trasparente, "io ci sono".

Tatò e Martino, "anema'e'core" del Barletta 2013/2014: questo sembrerebbe essere il futuro. Platone rappresentava l'anima come una biga alata, divisa da un cavallo indomabile e il suo fiero domatore: al presidente e al direttore generale biancorosso, due caratteri forti, il compito di trovare la giusta mediazione tra i ruoli per un futuro luminoso.
(Twitter: @GuerraLuca88)