Romondini: «Regola età media dannosa per tutti, crea illusioni tra giovani»

L'ex calciatore del Barletta si unisce alla protesta dei suoi colleghi "senior"

venerdì 23 agosto 2013 18.24
A cura di Luca Guerra
Tanto lineare e geometrico in campo, quanto equlibrato e mai banale nella vita: è il ritratto di Fabrizio Romondini. Il 36enne centrocampista, 16 anni di esperienza nel calcio "pro", è uno delle tante vittime della scure della decisione del presidente della Lega Pro Mario Macalli di abolire definitivamente la regola degli under obbligatori da schierare sul rettangolo di gioco, in favore di un altro dettame che impone agli allenatori di Prima e Seconda Divisione di scendere in campo con una calcolatrice. Il centrocampista romano, 14 presenze e una rete con la maglia del Barletta da gennaio a giugno 2012, nella scorsa stagione alla Paganese, ha detto la sua sulla questione-"età media", senza rinnegare la sua attenzione per i colori biancorossi:

Fabrizio, il 29 agosto i presidenti di Lega Pro decideranno se attuare o meno questa legge dell'età media. Qual è la tua visione del momento calcistico?
«Il fatto di togliere dal mercato di fatto gli Over 30 è solo un vantaggio per quelle società che non hanno niente da chiedere ai campionati in Lega Pro: permette loro di non prendere calciatori importanti e risparmiare sui costi. Oltre al profilo economico, credo sia una scelta sbagliata proprio perché di fatto estromette dal calcio una fetta di calciatori solo per il discorso dell'età. Io credo che se uno è bravo gioca, non bisogna inventarsi regole».

Oltre al rischio di estromettere gli Over 28 dal calcio di Lega Pro, non c'è quello di creare una generazione di giovani illusi?
«Credo sia più motivo per l'illusione dei giovani che per l'allontanamento dei senior. Il 20enne rischia di sentirsi un anno calciatore importante e l'anno dopo di trovarsi senza arte né parte e di perdersi sia come giocatore che come ragazzo. Penso sia una cosa deleteria per ogni fascia di età, ma sopratttutto per i giovani: negli anni ho visto calciatori 20enni che per la regola degli "under" un anno erano titolari e quello dopo erano senza squadra».

L'anno scorso sei stato a Pagani, ora sei uno dei tanti "free agent" in giro per l'Italia. Che contatti hai avuto sin qui?
«Ho avuto contatti con Foggia e Ascoli in Lega Pro, ma non abbiamo trovato un accordo. In serie D mi hanno cercato Ancona e Real Marcianise, realtà importanti per la categoria, e in Eccellenza mi volevano Sambenedettese, Rieti e Viterbese. Mi sono preso qualche giorno per decidere se uscire dal calcio "pro" e giocare tra i dilettanti, ma nutro la speranza che qualche squadra di Lega Pro che non bada al minutaggio possa pensare a me: al di fuori della carta di identità, ho sempre giocato 30 partite all'anno. Ho ancora passione e voglia di giocare ad alti livelli».

Dopo il campo, ti piacerebbe restare nel mondo del calcio, magari unendolo con il sociale?
«Sicuramente sto pensando a come legare questi due spazi, anche se da calciatore integro mi vedo ancora in campo. Nel futuro vorrei restare nel mondo del calcio, magari unendo la mia Onlus a collaborazioni con qualche società sportiva, magari creando servizi attraverso l'associazione. Questa è l'idea che ho per il futuro».

Segui ancora a distanza il Barletta?
«Certo, ho un ottimo ricordo di Barletta come calciatore e come cittadino, mi hanno accolto tutti bene. Non dimenticherò mai il ritorno al "Puttilli" con la maglia della Paganese per la splendida accoglienza riservatami dai tifosi. Resto sempre un simpatizzante biancorosso».

Nella battaglia contro la regola dell'età media avete provato a coinvolgere anche i vertici dell'AIC: il 25 e il 29 agosto saranno date fondamentali in questa lotta.
«Noi dell'AIC abbiamo fatto una riunione qualche tempo fa esprimendo le nostre remore sulla questione; ci stiamo muovendo alla grande e credo che tutti vadano sensibilizzati sulla regola. Se la guardiamo a livello razionale, capiamo bene come tutte le fasce di età ne siano penalizzate. Dando spazio a un giovane che magari non lo merita per qualità ma solo per una questione anagrafica, non lo si fa crescere. La speranza è che nelle prossime settimane i vertici della Lega Pro capiscano di aver sbagliato in buona fede, e attraverso un'analisi corretta e razionale cancellino questa regola».
(Twitter: @GuerraLuca88)