Nicola Cascella: «Siamo a casa di Pietro, ma il Mennea Day deve tornare in pista»

L’atleta barlettano omaggia la “Freccia del sud”

domenica 13 settembre 2015 10.44
A cura di Enrico Gorgoglione
Il mondo dell'atletica corre per Pietro Mennea, Barletta ai nastri di partenza per omaggiare il suo figlio più illustre, quello capace di portarla in cima al mondo con le sue prestazioni sportive, quello capace di volare fino al traguardo, di battere avversari e di abbattere muri prima insormontabili. Mennea ha lasciato un segno indelebile, fatto di umiltà, sacrifici e impegno quotidiano. Ed è da questo messaggio che vuole ripartire l'atletica barlettana, che ha festeggiato Pietro su viale Giannone. Una rinascita simbolica che riparte dal luogo in cui si è formato il piccolo Pietro, dove sfidava e riusciva anche a battere le "frecce" dell'epoca, i motori migliori. È il barlettano Nicola Cascella a ricordare il concittadino Mennea: la sua storia è fatta di trionfi e di periodi difficili, dal titolo italiano nei 400 ostacoli del 2009 alla terribile malattia scoperta quasi per caso, passando per la mancata partecipazione alle Olimpiadi di Londra per un brutto infortunio. Da campione a Campione, nel segno dell'orgoglio barlettano:

Nicola, si celebra Pietro Mennea, icona dell'atletica barlettana che ha portato l'Italia a primeggiare nel mondo. E quale occasione più importante del Mennea Day, quando in stazione è arrivato il treno a lui dedicato, mentre su viale Giannone si sfidavano le promesse dell'atletica.
«Ogni occasione è buona per ricordare Pietro, campione di vita e campione di sport. Pietro Mennea è davvero un esempio per tutti».

Cosa ne pensi della scelta di correre proprio dove è partita la storia di Pietro, dove quello sconosciuto adolescente riusciva a battere le auto?
«È importantissimo ricordare qui Pietro, perché certe manifestazioni hanno un carattere decisamente più evocativo e danno un messaggio molto più forte sui luoghi in cui Pietro ha scritto la storia. Su viale Giannone è cominciata la sua passione, e poi è proseguita sui campi d'atletica».

Qual è il messaggio di questa manifestazione? Si corre senza medaglie, tutti sono vincitori. Cosa ne pensi?
«È bellissimo vedere tanti bambini che cominciano ad appassionarsi al mondo dell'atletica, fatto di agonismo. Questo è un agonismo sano, che fa divertire tutti ».

È sempre delicato parlare della pista d'atletica. Da atleta, non ti pesa non poter celebrare uno dei miti dell'atletica lontano dal "Puttilli" che l'ha visto crescere?
«Io trovo, lasciatemi passare il termine, piuttosto ipocrita accostare la città di Pietro Mennea ad una realtà senza pista. Purtroppo l'atletica non è come il calcio, l'atletica non va mai in vacanza. Chi fa atletica ad alto livello si allena 365 giorni all'anno. È impensabile non avere a disposizione una struttura che possa far coltivare i sogni a tutti gli atleti del territorio».