Martino: «Vogliamo creare realtà solida, dateci il tempo necessario»
Il dg del Barletta Calcio fissa alcuni obiettivi per il futuro
mercoledì 11 settembre 2013
2.21
Smaltiti i 90 giorni di calciomercato estivo, intercorsi a Barletta tra tante voci, qualche affare e più di qualche giustificato (dagli arrivi prima numericamente annunciati e poi non realizzati) mugugno della tifoseria per l'amaro finale, in casa biancorossa è tempo di programmare il futuro, a cavallo tra i primi due match di campionato, con un punto realizzato in attesa del primo gol stagionale e con dei punti interrogativi in agenda: tematiche affrontate in una chiacchierata con il direttore generale Gabriele Martino, toccando macroaree "critiche" oggi in via Vittorio Veneto e cercando di leggere tra le righe la programmazione futura a 360 gradi della S.S. Barletta Calcio.
La società
Il direttore ha ammesso il ritardo della piazza barlettana rispetto ad altre realtà, ma il progetto biancorosso- parola tanto abusata nel calcio odierno- è fatto di limiti e scadenze. «Al momento il Barletta non è tra le prime società del campionato di Prima Divisione, per blasone, storia, organizzazione interna e bacino di utenza- spiega Martino- Noi dobbiamo avviare un lento ma continuo percorso per far sì che negli anni il Barletta possa diventare una squadra di categoria superiore, intesa non per forza come serie B, ma come mentalità e strutturazione». Un lavorìo ampio, dalle fondamenta:«Quando sono arrivato qui 9 mesi fa ho trovato una situazione che aveva bisogno di tanti correttivi, e penso che sin qui, al netto del mercato- e dei commenti che può aver suscitato- o dei risultati del campo, abbiamo fatto un grande lavoro sotto traccia, cercando di preparare un ambiente di professionisti dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Stiamo lavorando anche per ampliare l'organigramma, come il presidente Tatò ha anticipato, con l'innesto di un addetto stampa. Io lavoro per il Barletta, non con il Barletta: lavoro anche per il presidente, che ci tiene tanto a questa maglia. Noi oggi non dobbiamo lavorare come gli altri, ma il doppio, per recuperare un gap di partenza con alcune realtà».
La programmazione e le strutture
Non più ricerca del risultato immediato, come due anni fa, tantomeno un allestimento "low-cost" e a tratti arrabattato come nello scorso anno, il Barletta 2013/2014 per il dg Martino mira sull'allestimento di un "portfolio" calcistico: «Quest'anno abbiamo pensato a costruire una rosa fatta di calciatori giovani, di prospettiva e di proprietà- rimarca Martino- situazione che era sempre mancata negli anni precedenti. Vogliamo far sì che il Barletta smetta di lavorare per gli altri, prelevando giovani in prestito e limitandosi a riscuotere eventuali premi di valorizzazione; ora vogliamo lavorare su noi stessi, intraprendendo progetti pluriennali e cercando di creare un nostro patrimonio tecnico ed economico. E' per questo che non guardiamo con decisione oggi agli svincolati, ma avendo già in mente cosa fare eventualmente a gennaio». La richiesta di sostegno si allarga alla sfera amministrativa: «Speriamo in questo cammino di avere, oltre che il costante sostegno della nostra tifoseria, anche il sostegno delle istituzioni: al momento, inutile nasconderci, le strutture sportive di Barletta sono davvero carenti. Come il Castello Svevo per la città, così lo stadio comunale va custodito come un gioiellino. E' normale che, nonostante i prezzi ridotti, il tifoso ci pensi prima di vedere una partita in una struttura come il "Puttilli", certo non comodissima. Non abbiamo spazi adeguati per crescere, in questo confidiamo nell'aiuto dell'amministrazione. Il passo in avanti sarebbe l'allestimento di un nostro centro sportivo, ma dobbiamo prestare attenzione a questioni di più immediata risoluzione».
Il settore giovanile
Cruccio e delizia nella scorsa annata, da sempre ambito in attesa di miglioramenti e professionalizzazione è il Settore Giovanile, dove quest'anno il Barletta avrà 4 squadre giovanili, dalla "Berretti" agli "Allievi", divisi tra "Regionali" e "Nazionali", e i "Giovanissimi". «Il Settore Giovanile deve essere la risorsa primaria del Barletta- la via tracciata da Martino- una società moderna non può prescindere dai suoi elementi più giovani. Avevo pensato di arricchire lo staff tecnico del settore giovanile con qualche figura lavorativa di mia conoscenza, ma ho preferito attendere: al momento stiamo pensando di istituire una commissione di valutazione del lavoro di tutto lo staff che segue i nostri ragazzi, al fine di valutarne eventuali criticità e di poterlo implementare laddove necessario. Abbiamo in mente dei corsi di formazione per i nostri allenatori, dobbiamo crescere tutti, loro dovranno lavorare sui singoli e non solo per creare squadre che facciano punti». Quando gli chiediamo dei "promossi" dalla Berretti alla Prima Squadra, Martino nicchia, ma i nomi sono quelli di Cilli, Ferreira, Pellegrino, Valentino e Mastroberti, oltre all'oggi infortunato Albanese. Da valutare sembra resti Lorito tra i partecipanti al ritiro estivo. «Abbiamo fatto delle scelte, ora è tempo che questi ragazzi imparino ad approcciarsi al mondo del calcio dei "grandi", a 19 anni è tempo di farlo, altrimenti saremo sempre in ritardo».
La "presenza sul territorio", a partire dal Mennea-day
Un Barletta che chiede tifo, ma deve anche offrirsi alla città e ai suoi supporters, situazioni spesso mancate negli anni addietro, per volontà o per situazioni dettate dalla classifica. «Ovviamente saremo presenti in occasione di questa due-giorni dedicata a Pietro Mennea -sottolinea il dg biancorosso- un simbolo di questa città, da quando sono qui ho capito che valore abbia avuto per questa città questo campione assoluto. Domani (oggi, ndr) saremo presenti alla celebrazione presso il Castello Svevo con una nostra rappresentanza di 4 calciatori. Ne avevo selezionati tre prima di domenica, riservando un posto per chi fosse andato in rete ad Ascoli. Purtroppo è andata male, siamo stati un pò sfortunati, ma ho visto una squadra che ha giocato bene ed è stato un peccato non portare a casa i tre punti. Ma, ripeto, guardiamo oltre il campo, vogliamo essere presenti sul territorio anche sul piano di partnership e presenza a eventi collaterali al calcio. C'è bisogno di tempo e pazienza, se lavoreremo come abbiamo in mente, ci saranno belle sorprese per tutti, a partire dai nostri tifosi». Sarà un anno di transizione per la Lega Pro, la speranza dei tifosi è che non lo sia per il Barletta, come il dg Martino assicura e rassicura. La parola passa al campo e alle "stanze dei bottoni" ora.
(Twitter: @GuerraLuca88)
La società
Il direttore ha ammesso il ritardo della piazza barlettana rispetto ad altre realtà, ma il progetto biancorosso- parola tanto abusata nel calcio odierno- è fatto di limiti e scadenze. «Al momento il Barletta non è tra le prime società del campionato di Prima Divisione, per blasone, storia, organizzazione interna e bacino di utenza- spiega Martino- Noi dobbiamo avviare un lento ma continuo percorso per far sì che negli anni il Barletta possa diventare una squadra di categoria superiore, intesa non per forza come serie B, ma come mentalità e strutturazione». Un lavorìo ampio, dalle fondamenta:«Quando sono arrivato qui 9 mesi fa ho trovato una situazione che aveva bisogno di tanti correttivi, e penso che sin qui, al netto del mercato- e dei commenti che può aver suscitato- o dei risultati del campo, abbiamo fatto un grande lavoro sotto traccia, cercando di preparare un ambiente di professionisti dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Stiamo lavorando anche per ampliare l'organigramma, come il presidente Tatò ha anticipato, con l'innesto di un addetto stampa. Io lavoro per il Barletta, non con il Barletta: lavoro anche per il presidente, che ci tiene tanto a questa maglia. Noi oggi non dobbiamo lavorare come gli altri, ma il doppio, per recuperare un gap di partenza con alcune realtà».
La programmazione e le strutture
Non più ricerca del risultato immediato, come due anni fa, tantomeno un allestimento "low-cost" e a tratti arrabattato come nello scorso anno, il Barletta 2013/2014 per il dg Martino mira sull'allestimento di un "portfolio" calcistico: «Quest'anno abbiamo pensato a costruire una rosa fatta di calciatori giovani, di prospettiva e di proprietà- rimarca Martino- situazione che era sempre mancata negli anni precedenti. Vogliamo far sì che il Barletta smetta di lavorare per gli altri, prelevando giovani in prestito e limitandosi a riscuotere eventuali premi di valorizzazione; ora vogliamo lavorare su noi stessi, intraprendendo progetti pluriennali e cercando di creare un nostro patrimonio tecnico ed economico. E' per questo che non guardiamo con decisione oggi agli svincolati, ma avendo già in mente cosa fare eventualmente a gennaio». La richiesta di sostegno si allarga alla sfera amministrativa: «Speriamo in questo cammino di avere, oltre che il costante sostegno della nostra tifoseria, anche il sostegno delle istituzioni: al momento, inutile nasconderci, le strutture sportive di Barletta sono davvero carenti. Come il Castello Svevo per la città, così lo stadio comunale va custodito come un gioiellino. E' normale che, nonostante i prezzi ridotti, il tifoso ci pensi prima di vedere una partita in una struttura come il "Puttilli", certo non comodissima. Non abbiamo spazi adeguati per crescere, in questo confidiamo nell'aiuto dell'amministrazione. Il passo in avanti sarebbe l'allestimento di un nostro centro sportivo, ma dobbiamo prestare attenzione a questioni di più immediata risoluzione».
Il settore giovanile
Cruccio e delizia nella scorsa annata, da sempre ambito in attesa di miglioramenti e professionalizzazione è il Settore Giovanile, dove quest'anno il Barletta avrà 4 squadre giovanili, dalla "Berretti" agli "Allievi", divisi tra "Regionali" e "Nazionali", e i "Giovanissimi". «Il Settore Giovanile deve essere la risorsa primaria del Barletta- la via tracciata da Martino- una società moderna non può prescindere dai suoi elementi più giovani. Avevo pensato di arricchire lo staff tecnico del settore giovanile con qualche figura lavorativa di mia conoscenza, ma ho preferito attendere: al momento stiamo pensando di istituire una commissione di valutazione del lavoro di tutto lo staff che segue i nostri ragazzi, al fine di valutarne eventuali criticità e di poterlo implementare laddove necessario. Abbiamo in mente dei corsi di formazione per i nostri allenatori, dobbiamo crescere tutti, loro dovranno lavorare sui singoli e non solo per creare squadre che facciano punti». Quando gli chiediamo dei "promossi" dalla Berretti alla Prima Squadra, Martino nicchia, ma i nomi sono quelli di Cilli, Ferreira, Pellegrino, Valentino e Mastroberti, oltre all'oggi infortunato Albanese. Da valutare sembra resti Lorito tra i partecipanti al ritiro estivo. «Abbiamo fatto delle scelte, ora è tempo che questi ragazzi imparino ad approcciarsi al mondo del calcio dei "grandi", a 19 anni è tempo di farlo, altrimenti saremo sempre in ritardo».
La "presenza sul territorio", a partire dal Mennea-day
Un Barletta che chiede tifo, ma deve anche offrirsi alla città e ai suoi supporters, situazioni spesso mancate negli anni addietro, per volontà o per situazioni dettate dalla classifica. «Ovviamente saremo presenti in occasione di questa due-giorni dedicata a Pietro Mennea -sottolinea il dg biancorosso- un simbolo di questa città, da quando sono qui ho capito che valore abbia avuto per questa città questo campione assoluto. Domani (oggi, ndr) saremo presenti alla celebrazione presso il Castello Svevo con una nostra rappresentanza di 4 calciatori. Ne avevo selezionati tre prima di domenica, riservando un posto per chi fosse andato in rete ad Ascoli. Purtroppo è andata male, siamo stati un pò sfortunati, ma ho visto una squadra che ha giocato bene ed è stato un peccato non portare a casa i tre punti. Ma, ripeto, guardiamo oltre il campo, vogliamo essere presenti sul territorio anche sul piano di partnership e presenza a eventi collaterali al calcio. C'è bisogno di tempo e pazienza, se lavoreremo come abbiamo in mente, ci saranno belle sorprese per tutti, a partire dai nostri tifosi». Sarà un anno di transizione per la Lega Pro, la speranza dei tifosi è che non lo sia per il Barletta, come il dg Martino assicura e rassicura. La parola passa al campo e alle "stanze dei bottoni" ora.
(Twitter: @GuerraLuca88)