Martino&Orlandi, la palla passa a voi
Il Barletta Calcio attende le parole di Tatò, ma dg e allenatore devono risollevarlo
mercoledì 20 novembre 2013
Plenipotenziario negli onori (prima) e negli oneri (ora) l'uno, ieri trionfatore e oggi in cima alle liste di (s)gradimento dei detrattori l'altro. Nel Barletta Calcio che aspetta con ansia di capire che futuro vivrà attraverso la conferenza stampa di patron Roberto Tatò, programmata per domani pomeriggio "a porte aperte" alla Terrazza intorno alle 16.30, due protagonisti delle sorti biancorosse degli ultimi mesi attendono con ansia di capire quale aria tirerà in futuro per loro e per il Barletta dalle parti di via Vittorio Veneto. Come nel film "Prospettive di un delitto"- anche se qui si parla più di mistero buffo, stante il rendimento diametralmente opposto della squadra rispetto al finale della scorsa stagione- il dg calabrese Gabriele Martino e l'allenatore Nevio Orlandi- che con lui ha lavorato alla Reggina- guardano con occhi diversi all'avvenire a tinte bianche e rosse: uno sguardo che solo il tempo ci dirà se corre ancora verso lo stesso orizzonte del numero 1 della S.S. Barletta Calcio e che oggi deve penetrare lo spirito dei calciatori e gli animi dei tifosi per cercare di rianimare il piatto encefalogramma biancorosso.
Sembra lontano il 3 settembre 2013, tramonto del mercato estivo, quando l'ex ds della Reggina rispondeva ai dubbi sollevati sull'organico biancorosso spiegando che "questa squadra deve puntare al nono posto. Il Barletta ha degli obiettivi e non sono cambiati oggi". Evidentemente in Martino era solida la convinzione che le basi dello scorso anno e i calciatori giunti per sostituire i partenti Molina e Dezi fossero materia sufficiente per confrontarsi con il girone B di Prima Divisione. Per ora il Barletta guarda verso l'alto e trova 15 delle 17 squadre del girone. Questo in società lo sanno, servono idee chiare e leadership per risalire la china, pena un'annata di oblìo, al momento la situazione futuribile più vicina al vero. Dal nono posto alla "valorizzazione dei giovani" come "mission" è passato Orlandi. Anche l'allenatore è stato messo sulla graticola tra web e bar sport: al rendimento numerico, 7 punti in 12 partite, si aggiunge una rosa incapace sin qui di offrire continuità di grinta e orgoglio sul rettangolo di gioco. L'organico biancorosso, appunto: la partita di domenica ha confermato che al momento mancano altri leader emotivi e tecnici, supplettivi dell'assenza del capitano Allegretti. Nascondersi dietro le assenze sarebbe l'apripista verso l'anonimato, buio nel quale nessun germoglio ha mai trovato la luce giusta per crescere.
Da quanto tempo il patron covava questa decisione? Si tratta di una scelta estemporanea o di una presa di posizione definitiva? Che fine ha fatto il "progetto" le cui basi erano state gettate in estate, almeno negli intenti? In questa scia di dubbi tecnici, tattici e gestionali, si attendono le parole di Tatò: il presidente confermerà la scelta di dire addio a fine annata? E con che protagonisti condurrà la barca in porto? Si sceglierà di dire addio agli ingaggi pesanti? Certo è che il numero uno biancorosso è rimasto deluso anche dal ko contro il Viareggio: oggi appare difficile che receda completamente sulle sue scelte, come la convocazione di esponenti dell'amministrazione comunale lascia intendere. Di certo c'è che sono lontani i tempi di quel 2 giugno 2013, quando un'onda di amore per il Barletta aveva invaso il prato del "Puttilli" per festeggiare la vittoria-salvezza di Andria: oltre 2000 erano stati i tifosi presenti, pronti a rendere omaggio agli autori di un miracolo sportivo dopo una stagione tribolata. Oggi quel credito è disperso, e per recuperarlo serve una scossa, serve metterci la faccia: le prossime ore e gli sviluppi che porteranno in dote ci diranno quali saranno i "volti da copertina".
(Twitter: @GuerraLuca88)
Sembra lontano il 3 settembre 2013, tramonto del mercato estivo, quando l'ex ds della Reggina rispondeva ai dubbi sollevati sull'organico biancorosso spiegando che "questa squadra deve puntare al nono posto. Il Barletta ha degli obiettivi e non sono cambiati oggi". Evidentemente in Martino era solida la convinzione che le basi dello scorso anno e i calciatori giunti per sostituire i partenti Molina e Dezi fossero materia sufficiente per confrontarsi con il girone B di Prima Divisione. Per ora il Barletta guarda verso l'alto e trova 15 delle 17 squadre del girone. Questo in società lo sanno, servono idee chiare e leadership per risalire la china, pena un'annata di oblìo, al momento la situazione futuribile più vicina al vero. Dal nono posto alla "valorizzazione dei giovani" come "mission" è passato Orlandi. Anche l'allenatore è stato messo sulla graticola tra web e bar sport: al rendimento numerico, 7 punti in 12 partite, si aggiunge una rosa incapace sin qui di offrire continuità di grinta e orgoglio sul rettangolo di gioco. L'organico biancorosso, appunto: la partita di domenica ha confermato che al momento mancano altri leader emotivi e tecnici, supplettivi dell'assenza del capitano Allegretti. Nascondersi dietro le assenze sarebbe l'apripista verso l'anonimato, buio nel quale nessun germoglio ha mai trovato la luce giusta per crescere.
Da quanto tempo il patron covava questa decisione? Si tratta di una scelta estemporanea o di una presa di posizione definitiva? Che fine ha fatto il "progetto" le cui basi erano state gettate in estate, almeno negli intenti? In questa scia di dubbi tecnici, tattici e gestionali, si attendono le parole di Tatò: il presidente confermerà la scelta di dire addio a fine annata? E con che protagonisti condurrà la barca in porto? Si sceglierà di dire addio agli ingaggi pesanti? Certo è che il numero uno biancorosso è rimasto deluso anche dal ko contro il Viareggio: oggi appare difficile che receda completamente sulle sue scelte, come la convocazione di esponenti dell'amministrazione comunale lascia intendere. Di certo c'è che sono lontani i tempi di quel 2 giugno 2013, quando un'onda di amore per il Barletta aveva invaso il prato del "Puttilli" per festeggiare la vittoria-salvezza di Andria: oltre 2000 erano stati i tifosi presenti, pronti a rendere omaggio agli autori di un miracolo sportivo dopo una stagione tribolata. Oggi quel credito è disperso, e per recuperarlo serve una scossa, serve metterci la faccia: le prossime ore e gli sviluppi che porteranno in dote ci diranno quali saranno i "volti da copertina".
(Twitter: @GuerraLuca88)