Martino e Orlandi, il silenzio degli "innocenti"?

Dopo le dimissioni anticipate da Tatò, in casa-Barletta ci si interroga sul futuro di dg e allenatore

martedì 29 ottobre 2013 15.00
A cura di Luca Guerra
Le danze in via Vittorio Veneto sono aperte, ma chi si aspettava chiarimenti ufficiali, a mezzo conferenza stampa o incontri "aperti" ai tifosi, è sin qui rimasto deluso. Qualcosa però si è mosso, sebbene nel privato degli uffici del presidente biancorosso Roberto Tatò. Ieri sera il numero uno ad interim ( vista la scadenza al 30 giugno 2014 da lui stesso fissata) ha incontrato il direttore generale Gabriele Martino, con il quale non aveva avuto contatti nell'immediato post-partita. Quella tra i due è stata una riunione-fiume, protrattasi sono a fine serata: sul tavolo presente e futuro biancorosso, un tema irto di ostacoli, che è ben più di una semplice gatta da pelare oggi.

Martino nel calderone- Dall'incontro la posizione del direttore generale del Barletta Calcio sarebbe venuta fuori traballante: un film già visto, con protagonisti Tatò e il ds di turno, con il preludio dell'addio del presidente e il seguente licenziamento del direttore. La pellicola, sebbene con sfumature differenti- vedi alla voce "dimissioni minacciate" e non "annunciate", come avvenuto questa volta- potrebbe proporre un replay, dopo quanto avvenuto già con Pitino, Castagnini e Pavone, unico del trio a rassegnare le dimissioni. Il progetto biancorosso, per il quale non più di un mese fa Martino e Tatò predicavano pazienza, potrebbe venire meno proprio per il forfait dei due protagonisti: dimissionario l'uno, dimesso l'altro, con Martino che non può non essere rimasto colpito dall'annunciato addio di chi l'aveva di fatto reso plenipotenziario, riservandogli indubbi onori, e oggi lo investe degli oneri della gestione in solitaria della società sportiva Barletta Calcio, peso del quale parrebbe più facile sottrarsi che oberarsi. Le dimissioni di Tatò sono sembrate ai più- mutuando il gergo del poker- un "call", una puntata. Ora siamo al "river", è tempo di giocare a carte scoperte. Qualcuno seguirà il presidente?

Orlandi, filo doppio?- Chi ha assistito da spettatore non certo disinteressato all'incontro tra i due vertici di via Vittorio Veneto è stato mister Nevio Orlandi con il suo staff. Fortemente voluto da Martino, avallato da Tatò, il suo arrivo in marzo aveva portato la squadra alla rimonta che aveva condotto alla salvezza attraverso i playout. Dopo un'estate da vincente, l'allenatore di Casalmaggiore sta attraversando un grigio autunno, in cui la voce "vittorie" registra il numero 0 e il termine "bel gioco" risulta assente ingiustificato. Le colpe dell'allenatore sono presenti nel rendimento della squadra, dalla costruzione della rosa in estate alla latitanza di "garra" messa in campo spesso e volentieri dai biancorossi, fino alla carenza di condizione fisica spesso denotata in campo. Le glorie della salvezza sono state equamente tripartite: che si faccia lo stesso con le colpe di questo disastroso bimestre. Non si parla di dimissioni, ormai "fuori moda" in Italia, quanto di necessità di chiarezza, del bisogno di rompere una cortina di silenzio che vorrebbe sapere tanto di "innocenza", ma che sin qui ha solo il sapore di una resa anticipata. Ma a perdere è tutta la Barletta calcistica.
(Twitter:@GuerraLuca88)