Lega Pro, meno esoneri e più panettoni per gli allenatori?

Numeri in calo rispetto agli anni scorsi: solo 5 panchine saltate

mercoledì 22 ottobre 2014 00.46
A cura di Massimiliano Dipasquale
In un momento di profonda crisi economica, anche gli imprenditori che investono nel mondo del calcio decidono di spendere con parsimonia il proprio denaro. Se la scorsa stagione e in quelle precedenti gli esoneri erano quasi all'ordine del giorno, negli ultimi tempi la situazione si è capovolta: durante la scorsa annata con le due divisioni i cambi dopo 9 giornate erano stati 17, due anni fa 15 e tre anni fa 12. Un'inversione totale, che ha portato i presidenti della terza serie nazionale ad avere più pazienza con i propri allenatori e a concedergli più opportunità rispetto al passato.

Le ultime due panchine saltate in ordine di tempo sono quelle di Vincenzo Dal Canto e Raffaele Novelli, rispettivamente di Venezia e Aversa Normanna. Il tecnico salernitano sembra essere un vero e proprio habitué: dopo la sciagurata annata vissuta a Barletta, dove fu esonerato per ben due volte durante la stessa stagione, sono seguite le esperienze sfortunate sulla panchina della Vigor Lamezia e, appunto, quella con la squadra campana.

Tanti sono gli allenatori in cerca di occupazione, ma i patron cercano di tenere duro e di non mollare al primo ostacolo. Uno stipendio in più, di questi tempi, pesa parecchio. Meglio concedere una fiducia di facciata e sperare che le cose migliorino. Il tempo delle gestioni scellerate sembra appartenere al passato, tutte le squadre dalla Serie A alla Serie D si stanno adattando al periodo storico e gestiscono in maniera diversa la propria società. Certo, per certi versi questa gestione non può che fare bene al calcio italiano, ma per un qualsiasi tecnico è di vitale importanza sentire la fiducia dell'intero ambiente per potersi esprimere al massimo delle proprie capacità.

Il campionato non è entrato ancora nel vivo. La differenza fra chi deve raggiungere la salvezza e chi è costretto a navigare nei bassifondi non è incolmabile e di questo passo molti allenatori arriveranno tranquillamente a mangiare il panettone.