L’Annus Horribilis dello sport a tinte biancorosse

Dal fallimento del Barletta Calcio alla retrocessione della Cestistica: Barletta cade in basso

martedì 7 luglio 2015 00.00
A cura di Massimiliano Dipasquale
Barletta, sportivamente parlando, non fa più paura. Sembrano lontani gli anni in cui la Città della Disfida saliva agli onori nazionali grazie alle compagini come la Playbasket Barletta (basket femminile, ndr) e il Barletta Calcio, che durante gli anni '80 e inizi degli anni '90 hanno contribuito in maniera decisa allo sviluppo dello sport a livello cittadino. Superata quell'età "aurea", Barletta non è riuscita in nessun modo a ripetere l'exploit di quegli anni, rimanendo ferma al palo del dilettantismo salvo qualche doverosa eccezione. Negli anni si sono susseguiti una serie di presunti mecenati che hanno pontificato a destra e a manca, proferendo progetti per riportare la figura prorompente di Eraclio e di tutta la città dove merita. Risultati? Il "fallimento" della squadra maschile di pallacanestro che sul campo aveva portato a casa una sudata salvezza in DNC nel 2013, la ripartenza dalla C Regionale e la retrocessione in Serie D di quest'anno. il Circolo Tennis "Hugo Simmen" in soli due anni è retrocesso dalla serie A1 alla B1 e pochi giorni fa si è consumato il delitto perfetto: a causa di una scellerata gestione in mano a Giuseppe Perpignano, il Barletta Calcio ha dovuto chiudere i battenti e dichiarare la mancata iscrizione alla Lega Pro fra l'indifferenza dell'imprenditoria locale, oltre che delle stesse istituzioni.

La città è dotata di un palazzetto da 3105 posti a sedere, ma non da una formazione di pallacanestro degna di tale struttura. Se durante questi anni Capo d'Orlando e Montegranaro, giusto per citare due piccole realtà di provincia, sono riuscite a compiere la scalata verso la massima serie, perché a Barletta non si è mai pensato di tentare un'ascensione simile? Stessa storia per lo stadio "Cosimo Puttilli": pare che l'inizio dei lavori sia ormai vicino, ciò che manca è di fatto una squadra che rappresenti la città. Solo voci che si rincorrono e nulla più, al momento nessun imprenditore si è fatto avanti. A Parma Guido Barilla si è sentito quasi in debito con i suoi concittadini e ha deciso di contribuire alla rinascita sportiva della squadra. A Barletta si fa fatica a reperire qualcuno che contribuisca alla causa. Calcisticamente ed economicamente parlando non possiamo comparare le due piazze, è normale che un centro come quello romagnolo non abbia problemi a reperire energie imprenditoriali soprattutto per il recente passato, ma le forze economiche per riemergere ci sono anche qui. Quella che manca, forse, è la voglia di mettersi in gioco.

Per una Barletta che piange, ce n'è anche una che ride. E' quella dei cosiddetti sport minori: i Mad Bulls Barletta del presidente Manuel Marzocca hanno fatto il loro ingresso nella top ten del ranking Cif9, l'Asd Volley Barletta ha conquistato la salvezza in C con tanti prodotti del vivaio, l'atletica leggera vede i rappresentanti della Città della Disfida sugli scudi, mentre Cristian Barletta e Futsal Barletta sono state protagoniste nel campionato di Serie B pur non riuscendo a centrare la promozione.

Come quando finisce una storia d'amore, l'intero popolo biancorosso non ha ancora metabolizzato l'Annus horribilis che si è appena concluso. La ferita resta aperta. E ora, dopo un inevitabile ridimensionamento, la volontà di tutti deve essere quella di ripartire insieme. Ciò che sta accadendo in Puglia non può che essere un monito per il futuro: basta poco per tornare ad essere protagonisti.
(Twitter: @Massi_Dipa)