Infantino: «Domenica al "Puttilli" avrò i brividi»

Il centravanti de l'Aquila anticipa il ritorno a Barletta

giovedì 17 ottobre 2013 9.53
A cura di Luca Guerra
Un tuffo al cuore: questo sarà il ritorno al "Cosimo Puttilli" per Saveriano Infantino. Dopo essere risultato decisivo in più di un'occasione con il Barletta, "il bomber di Tolve" ha ricevuto il benservito due estati fa dalla società biancorossa, che non gli ha rinnovato il contratto scaduto a fine giugno 2012 dopo tre stagioni (66 presenze e 18 reti) per approdare a L'Aquila, in Seconda Divisione, dove ha guidato con 10 reti in 28 partite gli abruzzesi agli spareggi-promozione nella sfida-playoff con il Teramo, fino alla conquista della Prima Divisione. Oggi è nelle fila abruzzesi, con la cui maglia sin qui ha collezionato cinque presenze e un gol: a pochi giorni dal ritorno all'ombra di Eraclio, Infantino si è raccontato ai microfoni di Barlettalife.it tra emozioni e ricordi:

Saveriano, nell'ultima intervista rilasciata a Barlettalife.it, risalente a maggio scorso, avevi detto che la tua speranza era di vedere il Barletta salvo e l'Aquila in Prima Divisione. Ora ci siamo. Ti aspettavi che le due squadre arrivassero alla sfida in questa situazione di classifica?
«Onestamente no. Noi siamo una squadra con un'ottima intelaiatura; non mi aspettavo certamente di trovare un Barletta così in basso, pensavo avrebbero fatto parecchi punti in più. Sicuramente il fatto di aver cambiato alcuni calciatori può aver influenzato la falsa partenza dei biancorossi. Domenica mi aspetto una partita combattuta».

Per te quella verso domenica non è un'attesa come le altre.
«Ovviamente no, e non può essere altrimenti. Sto pensando già da qualche giorno al ritorno a Barletta. Già mi sento i brividi addosso e le farfalle nello stomaco: sarà difficile per me rientrare in quel campo con un'altra maglia, lo posso dire senza offendere nessuno».

A Barletta tre anni intensi, con una promozione, una salvezza e purtroppo alla fine quei playoff sfumati di un soffio. L'approdo eventuale ai playoff avrebbe potuto cambiare anche la tua carriera in biancorosso?
«Credo di sì. Il primo anno ho giocato e segnato con continuità, è andato tutto abbastanza bene. Nella seconda stagione ho patito qualche infortunio di troppo, invece nel terzo anno ho giocato pochino, in particolare nel girone di andata. Nella seconda parte, magari, se avessimo acciuffato i playoff, sarebbe cambiata la stagione per tutti. Questo non è avvenuto, e il presidente Tatò ha deciso di mandare via tutti o quasi».

Ad agosto è andato via l'ultimo "reduce" del tuo Barletta, Daniele Simoncelli. Con chi ti senti ancora dello staff e della piazza?
«Mi sento con il prof. Nanula, Ruggiero Napolitano che era nella società, continuo i contatti via Facebook e telefonicamente con tanti amici che ho lasciato a Barletta».

Tra i tuoi ex compagni, con chi hai mantenuto un rapporto più saldo?
«Sicuramente con Michele Menicozzo e Daniele Simoncelli. Quest'anno abbiamo fatto una bella rimpatriata, siamo andati al matrimonio di Cutrupi, c'era anche Manganaro. Con altri, come Guerri e Masiero, mi sento ancora. Eravamo davvero un bel gruppo».

Tre allenatori a Barletta. Chi ti ha lasciato di più tra Sciannimanico, Cari e Di Costanzo?
«Senza nulla togliere agli altri, direi mister Sciannimanico, ma non tanto per quanto mi ha fatto giocare, quanto perché mi ha dato la carica e la tranquillità per fare spesso bene. Anche con Di Costanzo e Cari il rapporto è stato buono, ma l'anno del salto in Prima Divisione è stato davvero fantastico, da custodire nell'album dei ricordi».

18 gol in 66 partite a Barletta. Stiliamo una "top three" delle tue reti in biancorosso?
«Al terzo posto ci metto la doppietta con l'Andria nel 3-2 del derby di marzo 2011, poi in seconda posizione direi il gol del momentaneo 2-2 contro il Siracusa, in vetta a tutti ovviamente c'è il centro del 2-2 a Brindisi, un'emozione quasi irripetibile».

Non sei titolare oggi a l'Aquila: davanti a te c'è De Sousa? E' lui il vostro segreto o il collettivo?
«Claudio è un ottimo calciatore: non è propriamente una prima punta, ma è bravissimo con i piedi e fa salire la squadra, è un grande attaccante. La nostra forza è la squadra, la compattezza del gruppo e il fatto che siamo molto affiatati, è quello che sin qui ci ha fruttato 16 punti».

L'attacco del Barletta sin qui non ha partorito reti in campionato: manca un Infantino?
«Questo non lo so, so solo che a Barletta sono stato davvero bene (ride, ndr)».

Chiudiamo con una previsione: che accoglienza ti aspetti domenica dal pubblico di Barletta?
«Non voglio immaginarlo, diciamo che mi aspetto un'accoglienza a sorpresa, ma spero e penso che sarà buona».

Lo dice con voce emozionata, Saveriano Infantino: domenica la piazza biancorossa è pronta a salutare un calciatore e un ragazzo alla quale è molto affezionata.
(Twitter: @GuerraLuca88)