Il dopo-partita: futuro biancorosso, la curva del Barletta dice la sua

Da uno striscione un "no" a Di Cosola, a fine partita sonora protesta verso Martino

sabato 16 novembre 2013 21.35
A cura di Luca Guerra
Metà del secondo tempo di Barletta-Viareggio, punteggio già sullo 0-2 in favore dei toscani, avanti sui biancorossi, ingrigiti nelle giocate e nell'animo per l'occasione: nel silenzio del "Puttilli" spunta uno striscione in Curva Nord, cuore del tifo biancorosso. "Meglio l'eccellenza che Di Cosola in dirigenza": chiaro il riferimento a Pasquale Di Cosola, imprenditore barlettano 43enne figlio del più noto Francesco che tra gli anni '80 e l'alba degli anni '90 ha detenuto la presidenza della S.S. Barletta Calcio, che in tempi recenti aveva rivelato il suo interesse per il sodalizio di via Vittorio Veneto.

La trattativa tra Di Cosola e il numero 1 biancorosso per la cessione delle quote del club di via Vittorio Veneto era stata storia nota nello scorso inverno, nonostante i continui dinieghi o smorzature di toni ai quali abbiamo assistito nel consueto "balletto" delle parti. I due presenti al tavolo non trovarono l'accordo- per motivazioni di sfumature diverse a seconda dell'interessato che si ascolta- e il Barletta rimase in mano a Roberto Tatò, che a fine stagione festeggiò la salvezza del club sul campo. Il resto è storia recente: i tanti interessamenti ventilati da Di Cosola e dai giornali circa altre società, dal Chieti all'Andria passando per il Martina Franca, ma non approdati a termine per contrasti da parte della controparte o mancanza di accordi, e l'addio deciso dal numero uno del sodalizio biancorosso. Quindi, tra i silenzi del presidente Roberto Tatò, dimissionario con decorrenza 1 luglio 2014, e oggi in attesa e dovizia di spiegazioni verso i tifosi, e il "ritorno alla carica" di colui che ha già cercato di comprare il Barletta Calcio un anno fa di questi tempi, gli "aficionados" dei colori biancorossi hanno fatto la loro scelta, sottolineata anche dagli applausi di buona parte del resto dello stadio.

Tra i tanti vuoti del "Puttilli" (oggi 1.165 gli spettatori presenti, un dato ulteriormente "drogato" in negativo dalla disputa sabatina) e il tepore venuto meno per gli esiti del campo, gli unici battiti di mano sentiti- al netto del costante sostegno alla causa dei giocatori in campo dato dalla curva- sono stati rivolti in direzione-Viareggio, dopo il secondo gol e l'uscita dal campo di Ighli Vannucchi in particolare: applausi tramutatisi in fischi al momento dell'uscita dal campo a fine partita del dg biancorosso Gabriele Martino, correo della navigazione in acque burrascose della caravella biancorossa, e oggi unico rappresentante della società di via Vittorio Veneto. Una scena già vista al termine della partita contro il Perugia di due settimane fa: allora, in luogo dei fischi e dell'indifferenza, però, la squadra uscì dal campo applaudita. Anche oggi Martino subissato di fischi mentre percorreva da solo la porzione di rettangolo verde che conduce dalle tribune agli spogliatoi. Quasi una metafora del vento che tira dalle parti del Barletta Calcio oggi: e come allora, va gli indiziati l'arduo compito di sostituire i fischi con urla di gioia e i demeriti del momento con il merito di un futuro all'altezza della piazza.
(Twitter: @GuerraLuca88)