Il Barletta ai raggi X: cosa non ha funzionato finora?
Difesa traballante, mediana senza muscoli e attacco privo di spunti
martedì 29 ottobre 2013
12.12
Quella che doveva essere la gara della svolta si è trasformata in una partita da incubo. Il Barletta esce nuovamente da Pagani con le ossa rotte, come era capitato anche lo scorso anno, e deve incassare la sfiducia del proprio pubblico nei confronti di una squadra che è tornata ad essere abulica e senza spina dorsale. Contro la Paganese, il Barletta ha palesato – semmai ce ne fosse ancora bisogno – una serie di limiti tecnico-tattici, che abbinati a quelli psicologici compongono un mix altamente pericoloso. Analizziamo reparto per reparto quali criticità si sono presentate nelle prime nove giornate di campionato, e quali invece risultano essere i punti fermi da cui ripartire per non scadere nell'anonimato
Difesa
Il reparto arretrato è quello che ha attirato le critiche più aspre. Nella scorsa stagione, la solidità difensiva era la caratteristica principale del Barletta, la forza che ha portato alla salvezza del 3 giugno. A distanza di cinque mesi, gli interpreti non sono cambiati, ma i gol subiti cominciano ad essere tanti. A cosa è dovuto questo improvviso indebolimento? I troppi gol subiti sono tutti imputabili all'addio di Molina che garantiva qualità e quantità sia in fase difensiva che in fase offensiva? La verità sta, come sempre, nel mezzo. L'unica conferma ai livelli della scorsa stagione arriva dal portiere: se si tralascia l'episodio della rete di Carcione, sinora Liverani si è ben comportato. Passando invece ad analizzare le prestazioni del parco-centrali, scopriamo che il calo di rendimento di Camilleri e Romeo – anche a causa di una condizione fisica probabilmente approssimativa – sta condizionando tutto il pacchetto arretrato, e Maccarone non ha ancora convinto appieno, alternando prestazioni positive ad alcune ingenuità. Discorso a parte merita Di Bella, che finora, ad eccezione della trasferta di Pagani, ha fatto vedere buone cose, dimostrando generosità e concentrazione. Basterà questo per invertire la rotta?
Centrocampo
La mediana rappresenta il reparto numericamente più dotato in casa Barletta Calcio. Mister Orlandi ha disposto sinora di diverse opzioni a disposizione, ma raramente il reparto ha funzionato in maniera adeguata. Troppo spesso capitan Allegretti sembrava predicare nel deserto, e quando l'apporto del regista è venuto meno, il Barletta è apparso spento, quasi privo di un punto di riferimento. Chi più, chi meno, tutti a centrocampo hanno deluso le aspettative. Il rendimento di Prutsch è apparso in calo rispetto alla scorsa stagione, mentre la coppia Mantovani-Branzani ha un rendimento fin troppo altalenante per regalare garanzie nella zona nevralgica del campo. Resta ancora un'incognita Ilari, impiegato sinora con il contagocce, e anche il francesino Legras alterna cose positive (finora bene solo contro l'Aquila) a giornate buie. Tutti gli interpreti, però, hanno una caratteristica in comune: nessuno è in grado di contrastare in maniera adeguata le avanzate degli avversari. Manca un uomo alla Gattuso, un medianaccio vecchio stile che trascorre novanta minuti attaccato alle caviglie altrui alla ricerca di palloni preziosi. Se poi alle mancanze ci aggiungiamo anche gli infortuni, la questione si complica, e l'assenza di Allegretti per 30 giorni avrà il suo peso. Note più liete arrivano dagli esterni. Cane finora è stato una piacevole scoperta, è in grado di crescere e migliorare ancora tanto, sia in fase offensiva, sia in fase difensiva, dove mostra ancora qualche limite. Sufficiente anche l'apporto dei vari Pippa, Cascione e D'Errico, anche se dall'ex Andria è lecito attendersi qualcosa in più, visto che è uno dei pochi in grado di saltare l'uomo con una certa facilità.
Attacco
Il reparto avanzato rappresenta uno dei crucci più importanti di questa stagione. Non certo per gli interpreti, che in più di un'occasione hanno dimostrato di sudare la maglia, quanto per un atteggiamento globale della squadra teso più a difendere che ad attaccare. In fase avanzata, se si fa eccezione per la partita contro l'Aquila e per la seconda di campionato in casa-Ascoli, difficilmente il Barletta è riuscito a creare tante occasioni da rete. Agli attaccanti, che spesso sono isolati, non arrivano tanti palloni giocabili. A Pagani le assenze di Allegretti e D'Errico, che in maniera differente regalano imprevedibilità alla squadra, si sono fatte sentire, e anche la misteriosa tribuna concessa a Cicerelli di certo non aiuta a migliorare le caratteristiche di un reparto che sta avendo diversi problemi. Se a tutto ciò ci aggiungiamo il ko di Andrea La Mantia, il peso dell'attacco resta sulle spalle di 2-3 uomini. E se pensiamo che a Pagani il migliore è stato il baby Giovanni Morsillo, un attaccante classe 1996 "promosso" dalla Berretti, ben si capiscono le difficoltà non solo dell'intero reparto, ma anche di tutta la squadra.
Difesa
Il reparto arretrato è quello che ha attirato le critiche più aspre. Nella scorsa stagione, la solidità difensiva era la caratteristica principale del Barletta, la forza che ha portato alla salvezza del 3 giugno. A distanza di cinque mesi, gli interpreti non sono cambiati, ma i gol subiti cominciano ad essere tanti. A cosa è dovuto questo improvviso indebolimento? I troppi gol subiti sono tutti imputabili all'addio di Molina che garantiva qualità e quantità sia in fase difensiva che in fase offensiva? La verità sta, come sempre, nel mezzo. L'unica conferma ai livelli della scorsa stagione arriva dal portiere: se si tralascia l'episodio della rete di Carcione, sinora Liverani si è ben comportato. Passando invece ad analizzare le prestazioni del parco-centrali, scopriamo che il calo di rendimento di Camilleri e Romeo – anche a causa di una condizione fisica probabilmente approssimativa – sta condizionando tutto il pacchetto arretrato, e Maccarone non ha ancora convinto appieno, alternando prestazioni positive ad alcune ingenuità. Discorso a parte merita Di Bella, che finora, ad eccezione della trasferta di Pagani, ha fatto vedere buone cose, dimostrando generosità e concentrazione. Basterà questo per invertire la rotta?
Centrocampo
La mediana rappresenta il reparto numericamente più dotato in casa Barletta Calcio. Mister Orlandi ha disposto sinora di diverse opzioni a disposizione, ma raramente il reparto ha funzionato in maniera adeguata. Troppo spesso capitan Allegretti sembrava predicare nel deserto, e quando l'apporto del regista è venuto meno, il Barletta è apparso spento, quasi privo di un punto di riferimento. Chi più, chi meno, tutti a centrocampo hanno deluso le aspettative. Il rendimento di Prutsch è apparso in calo rispetto alla scorsa stagione, mentre la coppia Mantovani-Branzani ha un rendimento fin troppo altalenante per regalare garanzie nella zona nevralgica del campo. Resta ancora un'incognita Ilari, impiegato sinora con il contagocce, e anche il francesino Legras alterna cose positive (finora bene solo contro l'Aquila) a giornate buie. Tutti gli interpreti, però, hanno una caratteristica in comune: nessuno è in grado di contrastare in maniera adeguata le avanzate degli avversari. Manca un uomo alla Gattuso, un medianaccio vecchio stile che trascorre novanta minuti attaccato alle caviglie altrui alla ricerca di palloni preziosi. Se poi alle mancanze ci aggiungiamo anche gli infortuni, la questione si complica, e l'assenza di Allegretti per 30 giorni avrà il suo peso. Note più liete arrivano dagli esterni. Cane finora è stato una piacevole scoperta, è in grado di crescere e migliorare ancora tanto, sia in fase offensiva, sia in fase difensiva, dove mostra ancora qualche limite. Sufficiente anche l'apporto dei vari Pippa, Cascione e D'Errico, anche se dall'ex Andria è lecito attendersi qualcosa in più, visto che è uno dei pochi in grado di saltare l'uomo con una certa facilità.
Attacco
Il reparto avanzato rappresenta uno dei crucci più importanti di questa stagione. Non certo per gli interpreti, che in più di un'occasione hanno dimostrato di sudare la maglia, quanto per un atteggiamento globale della squadra teso più a difendere che ad attaccare. In fase avanzata, se si fa eccezione per la partita contro l'Aquila e per la seconda di campionato in casa-Ascoli, difficilmente il Barletta è riuscito a creare tante occasioni da rete. Agli attaccanti, che spesso sono isolati, non arrivano tanti palloni giocabili. A Pagani le assenze di Allegretti e D'Errico, che in maniera differente regalano imprevedibilità alla squadra, si sono fatte sentire, e anche la misteriosa tribuna concessa a Cicerelli di certo non aiuta a migliorare le caratteristiche di un reparto che sta avendo diversi problemi. Se a tutto ciò ci aggiungiamo il ko di Andrea La Mantia, il peso dell'attacco resta sulle spalle di 2-3 uomini. E se pensiamo che a Pagani il migliore è stato il baby Giovanni Morsillo, un attaccante classe 1996 "promosso" dalla Berretti, ben si capiscono le difficoltà non solo dell'intero reparto, ma anche di tutta la squadra.