Filo diretto con Cascia, parola a Marco Cane

Il nuovo terzino del Barletta: «a Barletta per continuare a far bene»

venerdì 9 agosto 2013 11.45
A cura di Massimiliano Dipasquale
Nato ad Imperia il 26 settembre 1992, Marco Cane sembra essere pronto al salto di qualità. Lo scorso anno con la maglia dell'Aprilia ha collezionato ben 26 presenze, conquistando con la squadra laziale l'accesso ai playoff. Nella stagione precedente, l'esterno ligure, ha militato nelle fila della Vigor Lamezia, società con la quale ha disputato 32 partite realizzando 5 gol. In carriera ha sempre reso meglio in un centrocampo a 5 che in una difesa 4, vista la sua abilità ad arrivare sul fondo.

«Credo che il cambio di categoria- ha esordito Cane- sia molto importante. Io ho 20 anni, vengo da due stagioni positive in Seconda Divisione e avevo voglia di cercare nuove sfide, anche se non spetta dire a me se sono pronto. Parlando con miei vecchi compagni mi hanno detto che è una società sana, seria e in città si sta benissimo, quindi non ho avuto problemi ad accettare Barletta. Credo di essermi integrato bene nel gruppo: sin da subito i ragazzi hanno cercato di mettermi a mio agio sia in campo che fuori. Sono un ragazzo a cui piace tanto scherzare, magari i miei nuovi compagni utilizzano il mio cognome "impropriamente", ma va bene così (ride, ndr). Ritornando seri, ho trovato delle persone molto preparate che possono aiutarmi a migliorare nel rendimento. Il mio idolo sin da sempre è stato Maggio, speriamo di arrivare a fare quello che ha fatto lui, anche se è un po' difficile (ride, ndr). Entrare in uno stadio come il "Puttilli" sarà una grande emozione, soprattutto per la presenza massiccia del popolo biancorosso e del calore che ci daranno. Quello che sta per iniziare sarà un campionato competitivo sotto tutti i punti di vista: partendo dal presupposto che ci sono alcune squadre esperte fatte per vincere il campionato, anche le squadre con molti giovani riusciranno a fare bene secondo il mio parere. Bisogna dare spazio ai giovani e allo stesso tempo non mettere da parte gli over. Nel tempo poi si vedrà chi davvero può ambire a categorie superiori e chi ha giocato in Prima o Seconda Divisione solo per i contributi. Le società su questo problema, se così può essere definito, non può giocarci su e deve necessariamente attuare scelte ponderate.»
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