Dino Bitetto e quell'accoglienza da ex al "Puttilli"
Ieri l'allenatore del Melfi omaggiato dal pubblico biancorosso
lunedì 17 novembre 2014
17.00
«Mi hanno detto dalla panchina di un coro dedicato a me. Ho vinto un campionato di Eccellenza qui a Barletta, so cosa sanno dare questi tifosi, so della loro passione, li conosco bene e mi fa davvero piacere. Ricambio l'affetto». Sintetico ma denso di emozioni e ricordi, così Leonardo Bitetto, conosciuto nell'ambiente calcistico come "Dino", ha accolto il coro di sostegno tributatogli dal "Cosimo Puttilli" ieri durante il match contro il Melfi, chiuso sullo 0-0.
Applausi che risuonavano di ricordi graditi: correva il 28 giugno 1998 quando i biancorossi conquistavano la promozione nel Campionato Nazionale Dilettanti (l'attuale Serie D) grazie alla vittoria nella doppia Finale dei Play-Off di Eccellenza contro il Villa d'Agri (2-0 per i biancorossi tra le mura amiche con una doppietta di Rocco Corbo dopo lo 0-0 della gara di andata di 7 giorni prima). Una promozione che riscattava le delusioni del fallimento dell'era-Di Cosola, la ripartenza dall'Eccellenza e la sconfitta nella Semifinale Play-Off di Eccellenza del 1996 contro il Corigliano. A guidare quella squadra in panchina vi era appunto Dino Bitetto: una carriera spesa da calciatore tra Bari, Matera e Siracusa, e in panchina tra Trani, Molfetta, Bisceglie e Castrovillari prima di approdare nel 1997 all'ombra di Eraclio.
Da quel 1997/1998 tanta acqua è passata sotto i ponti del calcio regionale, ma di Bitetto restano l'onestà intellettuale e la capacità di far giocare bene le sue squadre, con un calcio logico, ragionato e mai sopra le righe. In sala stampa si è presentato con tranquillità, rispondendo alle domande dei cronisti quasi come se fosse a casa, rilassato e capace di prendere il calcio non troppo sul serio: anche il Melfi ammirato ieri al "Puttilli", elastico, lucido nelle giocate e abile già a imporsi pur senza passare in campi complicati come Salerno, con un'età media da "Under 21", è frutto delle sue strategie. Il pubblico riconosce anche quello, e lo ricorda a 16 anni di distanza: con riconoscenza, apprezzando la cultura del lavoro di cui Bitetto è sempre stato fautore.
(Twitter: @GuerraLuca88)
Applausi che risuonavano di ricordi graditi: correva il 28 giugno 1998 quando i biancorossi conquistavano la promozione nel Campionato Nazionale Dilettanti (l'attuale Serie D) grazie alla vittoria nella doppia Finale dei Play-Off di Eccellenza contro il Villa d'Agri (2-0 per i biancorossi tra le mura amiche con una doppietta di Rocco Corbo dopo lo 0-0 della gara di andata di 7 giorni prima). Una promozione che riscattava le delusioni del fallimento dell'era-Di Cosola, la ripartenza dall'Eccellenza e la sconfitta nella Semifinale Play-Off di Eccellenza del 1996 contro il Corigliano. A guidare quella squadra in panchina vi era appunto Dino Bitetto: una carriera spesa da calciatore tra Bari, Matera e Siracusa, e in panchina tra Trani, Molfetta, Bisceglie e Castrovillari prima di approdare nel 1997 all'ombra di Eraclio.
Da quel 1997/1998 tanta acqua è passata sotto i ponti del calcio regionale, ma di Bitetto restano l'onestà intellettuale e la capacità di far giocare bene le sue squadre, con un calcio logico, ragionato e mai sopra le righe. In sala stampa si è presentato con tranquillità, rispondendo alle domande dei cronisti quasi come se fosse a casa, rilassato e capace di prendere il calcio non troppo sul serio: anche il Melfi ammirato ieri al "Puttilli", elastico, lucido nelle giocate e abile già a imporsi pur senza passare in campi complicati come Salerno, con un'età media da "Under 21", è frutto delle sue strategie. Il pubblico riconosce anche quello, e lo ricorda a 16 anni di distanza: con riconoscenza, apprezzando la cultura del lavoro di cui Bitetto è sempre stato fautore.
(Twitter: @GuerraLuca88)