Bianco, rosso e Pagellone: un attacco di sprechi
Diamo i voti al Barletta 2012/2013
lunedì 10 giugno 2013
4.00
Fine stagione, tempo di bilanci: con "Bianco, rosso e Pagellone" la redazione sportiva di Barlettalife.it dà i voti ai reparti di gioco del Barletta Calcio, edizione 2012/2013. Chiudiamo con l'attacco.. Riviviamo la stagione dei protagonisti attraverso i numeri:
Riccardo Barbuti 5: il ragazzo è giovane e alla prima esperienza in campionati professionistici. Giunto all'ombra di Eraclio come esterno d'attacco per l'eventuale tridente, per necessità ben presto viene "dirottato" da Novelli al centro dell'attacco. Le sue prime prestazioni sono sufficienti, incoraggianti. Arriva anche il gol, contro il Pisa, una rete importante che vale il primo punto in campionato. Poi, più nulla. Per Barbuti comincia una lenta ma inesorabile discesa, un oblio fatto da una marea di reti sbagliate. Gli infortuni gli complicano ulteriormente la stagione. Anche Orlandi prova a concedergli fiducia, poi decide di affidarsi stabilmente a La Mantia per poter puntare ad un gioco diverso. Probabilmente non ha ancora il fisico per reggere da solo il peso dell'intero attacco, e la sua valutazione risente piuttosto dei gol sbagliati, ma la pro positività e lo spirito di adattamento ad un ruolo non suo rendono l'insufficienza meno grave del previsto;
Mirko Carretta 5.5: per il simpatico ragazzi di Gallipoli una stagione a due volti. Dopo un inizio propositivo, conquista la fiducia di Novelli, ma in campo non è costante, alternando buone giocate a periodi "no". Il primo gol arriva a ridosso delle vacanze natalizie, contro il "suo" Benevento, poi cala progressivamente, non offrendo quel rendimento che tutti si aspettavano. Ma, si sa, il calcio è imprevedibile, e l'occasione del riscatto arriva nel finale di stagione. Orlandi lo impiega con il contagocce, ma tra maggio e giugno lui scalpita, si fa notare e da il suo apporto. Torna a segnare contro il Viareggio, ma la cosa più importante è che porta la sua firma il gol della salvezza, quello che decide il derby con l'Andria, condannando i cugini alla Seconda Divisione. Al "Degli Ulivi" non esulta, quasi per "scusarsi" della rete appena segnata, ma in casa biancorossa sanno che quel gol vale una stagione. Mezzo voto in meno per quella promessa non mantenuta di buttarsi a mare in caso di gol salvezza.
Emanuele Pio Cicerelli 6.5: il più classico degli "assi nella manica". Quando meno te lo aspetti, il "crack" arriva dal giocatore più inaspettato. "Promosso" stabilmente dalla Berretti in Prima Squadra, per l'esterno di Manfredonia nato nel 1994 arriva una progressiva consacrazione. Parte come la "mascotte" del gruppo e della tifoseria, ma con autorità e sicurezza strappa applausi per le sue giocate belle e al contempo efficaci. Segna un gran bel gol contro la Carrarese, un gol che in un attimo gli cancella lo status di "promessa" per regalargli quello di "certezza". Rimane fortunatamente con i piedi per terra, nonostante gli elogi e le sirene. Certamente sente la tensione nei match più importanti (vedi le due partite di playout), ma il suo apporto non viene mai meno. Merita una riconferma per quanto di buono fatto vedere, ma anche perché, pur essendo un 18enne, dimostra la maturità di un calciatore navigato.
Daniel Ferreira 4: la sua stagione è esattamente spaccata a metà, ma non nel senso vero e proprio del termine. Si tratta più che altro del più classico passaggio "dalla padella alla brace". Nella prima parte di stagione con Novelli alla guida del Barletta, gioca spesso titolare, alternando prestazioni sufficienti ad altre al limite di qualche film dell'orrore. Con Stringara la fiducia gli viene rinnovata, ma i risultati in campo sono tutt'altro che soddisfacenti. Da gennaio in poi, inoltre, il suo diventa una specie di caso "nazionale", su cui il noto programma televisivo "Chi l'ha visto?" potrebbe dedicare intere puntate. Complici la più classica delle "saudade", un adattamento non perfetto a Barletta e un carattere non facile, dopo le vacanze natalizie non torna più a Barletta. Su di lui ancora resta un alone di mistero, ma non è certo bello lasciare la barca proprio mente rischia di affondare…;
Andrea La Mantia 6: arriva a Barletta nelle ultime ore di calciomercato, ma, non avendo svolto la preparazione con la squadra, durante il primo mese in biancorosso gioca davvero con il contagocce, collezionando la bellezza di 105 minuti in 6 giornate segnando 2 gol. Complici le non perfette condizioni di Barbuti, l'ex Frosinone conquista la fiducia dei vari tecnici che si avvicendano sulla panchina del Barletta, ma le sue prestazioni non risultano mai esaltanti. Divora tanti gol, anche quando sarebbe importante mettere la palla in rete. Nel finale di stagione arriva la tanto attesa scossa. La Mantia sfodera gli artigli, e torna a segnare contro il Prato dopo 6 mesi di "astinenza", rendendosi più che utile alla causa con prestazioni finalmente all'altezza della situazione. I gol sprecati non mancano, ma quelli segnati valgono doppio. O addirittura triplo, come quello del playout d'andata, quando punisce la sua ex squadra con un 2-0 in contropiede. Per quanto fatto vedere nell'ultimo mese, per lui gli applausi sono più che meritati.
Daniele Simoncelli 5.5: senza ombra di dubbio, questa stagione per il "Sic" è stata la peggiore in biancorosso. Pur essendo uno dei "veterani" del gruppo, riesce difficilmente ad accettare i dettami tattici imposti da mister Novelli, e nella prima parte di stagione gioca titolare soltanto contro il Perugia e a Sorrento. Fisicamente non sta male, vorrebbe scendere in campo per contribuire alla causa biancorossa, ma da gran signore accetta la panchina ingoiando tanti rospi. Con Stringara la musica cambia, ma solo perché viene incredibilmente riproposto come prima punta. L'impegno non manca, ma si vede lontano un miglio che quello non è il suo ruolo. Con il "Novelli bis", per Simoncelli comincia un mini-calvario: scende in campo solo per 16 minuti in 7 partite, collezionando ben 6 tribune. Orlandi gli restituisce quella fiducia che gli era stata tolta, e il ragazzo di Cattolica ripaga il tecnico con alcune prestazioni sufficienti. Doveva essere per lui la stagione della definitiva consacrazione, è stata per il "Sic" come la peggiore "notte delle streghe".
Riccardo Barbuti 5: il ragazzo è giovane e alla prima esperienza in campionati professionistici. Giunto all'ombra di Eraclio come esterno d'attacco per l'eventuale tridente, per necessità ben presto viene "dirottato" da Novelli al centro dell'attacco. Le sue prime prestazioni sono sufficienti, incoraggianti. Arriva anche il gol, contro il Pisa, una rete importante che vale il primo punto in campionato. Poi, più nulla. Per Barbuti comincia una lenta ma inesorabile discesa, un oblio fatto da una marea di reti sbagliate. Gli infortuni gli complicano ulteriormente la stagione. Anche Orlandi prova a concedergli fiducia, poi decide di affidarsi stabilmente a La Mantia per poter puntare ad un gioco diverso. Probabilmente non ha ancora il fisico per reggere da solo il peso dell'intero attacco, e la sua valutazione risente piuttosto dei gol sbagliati, ma la pro positività e lo spirito di adattamento ad un ruolo non suo rendono l'insufficienza meno grave del previsto;
Mirko Carretta 5.5: per il simpatico ragazzi di Gallipoli una stagione a due volti. Dopo un inizio propositivo, conquista la fiducia di Novelli, ma in campo non è costante, alternando buone giocate a periodi "no". Il primo gol arriva a ridosso delle vacanze natalizie, contro il "suo" Benevento, poi cala progressivamente, non offrendo quel rendimento che tutti si aspettavano. Ma, si sa, il calcio è imprevedibile, e l'occasione del riscatto arriva nel finale di stagione. Orlandi lo impiega con il contagocce, ma tra maggio e giugno lui scalpita, si fa notare e da il suo apporto. Torna a segnare contro il Viareggio, ma la cosa più importante è che porta la sua firma il gol della salvezza, quello che decide il derby con l'Andria, condannando i cugini alla Seconda Divisione. Al "Degli Ulivi" non esulta, quasi per "scusarsi" della rete appena segnata, ma in casa biancorossa sanno che quel gol vale una stagione. Mezzo voto in meno per quella promessa non mantenuta di buttarsi a mare in caso di gol salvezza.
Emanuele Pio Cicerelli 6.5: il più classico degli "assi nella manica". Quando meno te lo aspetti, il "crack" arriva dal giocatore più inaspettato. "Promosso" stabilmente dalla Berretti in Prima Squadra, per l'esterno di Manfredonia nato nel 1994 arriva una progressiva consacrazione. Parte come la "mascotte" del gruppo e della tifoseria, ma con autorità e sicurezza strappa applausi per le sue giocate belle e al contempo efficaci. Segna un gran bel gol contro la Carrarese, un gol che in un attimo gli cancella lo status di "promessa" per regalargli quello di "certezza". Rimane fortunatamente con i piedi per terra, nonostante gli elogi e le sirene. Certamente sente la tensione nei match più importanti (vedi le due partite di playout), ma il suo apporto non viene mai meno. Merita una riconferma per quanto di buono fatto vedere, ma anche perché, pur essendo un 18enne, dimostra la maturità di un calciatore navigato.
Daniel Ferreira 4: la sua stagione è esattamente spaccata a metà, ma non nel senso vero e proprio del termine. Si tratta più che altro del più classico passaggio "dalla padella alla brace". Nella prima parte di stagione con Novelli alla guida del Barletta, gioca spesso titolare, alternando prestazioni sufficienti ad altre al limite di qualche film dell'orrore. Con Stringara la fiducia gli viene rinnovata, ma i risultati in campo sono tutt'altro che soddisfacenti. Da gennaio in poi, inoltre, il suo diventa una specie di caso "nazionale", su cui il noto programma televisivo "Chi l'ha visto?" potrebbe dedicare intere puntate. Complici la più classica delle "saudade", un adattamento non perfetto a Barletta e un carattere non facile, dopo le vacanze natalizie non torna più a Barletta. Su di lui ancora resta un alone di mistero, ma non è certo bello lasciare la barca proprio mente rischia di affondare…;
Andrea La Mantia 6: arriva a Barletta nelle ultime ore di calciomercato, ma, non avendo svolto la preparazione con la squadra, durante il primo mese in biancorosso gioca davvero con il contagocce, collezionando la bellezza di 105 minuti in 6 giornate segnando 2 gol. Complici le non perfette condizioni di Barbuti, l'ex Frosinone conquista la fiducia dei vari tecnici che si avvicendano sulla panchina del Barletta, ma le sue prestazioni non risultano mai esaltanti. Divora tanti gol, anche quando sarebbe importante mettere la palla in rete. Nel finale di stagione arriva la tanto attesa scossa. La Mantia sfodera gli artigli, e torna a segnare contro il Prato dopo 6 mesi di "astinenza", rendendosi più che utile alla causa con prestazioni finalmente all'altezza della situazione. I gol sprecati non mancano, ma quelli segnati valgono doppio. O addirittura triplo, come quello del playout d'andata, quando punisce la sua ex squadra con un 2-0 in contropiede. Per quanto fatto vedere nell'ultimo mese, per lui gli applausi sono più che meritati.
Daniele Simoncelli 5.5: senza ombra di dubbio, questa stagione per il "Sic" è stata la peggiore in biancorosso. Pur essendo uno dei "veterani" del gruppo, riesce difficilmente ad accettare i dettami tattici imposti da mister Novelli, e nella prima parte di stagione gioca titolare soltanto contro il Perugia e a Sorrento. Fisicamente non sta male, vorrebbe scendere in campo per contribuire alla causa biancorossa, ma da gran signore accetta la panchina ingoiando tanti rospi. Con Stringara la musica cambia, ma solo perché viene incredibilmente riproposto come prima punta. L'impegno non manca, ma si vede lontano un miglio che quello non è il suo ruolo. Con il "Novelli bis", per Simoncelli comincia un mini-calvario: scende in campo solo per 16 minuti in 7 partite, collezionando ben 6 tribune. Orlandi gli restituisce quella fiducia che gli era stata tolta, e il ragazzo di Cattolica ripaga il tecnico con alcune prestazioni sufficienti. Doveva essere per lui la stagione della definitiva consacrazione, è stata per il "Sic" come la peggiore "notte delle streghe".