Barletta, punto e a capo prima del riposo

A Lecce zero gol al passivo ma mai pericolosi, biancorossi convalescenti

lunedì 7 ottobre 2013 2.03
A cura di Luca Guerra
Il derby dei "poveri", così come era stato ribattezzato per questioni di classifica e di minore tradizione rispetto ad altre sfide tra corregionali in Puglia, ha avuto l'effetto di una tachipirina per Lecce e Barletta: dopo lo 0-0 del "Via del Mare", squadre convalescenti ma non più in pericolo di fine stagione anticipata, come paventato nella settimana che ha preceduto la sfida. I biancorossi di Orlandi hanno badato al sodo, rievocando a molti il catenaccio applicato dalla Triestina del pàron Nereo Rocco negli anni '40: palla lunga, pedalare e tenere inviolata la porta. Compitino minimo svolto, 0-0 e "bottino" portato a casa dopo tre finali a mani vuote, vuotissime.

Difesa ok, punto di ripartenza
La nota lieta del ritorno in terra salentina a 26 anni di distanza (allora fu ko per 1-2) è senza dubbio la rinnovata solidità difensiva: quella che era stata un'arma fondamentale per il Barletta di Orlandi nel finale della scorsa stagione, aveva ceduto il passo per sei volte nei primi cinque incontri di campionato, mostrando falle sconosciute. Ieri l'allenatore di Casalmaggiore ha restituito maggiore logica al reparto, inserendo Cane a destra, imponendo a Romeo la marcatura ad personam di Miccoli, e impostando di fatto una linea a 5, che ha difeso molto bassa ma ha ballato seriamente solo in tre occasioni, su altrettanti cross, tenendo di fatto botta al continuo pressing salentino. Chiudere con zero centri al passivo una sfida nella quale si è difeso stato quasi sempre nella propria metà campo non è impresa facile, questa volta riuscita al Barletta: non si può però essere contenti quando ci si limita al "non-gioco", esiziale sarebbe non fare di questo un punto di partenza e non un punto di arrivo.

D'Errico-Picci-Cicerelli: polveri bagnate, "record" intatto
Ieri Orlandi è passato al tridente, soluzione già testata con volti diversi nella sfida di Coppa Italia Lega Pro, vinta per 3-1 contro la Paganese. La costante è stata rappresentata da Picci al centro, mentre Mastroberti e Morsillo sono stati rimpiazzati dai titolari D'Errico e Cicerelli. Niente 4-3-3, ma un 3-4-3 di fatto mutabile in 5-4-1. Ne sono venuti fuori tanto movimento, pochissimi scambi tra i componenti del reparto avanzato e un solo tiro nello specchio della porta, un mancino "telefonato" di Mantovani al 92', eccezion fatta per il centro annullato a Picci per off-side in avvio di ripresa. Dopo essersi sbloccati in Coppa, Picci e Cicerelli hanno di fatto giocato sempre spalle alla porta o a 40 metri da Perucchini, costretti a uno sfiancante ma spesso efficace lavoro di pressing in fase difensiva. E' mancata del tutto la fase di ripartenza, con D'Errico in giornata-no. La via numerica (i tre in linea) sembra la più adatta agli avanti biancorossi: ad Orlandi trovare amalgama e giusta intesa per togliersi la "macchia" di unica squadra del calcio professionistico senza centri all'attivo in campionato.

Allegretti, luce da riaccendere
Tra le note dolenti di questo avvio di stagione nell'orchestra biancorossa rischia di inserirsi il suo direttore, Riccardo Allegretti: dal suo rientro avvenuto contro il Prato, il capitano sembra non aver ancora ritrovato il giusto smalto, e la manovra nel cuore del rettangolo verde ne risente. Anche ieri a Lecce si è visto un Allegretti affaticato, fattore probabilmente dovuto anche al passaggio alla linea di mezzo a 4, e poco lucido in fase di gestione della sfera. La sua luce è fìoca nella già oscura impostazione di gioco biancorossa: occorre riportarne ai consueti, eccezionali, livelli fisico e spirito per riaccendere la lampadina. Il Barletta e i suoi tifosi chiedono a "Re Riccardo", così come è stato ribattezzato dopo la cavalcata-salvezza della scorsa stagione, di tirare la squadra via dalle ombre dell'anonimato, ora sta anche ad Allegretti farsi dote di spalle larghe e (ri)caricarsi il peso della manovra sulle spalle. Anche ieri, come visto già contro la Salernitana, il capitano è stato molto presente nel sostenere e redarguire a parole i compagni, segno di una consapevolezza della sua importanza come riferimento. L'abbiamo già scritto in passato: se sarà necessario lanciare gli stracci, che sia fatto, se questo serve a rinvigorire forze e menti presenti in organico.

Riposo forzato, marce da ingranare
Difesa che aspira a tornare il bunker di un tempo, attacco che numericamente non può fare peggio. Il Barletta che torna da Lecce tarda quindi ad assaporare il gusto della vittoria, ma al tempo stesso sembra che a piccoli passi la rosa stia riconquistando granelli di fiducia e autostima per cercare di evitare un annus horribilis, non tanto per "spauracchi" (vedi retrocessione) che il regolamento non prevede, quanto per il rischio che con il passare delle giornate gli "stakeholders" biancorossi diventino sempre meno. Ora il calendario propone il turno di riposo per i biancorossi, attesi al ritorno in campo il 20 ottobre al "Puttilli" contro L'Aquila, seconda forza e rivelazione del campionato con il Pontedera capolista: due realtà che arrivano dalla Seconda Divisione e rappresentano esempi di progetto da seguire. Due settimane per lavorare su intensità, forma fisica e mentalità. Questo il prossimo menù in casa biancorossa, per evitare che il piatto pianga e permettere che gli antipasti visti ieri al "Via del Mare" diventino sazianti porzioni per i tifosi.
(Twitter: @GuerraLuca88)