Barletta, dove il silenzio (non) è d'oro

Domani il presidente Tatò non sarà allo stadio, si attendono le sue parole dopo l'addio anticipato

sabato 2 novembre 2013 15.52
A cura di Luca Guerra
"Non mi dimetto", "Il progetto-Barletta non si ferma", "Non sento sfiducia di ambiente e squadra", "Siamo tranquilli e lavoriamo tutti compatti". A sentire le dichiarazioni rilasciate tra giovedì e questa mattina da parte di due componenti della "trinità" biancorossa, il direttore generale Gabriele Martino prima e l'allenatore Nevio Orlandi poi, sembra quasi che quella che sta avvicinando il Barletta alla complicata sfida con il Perugia, in programma domani pomeriggio al "Cosimo Puttilli" per il decimo turno di campionato, sia una settimana come le altre: peccato che il "progetto" biancorosso abbia perso da sei giorni, sebbene con addio procrastinato a giugno 2014, il suo vertice, il presidente Roberto Tatò, fresco di dimissioni e praticamente in silenzio da domenica scorsa, dove le sue parole erano arrivate solo a mezzo comunicato ufficiale.

"Alla luce dei risultati sin qui ottenuti, nell'ammettere errori di cui mi assumo tutte le responsabilità, ritengo che la mia esperienza calcistica sia giunta al termine. Sento inoltre di dover chiedere scusa a tutti i tifosi per non essere stato in grado di dare loro le soddisfazioni che meritano. Comunico comunque che garantirò la regolare conclusione del campionato al 30 giugno 2014" aveva comunicato Tatò domenica. Gli errori, appunto: i principali imputati di questo avvio di stagione, a volte ammessi tardivamente, altre volte mai ammessi. Martino e Orlandi, chiamati indirettamente (ma nemmeno tanto, i tasselli dell'organigramma sono talmente pochi che basta poco a individuare i "responsabili") in causa dalle dimissioni di Tatò, si sono "discolpati", riavviando il balbettante motore biancorosso. Sullo sfondo resta però una grande incognita: perché Tatò avrebbe deciso di dire "basta" a partire dalla prossima estate?

Le spiegazioni del numero uno di via Vittorio Veneto sono oggi le grandi assenti sulle pagine biancorosse: è vero, si rischia di essere ridondanti, ma il silenzio è a volte aureo quanto altre volte valido ed efficace come una moneta bucata. Eppure i 1.012 abbonati meriterebbero di capire cosa hanno pagato e perché sono cambiati i piani, la stampa potrebbe smettere di arrovellarsi in congetture e ricevere risposte ai tanti interrogativi posti in tempi recenti, compreso quello riguardante un eventuale post-Tatò, domanda che fa tremare tanti tifosi visti i bui momenti che l'economia locale e tricolore vive, e lo stesso Tatò avrebbe diritto di approfondire le motivazioni che ne hanno fondato la scelta. Di certo c'è solo che con ogni probabilità il patron del Barletta Calcio non sarà allo stadio neppure domani: a rappresentare la società il solo dg Martino. Plenipotenziario negli onori, plenipotenziario negli oneri.
(Twitter: @GuerraLuca88)