Barletta dagli anni '80 ai giorni nostri: il calcio come specchio della società
La scomparsa di Franco Di Cosola occasione per una riflessione sugli ultimi trent'anni
mercoledì 16 aprile 2014
18.11
Il calcio, come noto, è lo sport nazional popolare per eccellenza. In Italia questa asserzione è valida molto più che nel resto d'Europa, basti pensare al famoso aforisma nel quale il primo ministro inglese Wiston Churchill affermava che "gli italiani prendono le partite di calcio come se fossero guerre e le guerre come se fossero partite di calcio". Non riesce dunque difficile affermare che il calcio possa essere visto come specchio della società italiana, e questo si può asserire riferendosi al livello nazionale ma anche a quello locale, ed in particolare, naturalmente, a quello barlettano.
La scomparsa di Franco Di Cosola ha scatenato un insieme di ricordi e fatto spostare le lancette dei barlettani indietro di trenta anni, al tempo della Barletta da bere, della Barletta regina del calzaturiero, una città dove tutti i sogni sembravano realizzabili e possibili, anche quello di avere la propria squadra in serie B. Ed allora, viene da pensare, quando se non negli anni '80 sarebbe stato possibile realizzare quel sogno? L'ambizione di Franco Di Cosola rappresentò in quel tempo quella di tutti i barlettani in una città la cui espansione pareva irrefrenabile. Gli anni passavano, i biancorossi sfidavano le grandi del calcio italiano, l'industria cresceva e sfidava i mercati europei senza timore reverenziale e si pensava che l'età dell'oro non sarebbe mai finita ed anzi le cose sarebbero ancora migliorate. In realtà però non era così, gli anni '80 finirono, la classe politica locale oltre ovviamente a parte di quella imprenditoriale, non erano state in grado di sfruttare l'onda positiva dell'economia per programmare una crescita più organica e l'inizio degli anni '90 lasciava presagire che qualcosa sarebbe cambiato. Non a caso fu proprio la stagione 1990-1991 quella che segnò l'addio del Barletta alla serie B e l'inizio della fine.
Gli anni '90 hanno visto la città dibattersi per provare a risalire immediatamente la china senza però riuscirci e la sua squadra di pari passo sprofondare nel baratro del fallimento: correva l'anno 1995 e il sogno di Franco Di Cosola e di Barletta tutta sembrava ormai lontano. Il periodo a cavallo tra la fine e l'inizio del secolo è lungo ed irto di difficoltà, Barletta ci prova, ha un sussulto d'orgoglio e la strada imboccata sembra quella giusta. Quella che è la cronaca degli ultimi anni della nostra città e della nostra squadra sono cosa nota. Barletta annaspa nella crisi, la zona industriale, un tempo brulicante è ora desolatamente vuota ed il Barletta, beh il Barletta è sotto gli occhi di tutti, perchè si sa, il calcio è lo specchio della società ed allora i risultati non potrebbero essere altrimenti. Non ci resta allora che sperare in un futuro migliore, per tornare a sognare e rivivere quello che, per chi c'era resta un ricordo irripetibile e per chi non c'era resterà un racconto che avrebbe tanto voluto vivere.
La scomparsa di Franco Di Cosola ha scatenato un insieme di ricordi e fatto spostare le lancette dei barlettani indietro di trenta anni, al tempo della Barletta da bere, della Barletta regina del calzaturiero, una città dove tutti i sogni sembravano realizzabili e possibili, anche quello di avere la propria squadra in serie B. Ed allora, viene da pensare, quando se non negli anni '80 sarebbe stato possibile realizzare quel sogno? L'ambizione di Franco Di Cosola rappresentò in quel tempo quella di tutti i barlettani in una città la cui espansione pareva irrefrenabile. Gli anni passavano, i biancorossi sfidavano le grandi del calcio italiano, l'industria cresceva e sfidava i mercati europei senza timore reverenziale e si pensava che l'età dell'oro non sarebbe mai finita ed anzi le cose sarebbero ancora migliorate. In realtà però non era così, gli anni '80 finirono, la classe politica locale oltre ovviamente a parte di quella imprenditoriale, non erano state in grado di sfruttare l'onda positiva dell'economia per programmare una crescita più organica e l'inizio degli anni '90 lasciava presagire che qualcosa sarebbe cambiato. Non a caso fu proprio la stagione 1990-1991 quella che segnò l'addio del Barletta alla serie B e l'inizio della fine.
Gli anni '90 hanno visto la città dibattersi per provare a risalire immediatamente la china senza però riuscirci e la sua squadra di pari passo sprofondare nel baratro del fallimento: correva l'anno 1995 e il sogno di Franco Di Cosola e di Barletta tutta sembrava ormai lontano. Il periodo a cavallo tra la fine e l'inizio del secolo è lungo ed irto di difficoltà, Barletta ci prova, ha un sussulto d'orgoglio e la strada imboccata sembra quella giusta. Quella che è la cronaca degli ultimi anni della nostra città e della nostra squadra sono cosa nota. Barletta annaspa nella crisi, la zona industriale, un tempo brulicante è ora desolatamente vuota ed il Barletta, beh il Barletta è sotto gli occhi di tutti, perchè si sa, il calcio è lo specchio della società ed allora i risultati non potrebbero essere altrimenti. Non ci resta allora che sperare in un futuro migliore, per tornare a sognare e rivivere quello che, per chi c'era resta un ricordo irripetibile e per chi non c'era resterà un racconto che avrebbe tanto voluto vivere.