Barletta, da "Puntiamo ai play-off" a "Valorizziamo i giovani", il passo è breve
Cronistoria di una crisi annunciata
lunedì 18 novembre 2013
01.00
Post partita di Barletta-Viareggio 0-2, a mister Orlandi viene chiesto se, alla luce dei risultati negativi e dell'incertezza societaria sente il suo posto saldo e il suo lavoro non in discussione, la risposta: "Il progetto è quello di valorizzare calciatori di proprietà, l'abbiamo sposato e portato avanti" è di quelle che lasciano interdetti ed è ben lontana da quello che si era prospettato a partire dal mese di giugno all'indomani della storica salvezza ottenuta contro l'Andria. Sono passati appena 5 mesi ma sembrano passati anni, l'entusiasmo è dilapidato ed il futuro è incerto, ma come si è arrivati a questo? Scopriamolo attraverso una breve cronistoria basata sulle dichiarazioni più significative del terzetto Tatò-Martino-Orlandi da giugno ad oggi.
Giugno-Agosto: "Puntiamo ai play-off, non vogliamo vivacchiare"
È il 14 giugno 2013, a soli 12 giorni dalla vittoria di Andria si celebra presso gli uffici della Bicap, la prima uscita del Barletta 2013-2014. L'entusiasmo è alle stelle, il presidente Tatò ed il direttore sportivo Gabriele Martino sono raggianti nel dare il via al nuovo progetto Barletta con l'annuncio della firma del primo contratto da professionista di Emanuele Cicerelli, il golden boy biancorosso: "L'icona del nuovo Barletta" così lo definisce Martino. A margine di quella conferenza il presidente Tatò fissa gli obiettivi per la nuova stagione dichiarando: "Vogliamo fare un campionato dignitoso, ma non vogliamo vivacchiare. Sarebbe mio desiderio rientrare nella griglia dei playoff che disputeranno il mini-torneo al termine della stagione regolare. Mi piacerebbe rientrarvi per giocarci tutte le possibilità che abbiamo". Dopo l'annuncio del presidente la palla passa al direttore Martino che da plenipotenziario e senza l'ausilio di alcun direttore sportivo procede alle riconferme di 9/11 della formazione che aveva ottenuto la salvezza (compresi Allegretti e Camilleri) a cui aggiunge D'Errico, Mantovani, Picci e Branzani perdendo però Molina e Dezi, passati a lidi di serie B. Tra sogni di mezza estate e nomi roboanti come Castaldo, Fofana, Germinale, Marotta e chi più ne ha più ne metta, l'1 settembre, data della prima di campionato, arriva in men che non si dica e la sensazione di una rosa incompleta si fa largo nell'ambiente biancorosso che risponde comunque presente, sottoscrivendo ben 1.051 abbonamenti.
Settembre: "Conta più la qualità che la quantità, si deve puntare al nono posto"
La sensazione di una rosa corta ed incompiuta, senza qualità a centrocampo ed in attacco diviene sempre più completa alla chiusura del calciomercato, allorquando il mancato arrivo di una punta e di un centrocampista di qualità oltre che di un terzo centrale difensivo, lascia il Barletta con una rosa di soli 20 elementi di cui solo 3 attaccanti e 4 difensori. I mugugni dell'ambiente salgono, i dubbi sulla possibilità di competere per il nono posto si fanno sempre maggiori nell'ambiente ma la sconfitta onorevole subita con il Pisa nella prima giornata rende Tatò e Martino sicuri del fatto loro e pronti a dichiarare che: "Conta più la qualità che la quantità" (Tatò), e che "Questa squadra deve puntare al nono posto. Il Barletta ha degli obiettivi e non sono cambiati oggi. Li aveva dichiarati il presidente in uno dei primi incontri e io stesso avevo anche detto che si deve puntare il più in alto possibile. Bisogna puntare anche a valorizzare e migliorare il nostro patrimonio tecnico ed economico" (Martino). Le certezze dei due però continuano a non trovare riscontri sul campo da dove arrivano un pareggio (Ascoli) e due sconfitte (Prato e Frosinone). Nonostante questo, il 29 settembre nel post-partita di Barletta-Salernitana 0-2 il presidente Tatò dichiara: "Io dissi che non avremmo vivacchiato e che avremmo cercato di arrivare tra i primi nove. Al momento non possiamo trarre risultati finali, non possiamo emettere sentenze e non lo fate neanche voi, potreste essere smentiti dai risultati", aggiungendo anche che: "Io non ho abbandonato la nave lo scorso anno e non lo farò quest'anno".
Ottobre-Novembre: "Il progetto è quello di valorizzare calciatori di proprietà, l'abbiamo sposato e portato avanti"
Da quel 29 settembre le cose non cambiano poi di molto, fino alla 7^ giornata i biancorossi detengono il poco lusinghiero record di unica squadra a non essere andata in gol dalla A alla D e nonostante qualche raggio di luce come lo 0-0 ottenuto a Lecce, le soddisfazioni latitano. Il k.o. di Pagani subito dopo una prestazione a dir poco sconcertante porta il presidente Tatò ad ammettere le proprie responsabilità tramite queste ormai celebri 4 righe: "Alla luce dei risultati sin qui ottenuti, nell'ammettere errori di cui mi assumo tutte le responsabilità, ritengo che la mia esperienza calcistica sia giunta al termine. Sento inoltre di dover chiedere scusa a tutti i tifosi per non essere stato in grado di dare loro le soddisfazioni che meritano. Comunico comunque che garantirò la regolare conclusione del campionato al 30 giugno 2014". A queste righe al momento il presidente non ha dato seguito con altre dichiarazioni, ed ormai sono lontani i tempi delle velleità da nono posto tanto che, dopo l'illusione del pareggio contro il Perugia e della vittoria a Gubbio si arriva al tonfo contro il Viareggio ed all'ammissione di mister Orlandi che dichiara: "Il progetto è quello di valorizzare calciatori di proprietà, l'abbiamo sposato e portato avanti", parole ben distanti da quelle pronunciate nei mesi precedenti da Tatò e Martino, che probabilmente se dette a tempo debito avrebbero chiarito alla piazza quello che bisognava attendersi da questo campionato, con qualche illusione in meno, ma con tanta chiarezza in più.
Giugno-Agosto: "Puntiamo ai play-off, non vogliamo vivacchiare"
È il 14 giugno 2013, a soli 12 giorni dalla vittoria di Andria si celebra presso gli uffici della Bicap, la prima uscita del Barletta 2013-2014. L'entusiasmo è alle stelle, il presidente Tatò ed il direttore sportivo Gabriele Martino sono raggianti nel dare il via al nuovo progetto Barletta con l'annuncio della firma del primo contratto da professionista di Emanuele Cicerelli, il golden boy biancorosso: "L'icona del nuovo Barletta" così lo definisce Martino. A margine di quella conferenza il presidente Tatò fissa gli obiettivi per la nuova stagione dichiarando: "Vogliamo fare un campionato dignitoso, ma non vogliamo vivacchiare. Sarebbe mio desiderio rientrare nella griglia dei playoff che disputeranno il mini-torneo al termine della stagione regolare. Mi piacerebbe rientrarvi per giocarci tutte le possibilità che abbiamo". Dopo l'annuncio del presidente la palla passa al direttore Martino che da plenipotenziario e senza l'ausilio di alcun direttore sportivo procede alle riconferme di 9/11 della formazione che aveva ottenuto la salvezza (compresi Allegretti e Camilleri) a cui aggiunge D'Errico, Mantovani, Picci e Branzani perdendo però Molina e Dezi, passati a lidi di serie B. Tra sogni di mezza estate e nomi roboanti come Castaldo, Fofana, Germinale, Marotta e chi più ne ha più ne metta, l'1 settembre, data della prima di campionato, arriva in men che non si dica e la sensazione di una rosa incompleta si fa largo nell'ambiente biancorosso che risponde comunque presente, sottoscrivendo ben 1.051 abbonamenti.
Settembre: "Conta più la qualità che la quantità, si deve puntare al nono posto"
La sensazione di una rosa corta ed incompiuta, senza qualità a centrocampo ed in attacco diviene sempre più completa alla chiusura del calciomercato, allorquando il mancato arrivo di una punta e di un centrocampista di qualità oltre che di un terzo centrale difensivo, lascia il Barletta con una rosa di soli 20 elementi di cui solo 3 attaccanti e 4 difensori. I mugugni dell'ambiente salgono, i dubbi sulla possibilità di competere per il nono posto si fanno sempre maggiori nell'ambiente ma la sconfitta onorevole subita con il Pisa nella prima giornata rende Tatò e Martino sicuri del fatto loro e pronti a dichiarare che: "Conta più la qualità che la quantità" (Tatò), e che "Questa squadra deve puntare al nono posto. Il Barletta ha degli obiettivi e non sono cambiati oggi. Li aveva dichiarati il presidente in uno dei primi incontri e io stesso avevo anche detto che si deve puntare il più in alto possibile. Bisogna puntare anche a valorizzare e migliorare il nostro patrimonio tecnico ed economico" (Martino). Le certezze dei due però continuano a non trovare riscontri sul campo da dove arrivano un pareggio (Ascoli) e due sconfitte (Prato e Frosinone). Nonostante questo, il 29 settembre nel post-partita di Barletta-Salernitana 0-2 il presidente Tatò dichiara: "Io dissi che non avremmo vivacchiato e che avremmo cercato di arrivare tra i primi nove. Al momento non possiamo trarre risultati finali, non possiamo emettere sentenze e non lo fate neanche voi, potreste essere smentiti dai risultati", aggiungendo anche che: "Io non ho abbandonato la nave lo scorso anno e non lo farò quest'anno".
Ottobre-Novembre: "Il progetto è quello di valorizzare calciatori di proprietà, l'abbiamo sposato e portato avanti"
Da quel 29 settembre le cose non cambiano poi di molto, fino alla 7^ giornata i biancorossi detengono il poco lusinghiero record di unica squadra a non essere andata in gol dalla A alla D e nonostante qualche raggio di luce come lo 0-0 ottenuto a Lecce, le soddisfazioni latitano. Il k.o. di Pagani subito dopo una prestazione a dir poco sconcertante porta il presidente Tatò ad ammettere le proprie responsabilità tramite queste ormai celebri 4 righe: "Alla luce dei risultati sin qui ottenuti, nell'ammettere errori di cui mi assumo tutte le responsabilità, ritengo che la mia esperienza calcistica sia giunta al termine. Sento inoltre di dover chiedere scusa a tutti i tifosi per non essere stato in grado di dare loro le soddisfazioni che meritano. Comunico comunque che garantirò la regolare conclusione del campionato al 30 giugno 2014". A queste righe al momento il presidente non ha dato seguito con altre dichiarazioni, ed ormai sono lontani i tempi delle velleità da nono posto tanto che, dopo l'illusione del pareggio contro il Perugia e della vittoria a Gubbio si arriva al tonfo contro il Viareggio ed all'ammissione di mister Orlandi che dichiara: "Il progetto è quello di valorizzare calciatori di proprietà, l'abbiamo sposato e portato avanti", parole ben distanti da quelle pronunciate nei mesi precedenti da Tatò e Martino, che probabilmente se dette a tempo debito avrebbero chiarito alla piazza quello che bisognava attendersi da questo campionato, con qualche illusione in meno, ma con tanta chiarezza in più.