Barletta Calcio, allarme difesa: troppi gol presi su calci piazzati
La metà delle reti subite arriva da palle inattive
martedì 21 ottobre 2014
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Quando da un'azione di calcio d'angolo arriva un gol, più che i meriti degli attaccanti vanno rimarcati gli errori della difesa. Sui corner una squadra che difende bene, non deve prendere gol. E in questo frangente, oltre alla concentrazione e alla cattiveria dei giocatori, conta molto anche la mano dell'allenatore. Del resto i gol ottenuti e subiti in occasione dei calci d'angolo rappresentano un notevole gruzzolo di punti preziosi che spesso possono fare la differenza sulla classifica finale.
La squadra di Marco Sesia soffre della sindrome da palle inattive: dati alla mano, quasi la metà delle reti incassate arrivano da punizioni o calci d'angolo. Più che per alcune situazioni tattiche o particolari schemi degli avversari, i gol subiti dal Barletta sono frutto di disattenzioni difensive e superficialità. L'esempio più lampante sono gli errori commessi in occasione delle reti di Cisse e Idda nella partita di domenica persa contro la Casertana. Una serie negativa cominciata con Della Rocca a Lecce, proseguita a Castellammare con Ripa e conclusasi, momentaneamente, domenica a Caserta. Segni di un centrocampo che non fa diga nella zona nevralgica del campo, di una sofferenza perenne sulle fasce, di una difficoltà a tenere le posizioni e marcare l'uomo sui calci piazzati. Come si fa a prendere sempre gol da palla inattiva? Il problema, a questo punto, rischia di essere psicologico, una sorta di malattia da calcio piazzato che sarà bene togliersi per evitare di dover ancora soffrire queste situazioni. Eppure il Barletta era partito bene, subendo pochi gol e facendo delle ripartenza un'arma letale.
Questo problema potrebbe essere esteso anche alla fase offensiva. Spesso e volentieri i calci piazzati ed i calci d'angolo vengono battuti con sufficienza, imprecisione e con traiettorie basse. Inoltre, a dimostrare la poca fiducia della squadra nei propri colpitori di testa, i corner vengono talvolta addirittura battuti corti con pessimi risultati e il conseguente rischio di essere sorpresi in contropiede. Non sembra che le difficoltà offensive nel gioco aereo possano essere attribuite alla mancanza di saltatori: giocatori come Biancolino (180 cm), Radi (186 cm), Stendardo (186 cm), Zammuto (180 cm) sembrano avere tempismo e altezza per poter impensierire le difese avversarie.
Per poter raggiungere una salvezza tranquilla è necessario sfruttare ogni occasione in attacco e fare molta attenzione in difesa. In vista delle prossime partite, l'allenatore dovrà lavorare sugli schemi e sulla tecnica individuale, oltre che sulla convinzione dei calciatori presenti in rosa.
(Twitter: @Massi_dipa)
La squadra di Marco Sesia soffre della sindrome da palle inattive: dati alla mano, quasi la metà delle reti incassate arrivano da punizioni o calci d'angolo. Più che per alcune situazioni tattiche o particolari schemi degli avversari, i gol subiti dal Barletta sono frutto di disattenzioni difensive e superficialità. L'esempio più lampante sono gli errori commessi in occasione delle reti di Cisse e Idda nella partita di domenica persa contro la Casertana. Una serie negativa cominciata con Della Rocca a Lecce, proseguita a Castellammare con Ripa e conclusasi, momentaneamente, domenica a Caserta. Segni di un centrocampo che non fa diga nella zona nevralgica del campo, di una sofferenza perenne sulle fasce, di una difficoltà a tenere le posizioni e marcare l'uomo sui calci piazzati. Come si fa a prendere sempre gol da palla inattiva? Il problema, a questo punto, rischia di essere psicologico, una sorta di malattia da calcio piazzato che sarà bene togliersi per evitare di dover ancora soffrire queste situazioni. Eppure il Barletta era partito bene, subendo pochi gol e facendo delle ripartenza un'arma letale.
Questo problema potrebbe essere esteso anche alla fase offensiva. Spesso e volentieri i calci piazzati ed i calci d'angolo vengono battuti con sufficienza, imprecisione e con traiettorie basse. Inoltre, a dimostrare la poca fiducia della squadra nei propri colpitori di testa, i corner vengono talvolta addirittura battuti corti con pessimi risultati e il conseguente rischio di essere sorpresi in contropiede. Non sembra che le difficoltà offensive nel gioco aereo possano essere attribuite alla mancanza di saltatori: giocatori come Biancolino (180 cm), Radi (186 cm), Stendardo (186 cm), Zammuto (180 cm) sembrano avere tempismo e altezza per poter impensierire le difese avversarie.
Per poter raggiungere una salvezza tranquilla è necessario sfruttare ogni occasione in attacco e fare molta attenzione in difesa. In vista delle prossime partite, l'allenatore dovrà lavorare sugli schemi e sulla tecnica individuale, oltre che sulla convinzione dei calciatori presenti in rosa.
(Twitter: @Massi_dipa)