Barletta, A.A.A. leader cercansi

Tra i silenzi della società e crisi tecnica in campo, urge una scossa

mercoledì 30 ottobre 2013 2.10
A cura di Luca Guerra
Seconda giornata interlocutoria quella appena archiviata in casa Barletta Calcio. Dopo la breve quanto mordace lettera di dimissioni, annunciate ma procrastinate a fine stagione "garantendo il regolare svolgimento dell'annata", in tanti all'ombra di Eraclio si chiedono che fine abbia fatto il presidente Roberto Tatò, lo stesso vulcanico presidente che ha guidato in maniera energica il team fino a giugno scorso: è davvero finita la passione di Tatò? Che ne sarà del Barletta Calcio nella prossima estate? Dopo il telegrafico comunicato che domenica nel post-Pagani ha turbato la giornata della tifoseria biancorossa, l'aria in via Vittorio Veneto è di una strana quietezza: se la stessa sia da preludio a grandi cambiamenti o sintomo di lenti tentativi di ritrovare tranquillità, questo lo diranno solo le prossime ore.

La giornata di ieri è stata animata da un lento quanto incessante rincorrersi di rumors, notizie in arrivo ma mai giunte in porto, voci e sensazioni. A capo dei discorsi in seno a via Vittorio Veneto, il direttore generale Gabriele Martino: non è ancora chiaro quali effetti abbiano sortito l'incontro tra il dg con delega al mercato e il presidente Tatò, avvenuto lunedì sera. Al momento tutte le ipotesi restano valide: dalla permanenza "responsabilizzata" di Martino, che dovrebbe duplicarsi più di quanto oggi non cerchi di fare- almeno sulla carta- per rispondere al distacco del numero uno biancorosso, alla separazione tra i due- in tal caso ci sarebbe da accordarsi sulla buonuscita- fino alle eventuali dimissioni del dirigente calabrese, oggi rimasto solo alla guida del treno che percorreva il progetto biancorosso. Sembra lontano il 3 settembre 2013, tramonto del mercato estivo, quando l'ex ds della Reggina rispondeva ai dubbi sollevati sull'organico biancorosso spiegando che "questa squadra deve puntare al nono posto. Il Barletta ha degli obiettivi e non sono cambiati oggi". Per ora il Barletta guarda verso l'alto e trova 15 delle 17 squadre del girone. Questo in società lo sanno, servono idee chiare e leadership per risalire la china, pena un'annata di oblìo.

Dalle stanze dei bottoni al rettangolo di gioco il filo conduttore è snello quanto innegabile: se Martino è additato dai più come primo responsabile del momento biancorosso, non sorride mister Nevio Orlandi. Ieri l'allenatore di Casalmaggiore, fresco delle ammissioni di un atteggiamento mentale sbagliato da parte dei suoi in quel di Pagani, ha diretto regolarmente l'allenamento, ritrovando il suo vice Marco Carrara, rientrato in sede dopo un periodo in permesso a casa, a Prato, per risolvere problemi personali. Anche l'allenatore è stato messo sulla graticola tra web e bar sport: al rendimento numerico, 3 punti in 8 partite, si aggiunge una rosa incapace sin qui di offrire continuità di grinta e orgoglio sul rettangolo di gioco. L'organico biancorosso, appunto: la partita del "Torre" ha confermato che senza Allegretti manca la luce. E' tempo di tirare fuori gli attributi, dimostrare di poter trovare altri leader emotivi e tecnici, supplettivi dell'assenza del capitano, dato che si protrarrà per il prossimo mese complice l'infortunio alla clavicola destra del regista meneghino. Nascondersi dietro le assenze sarebbe l'apripista verso l'anonimato. Certo è che lontani sono i tempi di quel 2 giugno 2013, quando un'onda di amore per il Barletta aveva invaso il "Puttilli" per festeggiare la vittoria-salvezza di Andria: oltre 2000 erano stati i tifosi presenti, pronti a rendere omaggio agli autori di un miracolo sportivo dopo una stagione tribolata. Oggi quel credito è disperso, e per recuperarlo serve una scossa, serve metterci la faccia: le prossime ore e gli eventuali sviluppi che porteranno in dote ci diranno quali saranno i "volti da copertina".
(Twitter: @GuerraLuca88)