Ansia da derby, Isidoro Alvisi gioca in anticipo Andria-Barletta

Cresce l’attesa per il match di ritorno dei playout

sabato 1 giugno 2013
A cura di Enrico Gorgoglione
Scorrono inesorabilmente le ore e i minuti. Dopo il 2-0 dell'andata, Andria e Barletta si giocano la permanenza in Prima Divisione al "Degli Ulivi". Le due squadre della Sesta Provincia Pugliese, dopo le reti di Allegretti e La Mantia che hanno fatto pendere l'andata verso i biancorossi, disputeranno gli ultimi 90 minuti in casa andriese. Sarà una partita sicuramente dagli alti contenuti sia dal punto di vista tecnico-tattico che per quel che riguarda lo spettacolo sugli spalti. Abbiamo chiesto un parere in merito al Delegato del CONI della Sesta Provincia Pugliese Isidoro Alvisi, che gioca in anticipo per i lettori di Barlettalife la partita di ritorno tra biancoazzurri e biancorossi.

Isidoro Alvisi, siamo in prossimità del derby di ritorno che si prospetta ricco di emozioni. Andria e Barletta hanno dato spettacolo sia all'andata, anche al ritorno si prospetta uno spettacolo simile sia in campo che sugli spalti?
«Va sicuramente esaltato il comportamento delle due tifoserie che hanno vissuto l'evento con correttezza, assicurando una cornice spettacolare all'evento: al di là del gemellaggio, essendo un derby importantissimo con in ballo la retrocessione anche gli stati d'animo potevano essere diversi. Sul campo, invece, è mancato soprattutto nella prima parte lo spettacolo, poi la gara si è sbloccata negli ultimi 5 minuti a favore del Barletta. Adesso questo 2-0 ovviamente è un risultato pesante, ma potrebbe anche essere ribaltato al ritorno dall'Andria, che a parità di punteggio essendosi classificata meglio del Barletta in campionato, potrebbe salvarsi. Chiaramente è un risultato ancora in bilico, con una percentuale più alta nei confronti del Barletta rispetto a quella dell'andata».

Come rappresentante del Coni per la Sesta Provincia pugliese, è soddisfatto di quanto fatto vedere in termini di sportività e correttezza in campo dalle due squadre?
«Infatti positivo sia il comportamento delle tifoserie ma anche delle squadre in campo. Non ci sono segnali sotto questo aspetto di "guerra". Sono due squadre i cui allenatori sono riusciti a tenere a bada la concentrazione. Il rammarico riguarda il fatto che erano due squadre che potevano sicuramente trovarsi in altre posizioni. L'Andria si è persa nell'ultima parte del campionato, il Barletta nella prima parte non ha fatto benissimo. Purtroppo questo è il risultato sportivo, come al solito vinca il migliore, ci dispiacerà sia in una caso che nell'altro per la squadra che retrocederà in Seconda Divisione».

Che partita si aspetta di vedere domenica al "Degli Ulivi"?
«Il risultato condizionerà senza dubbio il match di ritorno. Vedremo un Andria che cercherà di sbloccare il punteggio quanto prima, perché con il passare dei minuti la situazione diventerebbe anche difficile da ribaltare, aumenterebbe la pressione, e potrebbe scattare anche un certo nervosismo. Mi aspetto un Andria aggressivo, ma questo potrebbe essere un vantaggio per il Barletta, perché se l'Andria si scoprirà, i biancorossi potrebbero approfittarne in contropiede. Del resto anche il Barletta potrebbe chiudersi al meglio in fase difensiva per poi ripartire in velocità. Secondo me, saranno decisivi i primi 20 minuti domenica. Se l'Andria dovesse sbloccare il risultato, è chiaro che la partita si aprirebbe ancora di più. Viceversa, se il Barletta dovesse tenere botta, le cose giocherebbero a suo favore».

Ancora una volta ci sono state delle polemiche per quel che riguarda la capienza dei vari settori degli stadi. Da Barletta sono stati venduti in pochissime ore i biglietti a disposizione. È ancora un cruccio quello dell'impiantistica sportiva?
«Si, sul nostro territorio abbiamo impianti che versano nelle condizioni che tutti quanti conosciamo. Barletta aspetta una ristrutturazione da un paio di anni, Andria dei problemi ancora li ha. Il problema maggiore riguarda la sicurezza: sicuramente ha il vantaggio di evitare le collisioni, ma probabilmente andrebbe calata ancora di più nella realtà delle singole partite. Non mi sembrano queste partite così a rischio. Dico soltanto che, per assurdo, sono stato invitato come rappresentante del CONI ad assistere la partita, ma non posso portare con me mia moglie perché a lei non sarebbe riservato lo stesso mio settore. Sono paradossi che purtroppo ancora esistono. Bisognerebbe proporre probabilmente qualcosa di diverso da quello che c'è oggi».

Si vuole sbilanciare in un pronostico secco?
«Mi auguro, e del resto non potrebbe essere diversamente, che ci sia lealtà in campo. E poi, che vinca la squadra più meritevole. I campanilismi li lasciamo agli altri ».