Vivere da risorti

Il vangelo spiegato da don Vito Carpentiere

domenica 6 novembre 2016
Dal Vangelo secondo Luca: "In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c'è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: "Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello". C'erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l'hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: "Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe". Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui»".

"Gesù è finalmente giunto a Gerusalemme e qui inizia a confrontarsi con i diversi gruppi che rappresentavano le diverse anime dell'ebraismo. L'incontro-scontro narrato nel brano odierno è con il Sadducei, potente gruppo economico di tendenza materialista, che ritenevano solo il Pentateuco e non professavano la fede nella resurrezione. Perciò la loro domanda-questione è tendenziosa e riguardava, a partire dalla legge del levirato (levir significa cognato, e questa legge imponeva che il fratello del marito morto doveva sposare la vedova per assicurare una discendenza al defunto) la fede nella risurrezione, mettendola seriamente in dubbio. E Gesù appellandosi all'autorità di Mosé, da essi riconosciuto profeta autentico, ribadisce che Dio è Signore dei viventi perché tutti vivono per lui. Il problema affrontato non è solo di fede ma anche umano: che senso avrebbe un'esistenza, spesso faticosa sebbene anche con gioie, che culminerebbe nella morte? Sarebbe un semplice "vivere per morire"? La nostra fede in Cristo ci insegna invece che "come tutti muoiono in Adamo, tutti riceveranno la vita in Cristo". La morte per i credenti c'è ma è solo un passaggio, una Pasqua verso una vita vera e piena.

La rivelazione del nome santo di Dio è legata non tanto ad un incontro mistico o a una esperienza spirituale ma a un evento di liberazione, quella del popolo di Israele dalla schiavitù dell'Egitto. E se Gesù la cita è perché Dio è colui che si pre-occupa dei vivi! Allora l'esperienza cristiana è quella che fa chi vive da risorto prim'ancora di morire per poi risorgere. Vivere da risorti: persone che sperimentano l'azione di Dio nella loro esistenza e, tramite la loro azione, donano esperienze di liberazione. Buona domenica!".

don Vito