Torna in carcere dopo due settimane di libertà: arrestato 26enne marocchino a Barletta

Arrestato dopo furti nel centro commerciale "Mongolfiera"

giovedì 28 agosto 2014 14.48
Era stato da poco scarcerato in Emilia Romagna, dove aveva l'obbligo di dimora, ma la Polizia lo ha nuovamente arrestato nel pomeriggio di ieri a Barletta, dopo un furto in un ipermercato. Protagonista della vicenda un 26enne marocchino, con numerosi precedenti per reati contro il patrimonio, che nel centro Mongolfiera aveva preso merce per un valore di circa 300 euro. L'extracomunitario, dopo essersi impossessato di scarpe, magliette e zaini, sarebbe entrato in un camerino per rimuovere indisturbato i sistemi antitaccheggio dagli articoli. Quando ha cercato di uscire, è stato però bloccato dagli agenti.

Il direttore dell'ipermercato riferiva che l'extracomunitario, dopo aver preso tutta la merce suindicata e celata nello zainetto entrava in un camerino, tagliava con una tronchesina il dispositivo antitaccheggio, per poi allontanarsi frettolosamente verso l'uscita,ma veniva bloccato immediatamente dagli agenti.

per meglio comprendere la posizione del citato extracomunitario, questi veniva condotti presso il commissariato e dagli accertamenti esperiti emergeva che lo stesso risultava avere numerosi precedenti anche specifici, nonche' risultava colpito dalla misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di Castelfranco dell'Emilia, provincia di Modena.

Youssef era stato scarcerato il 14 agosto dalla casa circondariale di Rimini per anologhi episodi e per tali motivi veniva sottoposto alla misura cautelare dell'obbligo di dimora nel comune di Castelfranco dell'Emilia. Dopo gli accertamenti di rito e dopo aver dato notizia di quanto accaduto al sost. proc. della Procura di Trani, dottoressa Simona Merra, Chentoubi Youssef veniva tratto in arresto nella flagranza di reato di furto aggravato, nonche' segnalato all'agente competente per la violazione della misura cautelare dell'obbligo di dimora. di quanto accaduto, come da disposizione di legge venivano messe a conoscenza dei fatti le autorità consolari del Marocco.