Supermercato vicino al castello di Barletta, l'opposizione: «Corto circuito tra edilizia e cultura»

La nota dei gruppi consiliari di opposizione di Barletta

sabato 10 aprile 2021 9.26
«Il 3 gennaio 2020 il Sindaco Cannito - inizia così la nota dei gruppi consiliari di opposizione di Barletta - annuncia in pompa magna di voler candidare Barletta come capitale italiana della Cultura. Un anno dopo verrebbe da chiedersi quale idea di cultura avesse in mente, visto lo scandalo della costruzione di un supermercato nel fossato del castello. Il Sindaco, assessore all'urbanistica della città, deve spiegare quali sono le ragioni tecniche ma soprattutto le decisioni politiche del via libera a tale intervento».

«Noi ritenevamo e riteniamo, oggi più che mai, che l'unico intervento utile su un'area strategica per la nostra città sia la creazione di un parco urbano che colleghi finalmente il centro abitato al mare. Un parco in cui promuovere manifestazioni artistiche e culturali, praticare sport, favorire la socialità di adulti e bambini e offrire un'area per lo svago ed il relax a supporto anche per le attività turistiche.

Troviamo assurdo ed ingiustificabile che i numerosi tentativi fatti da consiglieri comunali, associazioni e singoli cittadini di aprire un dibattito pubblico sul Parco, siano stati scientificamente evitati da questa Amministrazione. Il Sindaco e l'assessore all'edilizia non potevano non sapere e avevano il dovere di informare ed ascoltare il Consiglio Comunale e quindi tutta la città.
Le lacrime di coccodrillo e gli interventi di buona parte della maggioranza sono tardivi e a tratti offendono l'intelligenza di un'intera città: il primo cittadino, anche in qualità di assessore all'urbanistica, avrebbe potuto e dovuto sospendere immediatamente in autotutela l'atto procedimentale che ha dato il via libera ad un intervento che potrebbe stravolgere definitivamente il valore storico e culturale, la fruizione pubblica e gli sviluppi futuri dell'intera area circostante il Castello. Il tempo è poco e chi ha responsabilità deve utilizzarlo per fare atti concreti utili a evitare gli scenari peggiori da più parti paventati, piuttosto che riempire i giornali e le tv di parole vuote e lacrime di coccodrillo.

Le giustificazioni tecniche, su cui pure si avanzano dubbi e pareri discordanti, mal celano un altro enorme problema politico di cui quest'amministrazione è responsabile: la mancanza di uno strumento urbanistico adeguato ai nostri tempi. Il PUG (piano urbanistico generale) giace ancora nel cassetto del Sindaco dall'inizio del suo mandato e a parte qualche piccolo atto formale non sono stati fatti passi in avanti. Anzi, è ipotizzabile che si voglia perdere tempo apposta per favorire la diffusione dissennata di una "edilizia creativa" con interpretazioni parziali e discutibili.
Un tale piano dovrebbe essere il frutto di ascolto e concertazione con tutte le parti economiche e sociali, con i comitati di quartiere, con le associazioni ed i giovani professionisti, al fine di garantire una città futura più vivibile e non assoggettata a grandi speculatori e multinazionali che, giocandovi sopra come se fosse una grande tavola del monopoli, potrebbero desertificarla culturalmente e lasciare in agonia l'economia tradizionale.

Se alla fine di questa storia chi, per il ruolo politico che riveste, non si assumerà le responsabilità dovute ma scapperà come al solito come quel vecchio adagio "non è a me", vanificheremo irrimediabilmente quel sogno barlettano di riconnesione del castello con un parco urbano sulle due litoranee. Sarebbe il più grande fallimento di un'amministrazione che metterebbe una pietra tombale su ogni ambizione turistica, culturale, economica e ambientalista di questa Città. Una cicatrice profonda per la città stessa, il simbolo di come gli interessi di pochi prevalgano sui diritti dei molti.

Se è questo l'epilogo a cui stiamo andando incontro, come forze di opposizione che pure in maniera costruttiva e con senso di responsabilità hanno sempre dato un contributo in Consiglio Comunale, rappresentando ormai i sentimenti della maggioranza delle donne e degli uomini di questa città, non possiamo far altro che chiedere a Cannito di dimettersi, di prendere atto dell'incapacità di amministrare della sua maggioranza, di interpretare e rispettare la volontà popolare. Lo faccia subito, prima che sia troppo tardi e vengano bruciati i sogni dei cittadini».