NO alla Buzzi Unicem da politici e ambientalisti

L’azienda cementiera di Barletta chiede di potenziare la co-combustione per rifiuti speciali. Tracciato anche l'iter storico dell'azienda

giovedì 2 dicembre 2010
A cura di Michele Sarcinelli
E' grigio da qualsiasi punto di vista lo si racconti lo stabilimento Buzzi Unicem di Barletta. Da quello viario: sia che si acceda in città da via Trani o da via Andria. Il colore tristissimo del cemento, prodotto sin dalla sua costituzione, il 1912, filtra e si insinua nella rabbia degli abitanti che, in verità hanno costruito, nel tempo, attorno ai 27 ettari dell'azienda , una nuova città, prima lontana periferia.

La polvere grigia, motore di sviluppo di quegli anni, era priorità nel territorio ma imprevedibile congestione della salute dei cittadini che ci hanno convissuto e che per ulteriori esigenze industriali tutt'oggi vi convivono. Per soddisfare la maggior richiesta produzione di cemento( questa è la finalità comunicata dall'azienda con sede legale a Casal Monferrato), sin dal dicembre 1998, fu concessa autorizzazione regionale e provinciale alla Buzzi Unicem per produrre autonoma energia, tramite operazioni di recupero e mediante impianto di co-combustione per rifiuti speciali non pericolosi.

Elenchiamo i prodotti bruciati, autorizzati da ciascuna istituzione per le specifiche competenze ( Regione, Provincia, Comune, Arpa): rifiuti della lavorazione di pelli e pellicce, rifiuti dei processi chimici organici( plastiche, gomme sintetiche, fibre artificiali). Rifiuti da imballaggio, assorbenti, stracci, materiali filtranti ed indumenti. Imballaggi in carta, in plastica, materiali misti, veicoli e rifiuti dallo smantellamento di veicoli fuori uso, pneumatici. Rifiuti prodotti da impianti di trattamento di rifiuti e prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti (ad esempio selezione, triturazione compattazione, plastica e gomma, rifiuti combustibili (CDR ovvero combustibile derivato da rifiuti) Rifiuti urbani domestici inclusi quelli della raccolta differenziata. E dopo la colorata e variegata produzione bruciata dalla Buzzi Unicem, arriviamo al rinnovato problema che è stato argomento di dibattito al Consiglio Comunale.

L'azienda chiede, seguendo l'iter già regolarmente adottato nel 2003 e che conserva, rinnovate e certificate le regolari autorizzazioni, di aumentare la combustione, dalle 140 tonnellate al giorno a 222 tonnellate. Ancora più grigia è diventata l'atmosfera nella sala consiliare. Il Sindaco Maffei ha invocato la delocalizzazione della Buzzi Unicem, auspicando la promozione di un tavolo di concertazione che veda attori la Regione, la Provincia e quanti, responsabilmente interessati al fine di individuare un'area lontana dal centro cittadino, salvaguardando l'occupazione dei cento lavoratori dell'azienda. Il dirigente del settore ambiente ing. Salvatore Mastrorillo ha tracciato l'iter storico della Buzzi Unicem, forse, quale giustificazione del nefasto attuale traguardo al quale occorre dare risposte. Le centraline disseminate in città, ha detto non segnalano valori inferiori al tollerabile. Ma non ha saputo rispondere al Consigliere-cardiologo Carpagnano, quando gli ha chiesto l'esito di esami epidemiologici a prevenzione di non impossibili danni polmonari.

Trasversalmente, tutti i 24 consiglieri presenti hanno adagiato le loro forti perplessità sulla questione, misurandosi severamente con il problema. Nel centro città, sicuramente, non si può convivere con 27 ettari di una centrale- smaltimento rifiuti . Giudichiamo negligente l'assenza, alla riunione monotematica del Consiglio Comunale, dell'assessore provinciale all'ambiente Gennaro Cefola, che, aveva il dovere di assicurare non il retorico conforto, bensì le reali prerogative della giunta Ventola, sul grigio argomento. Il Presidente della BT ha tutte le responsabilità in materia ambientale, una delle poche deleghe a cui responsabilmente dedicarsi. E non sarà colpa del costoso, ristrutturando e regale assessorato all'ambiente a rarefare le contingenze ambientali della città e del territorio. Le hanno reclamate con civiltà e consapevolezza i componenti del "Coordinamento No Biomasse e Inceneritori", impagabili e autorevoli autori della indispensabile mobilitazione culturale ambientale , indispensabile a Barletta.