Luigi Riefolo è solo l'ultima persona morta sul lavoro: i numeri in Puglia e in Italia

Ai dati ufficiali, vanno sommati quelli sommersi che riguardano molti lavoratori come quelli a nero o le partite Iva

lunedì 8 novembre 2021 9.52
A cura di Cosimo Giuseppe Pastore
Sul lavoro si muore ancora. Luigi Riefolo, l'operaio che ha perso la vita a Barletta sotto una pala meccanica il 15 ottobre mentre si occupava della manutenzione dell'azienda Timac, è solo l'ultima vittima che si aggiunge al computo delle morti bianche. Da gennaio a settembre 2021, in Italia sono morte 910 persone sul lavoro. E a leggere i dati dell'Inail, il bollettino è destinato a salire entro la fine dell'anno. Nel suo aggiornamento mensile, l'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro rivela che in Puglia sono 75 i lavoratori che hanno perso la vita nei primi nove mesi dell'anno. La provincia di Bari è la più colpita, con 23 decessi, seguita da quella di Lecce (19 morti sul lavoro), di Foggia (14 vittime), di Taranto (10), di Brindisi (7) e di Barletta-Andria-Trani dove si contano 2 morti sul lavoro da gennaio a settembre.


In Puglia, la maggior parte delle morti (65) si è consumata nel settore industria e servizi, mentre sono 9 i lavoratori che hanno perso la vita nel settore dell'agricoltura. Le donne decedute sul lavoro sono 4, mentre i restanti 71 sono uomini. Inoltre, nonostante la maggior parte degli incidenti mortali riguardi persone in età adulta, da gennaio a settembre si contano anche giovani vite spezzate: una vittima tra i 15 e i 19 anni, 3 tra i 20 e i 24 anni, 6 tra i 25 e i 29 anni e 10 tra i 30 e 39 anni.

Le morti bianche dal 2016 al 2020

Nell'attesa di conoscere i dati definitivi del 2021, l'Inail offre una comparazione dei numeri del 2020 con quelli degli anni precedenti, fino al 2016. La prima cosa che si nota è l'aumento di morti nell'anno della pandemia in quanto sono stati considerati infortuni sul lavoro anche i contagi da Covid-19 e i relativi decessi. In totale, nel 2020, i morti sul lavoro in Italia sono stati 1.538, con un incremento del 27,6% rispetto al 2019. Un terzo di questi sono stati causati proprio dal Covid. Le morti sul lavoro accertate dall'Inail, invece, sono state 799, il 13,3% in più rispetto alle 705 del 2019. La Puglia è la settimana regione sia per numero complessivo di lavoratori che hanno perso la vita nel 2020 sia, in totale, guardando ai decessi verificati dal 2016. A detenere il primato negativo, invece è la Lombardia. Mentre in fondo alla classifica c'è la Valle d'Aosta con soli 7 decessi negli ultimi 5 anni.

«Il pesante bilancio infortunistico ci fa comprendere che non si fa ancora abbastanza», aveva detto il presidente dell'Inail Franco Bettoni in occasione della presentazione dei dati annuali. E pensare che nelle stime ufficiali rientrano solo i lavoratori coperti da assicurazione oltre a quelli della pubblica amministrazione. Restano invece sommerse le morti dei lavoratori che svolgevano attività a nero o semplicemente le partite Iva o i liberi professionisti: nei dati rappresentati, loro non ci sono. Bettoni ha auspicato la creazione di «un vero e proprio patto per la sicurezza tra istituzioni e parti sociali» per aumentare la prevenzione nei luoghi di lavoro e rafforzare i controlli che dovrebbero essere effettuati dall'Ispettorato del lavoro. In Puglia, la provincia di Barletta-Andria-Trani ne è sprovvista perché l'ufficio competente è ancora quello di Bari. A chiederne l'istituzione, dopo la morte di Luigi Riefolo, è stata la sede provinciale della Cgil.