Luigi Lanotte, l’arte del pittore barlettano, e il “suo” San Ruggiero

L’artista è impegnato nei bozzetti di un quadro per la chiesa di San Giacomo

domenica 17 maggio 2020
A cura di Ida Vinella
La bottega artistica di Luigi Lanotte, pittore barlettano, è un luogo di un'altra epoca storica. Dopo aver studiato pittura all'accademia di Belle Arti di Foggia per poi specializzarsi a Firenze alla scuola privata americana "Florence Academy", Luigi gestisce una bottega tutta sua nel cuore di Barletta, alternando corsi di formazione per aspiranti pittori ed esplorazioni per strada, il suo luogo preferito per dipingere.

In questi giorni Luigi è impegnato in un progetto molto particolare.

Puoi dirci di cosa si tratta?
«Su commissione di don Sabino sto per realizzare un quadro piuttosto grande, su una tela artigianale di lino puro con un'altezza di circa 2 metri, in cui raffigurerò San Ruggiero, patrono di Barletta: l'opera sarà esposta nella chiesa di San Giacomo. Al momento sono impegnato nella realizzazione dei bozzetti su cui poi trarrò spunto per l'opera vera e propria, basandomi su modelli in carne e ossa che stanno posando per me dal vivo. Il bozzetto serve prima di tutto per la parte compositiva, creando una composizione dinamica in cui tutto deve essere armonico, per cogliere l'essenza umana e percepire in un certo senso il lato più spirituale della scena: per questo non parto mai dalle fotografie, ma anzi sono un tenace sostenitore del lavoro dal vero».

Luigi Lanotte e il “suo” San Ruggiero
Luigi Lanotte e il “suo” San Ruggiero
Luigi Lanotte e il “suo” San Ruggiero
Luigi Lanotte e il “suo” San Ruggiero

Chi sono i tuoi modelli?
«Sono i ragazzi della parrocchia di San Giacomo, che si stanno cimentando in questa esperienza. Nella raffigurazione ci sarà San Ruggiero impegnato in un atto caritatevole, come donare un pezzo di pane, a un bambino povero. I ragazzi si stanno alternando nell'indossare le vesti di San Ruggiero e del piccolo mendicante, e soprattutto quando si tratta del modello più giovane è faticoso posare, ma si stanno prestando con grande entusiasmo».

Durante questi "work in progress" nella bottega di Luigi passa in visita anche don Sabino, che ci racconta qualche dettaglio sugli abiti indossati.

«Il personaggio è San Ruggiero, che era vescovo. Dunque porta su di sé la croce pettorale, sul capo indossa la mitra ed è accompagnato dal bastone pastorale, i tre oggetti che simboleggiano l'incarico ricevuto dalla Chiesa. Si tratta di vesti del '700. Il tessuto del piviale, della stola e del camice bianco (alba) è stato realizzato nelle famose seterie di San Leucio».

Tutta questa affascinante preparazione avviene dal vero, anche in questi momenti non certo facili a causa dell'emergenza COVID-19.

In che modo riesci a lavorare, soprattutto con i modelli, date le restrizioni ancora in vigore per il distanziamento sociale?
«Fortunatamente la bottega è abbastanza grande e riusciamo a gestire gli spazi con tutte le accortezze: sicuramente non è facile, visto che ci sono modelli veri. Solitamente sono abituato a dare indicazioni, per le posizioni del corpo e per guidarli nella posa: dovendo rispettare il distanziamento è molto difficile spiegare le indicazioni a voce ma riusciamo a lavorare serenamente. Soprattutto nel periodo di chiusura non è stato facile lavorare: i miei corsi sono proseguiti online, ma tutti noi – allievi e me compreso – non vediamo l'ora di vederci di nuovo di persona e tornare a dipingere come prima».