Le pellicole del regista Daniele Cascella

Serata di nicchia con il culto della pellicola d’autore. “La Canarina Assassinata","Chi era Piripicchio?","Compito in classe“ e applausi…

martedì 6 marzo 2012 1.01
A cura di Michele Sarcinelli
Gli applausi sono differenti in qualsivoglia occasione. Sicuramente interessati e pilotati in un incontro pubblico politico. Accomodanti e patetici quelli convogliati sull'intellettuale ermetico e noioso protagonista del palco. Quelli eccessivi e fragorosi che rimbalzano metallici come saracinesche di un negozio che chiude. Hanno storie ed interpretazioni differenti. Ma quando sono consapevoli, si distinguono dagli altri. Salgono dal silenzio, carezzevoli, dignitosi, hanno una musicalità personalizzata, intima. Assomigliano allo schioccare delle dita, più che altro. Questi ultimi, quelli destinati alle pellicole del regista barlettano Daniele Cascella che ha inventato in quattro e quatr'otto una serata d'autore destinata a pochi amici-conoscenti ma diventata in due ore di proiezione, lezione d'umiltà di un grande regista per tanti. Daniele è uomo "voluminoso" che pare voglia irrompere con la sua mole presenzialista, invece arranca tra la simpatia e la timidezza di chi l'arte del cinema la ingoia solo respirando, per poi restituirla al pubblico incantandolo. In una serata di nicchia ha solo detto che tra le sue prime ambizioni c'era quella di essere attore ma poi, invece, regista che esiste, aggiungiamo noi, con la capacità di rappresentare primi piani espressivi tra luci ironiche e introspettive. L'intimismo del regista è arrivato anche nelle due ore di trasposizione affettuosa del suo lavoro che ci ha dedicato.

Per prima "la Canarina Assassinata" che il regista barlettano ha riproposto attingendo dal romanzo giallo del 1927 di S.S. Van Dine. Viene rappresentato un cinema corrotto, compiaciuto da interpreti raccomandati e imposti. Ma la morale del regista infierirà ironica e sottile con la sconfitta del cinema venduto e affaristico. Altra breve pellicola "ceduta" al pubblico attento è stato il corto "Compito in Classe" dove la questione –abuso sui minori- non è accentuata ma semplicemente narrata e condotta sensibilmente e efficacemente da Daniele che in poche sequenze drammatiche, diventa abile sociologo. Poi, come un lecca-lecca prelibato è arrivata a sorpresa la pellicola "Bobbolone". Prima di avviare lo start, Daniele Cascella ha raccomandato di non cercare di capire troppo.

Ci ha sottovalutati. Abbiamo capito, in qualche sequenza più dialettale anche riconosciuti e riso di gusto. La serata è divantata un "Corto Cascelliano" e, scrivendo mi si arrovella il dubbio che quanto accaduto in quella nicchia altro non è stato chde un altro corto con noi tutti gagliardi e attenti attori. Non avremo mai conferma. Per ultima una sequenza di un inedito muto Piripicchio che dilaga in una strada barese negli anni '60. E con una sequenza filmata di "Chi era Piripicchio?" girato da regista Cascella nel lontano 1992 chiudiamo questo racconto di una serata-nicchia, rarità a Barletta. La sintesi che proponiamo è estrapolata dal più lungo lavoro su Piripicchio, attore di strada che Daniele non ha mai conosciuto ma proprio per questo diventata priorità anche professionale del regista barlettano.