Lascia l'incarico di ispettore di Polizia il barlettano Peppino Durante

L'abbraccio di colleghi e amici ad Andria, dopo 22 anni di permanenza

domenica 6 novembre 2016
La vicina città di Andria ha voluto testimoniare la gratitudine della comunità cittadina all'amico Peppino Durante, barlettano, ispettore capo della Polizia di Stato, collocato a riposo per sopraggiunti limiti d'età. Rappresentanti istituzionali, imprenditori, colleghi di lavoro, semplici cittadini, il Primo dirigente del locale Commissariato della P.S. Giampaolo Patruno e il pari grado di Barletta, Luciano Di Prisco, rispettivamente l'ultimo ed il primo tra i responsabili del Commissariato della Polizia di Stato di Andria in questi 22 anni, tanti quanto lunga è stata la permanenza di Peppino Durante nella Città federiciana.

Il Sindaco di Andria Nicola Giorgino ha voluto consegnare a Peppino Durante, una targa ricordo ad imperitura memoria, quale ringraziamento della Città di Andria ad un servitore dello Stato che ha rappresentato sempre un baluardo non solo di legalità e di dedizione al servizio, ma anche di fattiva collaborazione con la comunità locale, in tutte le sue espressioni. Una cerimonia che ha visto presenti anche i familiari di Peppino, dalla moglie Elly, alle figlie Giovanna e Francesca, che lo hanno reso nonno di altrettante nipotine, a cui dedicherà adesso molto di quel tempo che in questi anni ha sottratto alla famiglia, per offrirlo con totale abnegazione allo Stato e quindi alla Città di Andria.

Peppino è fatto così: un uomo che quando affronta le cose deve dedicargli tutto il suo tempo. Era il febbraio del 1994 quando Peppino iniziò a prestare servizio ad Andria, dopo circa 11 anni passati aRoma alle "volanti" ed una parentesi di circa un lustro a Bari presso il Reparto "Prevenzione Crimine". Anni che lo hanno formato, come uomo e come poliziotto, dove ha partecipato come protagonista in tante vicende che lo hanno arricchito non solo dal punto di vista professionale ma anche umano. Tutte doti che hanno permesso a Peppino di mettersi in gioco ad Andria, riuscendo in molte situazioni a far prevalere, oltre alla legalità anche il buon senso.

Peppino ha ricordato nella sala di rappresentanza di Palazzo di Città uno dei primi episodi che lo videro protagonista. Erano i primi anni di servizio ad Andria ed un furto sacrilego era stato compiuto presso la chiesa di San Nicola di Myra. Dopo pochi giorni un uomo, che partecipò al furto decise di rivolgersi proprio a Peppino Durante, che lo aveva conosciuto in una azione di polizia giudiziaria, raccontandogli dove fossero quegli oggetti affinché fossero recuperati e riconsegnati alla cittadinanza. Cose che avvenne puntualmente. Una operazione compiuta senza sparare un colpo, con il Vescovo Mons. Calabro che volle segnalalo al Santo Padre per l'onorificenza dell'ordine di San Silvestro, cosa che avvenne dopo qualche mese. E Peppino non esplose nessun colpo di pistola in una operazione dove venne ferito e si giocò un menisco, investito da un ladro d'auto in fuga in contrada Zagaria, in un intervento che poteva trasformarsi in un conflitto a fuoco. Peppino fu ricoverato in ospedale ma mentre veniva portato dai colleghi telefonava ad Elly per raccontargli che era caduto e che stava andando a farsi fare dei raggi, nascondendo la verità per amor di famiglia. Il questore volle fargli personalmente visita al "Bonomo" di Andria. In quell'occasione, a Peppino arrivarono le scuse anche dell'autore del ferimento, che comprese che le cose sarebbero potute andare molto diversamente. Come diversamente sono andate tante altre vicende, dove Peppino Durante ha fatto prevalere la ragione e la legalità a fronte del torto e dell'abuso. Molte di queste storie non saranno mai svelate, anche se Peppino decidesse un giorno di scrivere un libro.

Bene hanno fatto sia il Sindaco Giorgino che i consiglieri regionali Nicola Marmo e Sabino Zinni ad evidenziare quanto delicato sia il ruolo di chi deve far applicare la legge, spesso senza aspettare e di come sia importante far prevalere la ragione e la comprensione, piuttosto che la rabbia e lo sconforto, che possono portare a compiere gesti inconsulti. La vicenda dei "forconi" di qualche anno fa lo dimostra.

Diplomazia, profonda conoscenza dell'animo umano, perseveranza ma anche determinazione, grande forza di volontà, alcune delle doti riconosciute a Peppino da tutti, a cominciare dai suoi colleghi, dagli amici Carabinieri e dagli stessi tifosi, con i quali Peppino si è sempre dimostrato collaborativo ma allo stesso tempo intransigente quando, a fronte delle ragioni della sicurezza e dell'ordine pubblico, dovevano passare in secondo piano il tifo sportivo e la passione per la propria squadra. Tutti coloro che hanno conosciuto Peppino nel suo lavoro, gli riconoscono il fatto che egli ha sempre rispettato i cittadini, trattandoli sempre con giustizia e soprattutto dicendo loro la verità, anche quando questa era amara.

Negli ultimi anni il suo ufficio, alla sezione UIGOS del Commissariato di via Rossini era affettuosamente chiamato il "confessionale", perché a Peppino si rivolgevano in molti anche per questioni che esulavano propriamente l'ambito della giustizia. A lui si affidavano anche i dirigenti di P.S. che si sono avvicendati in questi anni per comprendere al meglio l'humus di questa città.

Peppino ha voluto ricordare anche i tanti colleghi che lo hanno lasciato in questi anni di lungo servizio ad Andria a cominciare da Fulvio Schinzari di cui tutti hanno un ricordo meraviglioso.