La simbologia si annebbia e la politica delude

La comunicazione politica dimentica la provenienza

lunedì 18 maggio 2015 00.00
A cura di Paolo Doronzo
Girando per le strade della mia città e osservando la comunicazione per la campagna elettorale delle Regionali di fine maggio, mi pare di sottolineare ancora di più il fenomeno già manifestatosi così "violentemente" durante le campagne comunali, dell'esaltazione massima della persona candidata, con enormi fotografie (alcune di dubbio valore scenografico), e la riduzione a minimi termini della simbologia partitica di cui i candidati dovrebbero essere espressione.

Certo, nelle ultime settimane questa lacuna è stata colmata principalmente per necessità, visto che quando ci recheremo nella cabina elettorale dovremmo porre un segno su un simbolo per poter votare il candidato al consiglio regionale, ma addirittura nella prima parte, quando la campagna elettorale non era ancora aperta ufficialmente, i simboli delle liste o partiti erano assolutamente assenti, privilegiando una connotazione legata unicamente al candidato e non al partito o movimento di provenienza. Il discorso è concretamente valido e "normale" se analizzato in una tendenziale decadenza delle idee e dei principi di grande attualità. È un fenomeno sintomatico di una disaffezione reale con la politica e con i propri rappresentanti, ma lo scollamento tra idee racchiuse in un simbolo e legittimazione a rappresentare un cospicuo numero di cittadini, non può portare a livelli elevati la cosiddetta modernizzazione politica. Rea anche la politica nazionale, con la personalizzazione con "l'uomo solo al comando". Del resto, si tratta di una responsabilità condivisa con gli elettori, colpevoli di non ricucire questa frattura con la non partecipazione, e una classe politica sempre più deludente. La rinascita non credo avvenga tramite la totale distruzione e allontanamento da un proprio percorso di idee, ma da un lavoro interno di "depurazione", attraverso la scelta dei candidati e dei programmi.

Intanto Barletta si prepara al voto, non con grande entusiasmo o aspettative, se non per il dopo voto. A quanto si vocifera da mesi (di stallo amministrativo?) la Giunta comunale dovrebbe subire un rimpasto, molto atteso soprattutto dai partiti di maggioranza, anche in base ai risultati elettorali. Dunque le settimane successive al voto saranno intense anche a Palazzo di città.