La sede legale della Asl BT da Andria a Barletta?

Le Associazioni Andriesi non ci stanno e scrivono a Nichi Vendola. Il trasferimento è stato proposto dai quattro consiglieri barlettani

sabato 23 aprile 2011
A cura di Ida Vinella
Continua a far discutere il problema della sede legale della Asl BT. La "mela della discordia" nello specifico è rappresentata dal trasferimento della suddetta sede da Andria a Barletta, richiesta sollecitata qualche giorno fa in una conferenza stampa dai quattro consiglieri regionali di Barletta, Giovanni Alfarano, Filippo Caracciolo, Franco Pastore e Ruggiero Mennea. Obiettivo esplicito era quello di «mettere in atto, nel più breve tempo possibile, tutte le procedure necessarie al trasferimento della sede legale della Asl BT nei locali di proprietà della medesima Asl».

Non è tardata la reazione delle Associazioni Civiche Andriesi, che hanno prontamente scritto al governatore Vendola e all'assessore regionale Tommaso Fiore, denunciando quella che essi definiscono «una proposta sciagurata che sta irritando fortemente la popolazione andriese la quale si sente abbandonata da quelli che dovrebbero essere i propri rappresentanti».

«Quei consiglieri barlettani vogliono esautorare i poteri e la volontà della Conferenza dei Sindaci, che deve essere convocata dall'Assessore Fiore e passare la palla direttamente al Consiglio Regionale, auspicando di poter ottenere il risultato con i voti di chi non conosce la questione e potrebbe essere condizionato».

E naturalmente il fattore economico si rivela uno dei punti cardine della contesta: «Si stanno spendendo oltre 450 mila euro l'anno per gli uffici provinciali che recentemente sono stati scippati alla città di Andria, dove erano allocati a costo zero, e trasferiti a Barletta e a Trani, in immobili privati e questi signori non hanno fiatato né si sono indignati, come sta facendo l'intera popolazione, mentre mettono in discussione i 48 mila euro pagati per la sede della Asl Bat ad Andria, parlando di risparmio senza essere minimamente credibili».

Prossima tappa della associazioni andriesi è l'organizzazione di un'assemblea cittadina che discuterà di questo argomento, mentre si parla anche di un referendum popolare per l'uscita di Andria da quella che loro definiscono «Provincia degli Sprechi».