L’inaspettata (ma neanche tanto) rinascita del M5S a Barletta e in tutto il Sud

Rimonta grillina figlia del nuovo corso e della popolarità di Conte, altro che Reddito di Cittadinanza

mercoledì 28 settembre 2022 11.09
A cura di Cosimo Campanella
Spesso, quando si commentano i risultati di una qualsivoglia tornata elettorale, si tende a lasciarsi andare a facili giudizi, e non di rado a una fastidiosa superficialità, anche da parte di chi dovrebbe edurci sulle dinamiche della politica tout court. Capita così che oggi, come a marzo del 2018, si presenta ad esempio il più che egregio risultato del Movimento 5 Stelle (primo partito in Puglia e non solo) come figlio del Reddito di Cittadinanza.

Nulla di più sbagliato, signori: altrimenti come si spiega l'enorme divario tra il 28% circa ottenuto a Barletta dai pentastellati alle politiche, e il miserrimo 2,56% delle comunali di appena tre mesi fa? D'accordo, ci si dirà che alle comunali, come alle regionali, più che il voto di opinione in molti casi conta l'aiuto al parente, all'amico, al conoscente. Il tutto naturalmente senza tener conto di altre presunte "dinamiche" da voto locale sulle quali, non avendo testimonianze dirette, né tanto meno competenze giuridiche, preferiremmo astenerci dal commentare.

L'enorme, vista la disastrosa situazione di partenza, risultato ottenuto domenica 25 settembre dal Movimento 5 Stelle è figlio innanzitutto del "fattore C", laddove "C" sta per Giuseppe Conte, presentatosi in pompa magna a Barletta (a differenza che per le ultime comunali) e accolto piuttosto calorosamente, come del resto in tutte le piazze dal Garigliano in giù.

Dal Garigliano in giù perché da qualche tempo il fu movimento di Beppe Grillo sembra quasi essere diventato un vero e proprio bastione inconsapevole (?) di certo meridionalismo, soprattutto dal giorno della famosa intemerata al Senato dell'Avvocato del popolo nei confronti di quel Matteo Salvini e quella Lega senza i cui voti in Parlamento per altro non sarebbe stato possibile approvare il Decreto Legge n.4 del 2019 (istituzione del Reddito di Cittadinanza).

Nulla di minimamente accostabile quindi alle sacrosante denunce sullo stato di abbandono, di difficoltà economiche e di carenza di infrastrutture del Mezzogiorno d'Italia dei vari Giustino Fortunato, Antonio Gramsci e Giuseppe Di Vittorio.

Ai fini dell'enorme aumento di consensi nelle ultime settimane, molto abile è stato inoltre Conte a staccarsi dal governo Draghi e a troncare di netto (per ora) il suo rapporto con il Partito Democratico, tra l'altro sottraendo di netto a quest'ultimo lo scettro del meridionalismo antileghista, e in generale di quello anti destra (quanti barlettani e non solo, sui social vedono il centrodestra come "le armate del Nord razzista e conquistatore ai danni del Sud oppresso ed offeso?").

Poco c'entra quindi col successo di Conte e del M5S la questione del Reddito di Cittadinanza, altrimenti, ripetiamo, non si spiegano il 2,56 alle Comunali di Barletta di appena tre mesi fa, e in generale le proverbiali legnate che sistematicamente prendono i grillini alle amministrative, eccezion fatta per i miracoli Raggi e Appendino del 2016, ottenuti per altro al culmine della vulgata anti Renzi, anti PD, anti UE e anti riforma della Costituzione, e con un centro destra in piena crisi di identità.

A tutto questo si aggiungano infine la definitiva (dopo anni di dibattito) applicazione della regola del secondo mandato e le prestigiose candidature di magistrati quali Scarpinato e Cafiero de Raho, ed ecco completata la rinascita definitiva del Movimento 5 Stelle.

Un Movimento che, sapientemente coadiuvato in questo dai suoi giornalisti ed intellettuali di riferimento, in un batter d'occhio ha recuperato il suo DNA di forza legalitaria e antisistema (pur non discostandosi più di tanto da un certo sistema, vedi collocazione in Europa).

Un Movimento che, pur tornando alle origini ha saputo cambiar pelle passando dalla forza del collettivo (Di Maio, Taverna, Fico, Morra, Di Battista ecc.) alla leadership indiscussa di un singolo (Giuseppe Conte).

Un Movimento che, a differenza del passato, ha oggi una precisa collocazione politica a sinistra – come tra l'altro dimostrato, numeri alla mano, a Barletta, a giudicare dall'imponente travaso di voti provenienti dalle liste che a giugno sostennero Santa Scommegna - e che sicuramente continuerà a crescere. E questa non è detto che sia una buona notizia per i suoi eventuali futuri compagni di avventura.