Forza Italia: «Un'estate barlettana da dimenticare»

Il commissario cittadino Ceto traccia un bilancio delle iniziative

venerdì 28 ottobre 2016
«Appena terminata la stagione, è tempo di fare un bilancio dell'estate barlettana 2016». E' quanto scrive Giovanni Ceto, il commissario cittadino di Forza Italia. «Dimenticata ormai la Barletta "città industriale" degli anni '80/'90, ci stiamo ancora chiedendo perché non venga sfruttato tutto il potenziale turistico di una città che, con la sua litoranea, potrebbe fare invidia alle più blasonate città della riviera romagnola; una città il cui patrimonio storico-artistico-culturale potrebbe ambire a competere con le principali città italiane e persino europee.

Tutto questo fa di Barletta una città a forte vocazione turistica. Tra Canne della Battaglia, il Castello svevo, la Disfida, Federico II e le litoranee, soltanto per citare alcune delle nostre potenziali ricchezze storico-artistiche, noi barlettani avremmo un autentico tesoro tra le mani, ma scegliamo sempre di seguire qualche pifferaio magico che ci promette "il posto di lavoro alla Barsa" o qualche "favore" personale, trascurando la vera ricchezza di questa città, quelle potenzialità che opportunamente valorizzate, potrebbero, se non risolvere, almeno alleviare l'annoso problema della disoccupazione e portare ricchezza alla città, nell'interesse di tutti e non dei pochi "amici" di qualcuno.

Esempio di quanto detto è l'estate barlettana di cui cerchiamo di fare attenta analisi, di cosa è stato fatto, quale è stato l'impegno e cosa è stato adottato per il benessere, la salute, la felicità e le legittime prospettive dei cittadini che da anni aspettano che venga valorizzato il nostro straordinario territorio: In conclusione quella appena trascorsa è stata un'estate barlettana da dimenticare in fretta, che ha messo ancora una volta a nudo i limiti dei politici barlettani che da anni amministrano la nostra città. E non appare all'orizzonte la speranza di alcun cambiamento per il futuro. Manca nella classe politica che ci amministra la volontà di apportare un vero cambiamento, prima ancora delle stesse capacità di realizzarlo» conclude Ceto.