Febbre “mondiale”: allerta salute in Brasile
Rischio Dengue per i tifosi viaggiatori anche italiani
domenica 15 giugno 2014
In occasione dei mondiali di calcio si diffonde l'allarme Dengue, una febbre che ha colpito il Brasile negli ultimi dieci anni provocando circa 7 milioni di casi d'infezione. La malattia infettiva tropicale si trasmette generalmente tramite zanzare del genere Aedes, presentando un rash simile a quello del morbillo con sintomi di febbre, cefalea, dolori muscolari e articolari, che in una piccola percentuale di casi può raggiungere una gravità tale da porre il soggetto contraente a rischio di morte.
Uno studio pubblicato su "The Lancet Infectious Diseases" ha calcolato un rischio di focolai d'infezione soprattutto in tre delle città che ospitano la coppa del mondo: Natal, Fortaleza e Recife. A queste seguono in percentuale di rischio Brasilia, Cuiabà, Curitiba, Porto Alegre e San Paolo, con infine qualche presentimento di rischio superiore alla media nelle città di Rio de Janeiro, Belo, Horizonte e Salvador Manaus. L'autore della pubblicazione sul The Lancet, Rachel Lowe, dell'Istituto catalano di Scienze Climatiche di Barcellona, sostiene che lo studio basandosi su una serie di parametri (come precipitazioni, temperatura, o valori demografici) che farebbero la differenza nella formazione di ampi focolai d'infezione, potrebbe ridurre enormemente la percentuale di rischio in previsione di un evento globale molto sentito come i mondiali di calcio.
Potrebbe essere inoltre molto utile la possibilità di fare previsioni sulla stessa circolazione del virus, del vettore e del rischio focolai anche al fine di prevenire la diffusione della febbre da parte dei tifosi al proprio ritorno a casa. Importante quindi mantenere una stretta vigilanza per aumentare anche la consapevolezza di operatori sanitari, medici e autorità e infine degli stessi tifosi che dovranno necessariamente verificare quali siano le migliori misure preventive. In realtà non esiste una vaccinazione efficace ma l'unica prevenzione che si possa ottenere, oltre appunto allo sfuggire dal contatto con le zanzare, consiste nell'eliminazione delle zanzare stesse dal loro habitat, mentre la terapia di supporto si basa su una costante idratazione per le forme lievi di contrazione della malattia e di somministrazione endovenosa di liquidi in casi più gravi.
Uno studio pubblicato su "The Lancet Infectious Diseases" ha calcolato un rischio di focolai d'infezione soprattutto in tre delle città che ospitano la coppa del mondo: Natal, Fortaleza e Recife. A queste seguono in percentuale di rischio Brasilia, Cuiabà, Curitiba, Porto Alegre e San Paolo, con infine qualche presentimento di rischio superiore alla media nelle città di Rio de Janeiro, Belo, Horizonte e Salvador Manaus. L'autore della pubblicazione sul The Lancet, Rachel Lowe, dell'Istituto catalano di Scienze Climatiche di Barcellona, sostiene che lo studio basandosi su una serie di parametri (come precipitazioni, temperatura, o valori demografici) che farebbero la differenza nella formazione di ampi focolai d'infezione, potrebbe ridurre enormemente la percentuale di rischio in previsione di un evento globale molto sentito come i mondiali di calcio.
Potrebbe essere inoltre molto utile la possibilità di fare previsioni sulla stessa circolazione del virus, del vettore e del rischio focolai anche al fine di prevenire la diffusione della febbre da parte dei tifosi al proprio ritorno a casa. Importante quindi mantenere una stretta vigilanza per aumentare anche la consapevolezza di operatori sanitari, medici e autorità e infine degli stessi tifosi che dovranno necessariamente verificare quali siano le migliori misure preventive. In realtà non esiste una vaccinazione efficace ma l'unica prevenzione che si possa ottenere, oltre appunto allo sfuggire dal contatto con le zanzare, consiste nell'eliminazione delle zanzare stesse dal loro habitat, mentre la terapia di supporto si basa su una costante idratazione per le forme lievi di contrazione della malattia e di somministrazione endovenosa di liquidi in casi più gravi.