Emergenza Covid, i sindacati contro Lopalco: «Meno televisione e più confronto»

«Con una ospitata televisiva in meno, riuscirebbe a trovare anche il tempo per ascoltare cosa hanno da dire le nostre organizzazioni»

domenica 13 dicembre 2020
I sindacati confederali tirano le orecchie a Pier Luigi Lopalco, assessore alla Sanità della Regione Puglia. Motivo del contendere - sottolineano i sindacati - sarebbe l'indole di Lopalco poco incline al confronto con la rappresentanza dei lavoratori. I segretari generali pugliesi di Cgil, Cisl e Uil – Pino Gesmundo, Antonio Castellucci, Franco Busto - in una nota affermano: «Il neo assessore alla Sanità della Regione Puglia, Pier Luigi Lopalco, sostiene che confrontarsi con i sindacati sarebbe un'agire sostanzialmente sterile, addirittura una perdita di tempo. E tempo non ce n'è, afferma. E lo afferma saltando tra una tv e l'altra, sia regionale che nazionale. Chiediamo a Lopalco di portare maggior rispetto per la rappresentanza sociale di questa regione, che agisce sempre e soltanto nell'interesse generale e per contribuire a trovare soluzioni».

I tre segretari generali proseguono: «All'assessore Lopalco, che ci dice di inviare per iscritto le nostre istanze, vorremmo ricordare le numerose richieste di convocazione indirizzate al presidente Emiliano, dove abbiamo segnalato quali i fronti da aggredire nell'azione di contrasto al virus e per sostenere economicamente famiglie e imprese. Presidente che ci ha convocati per lunedì mattina in videoconferenza. Crediamo che l'assessore Lopalco, con una ospitata televisiva in meno, riuscirebbe a trovare anche il tempo per ascoltare cosa hanno da dire le nostre organizzazioni del pubblico impiego, le rappresentanze dei medici, le segreterie confederali, e magari spiegare loro come mai solo la Puglia ha registrato il dieci per cento di positivi dell'intero paese. Numeri che da due settimane non sembrano calare. Perché nelle Rsa pugliesi continuano ad esserci un numero così elevato di positivi e quali azioni ispettive ha pensato di mettere in campo la Regione».

«Le polemiche in una fase come questa non servono – concludono Gesmundo, Castellucci e Busto - ma da tutti pretendiamo rispetto per le nostre organizzazioni, per il nostro mandato costituzionalmente riconosciuto, per le nostre centinaia di migliaia di iscritti».