Dopo il prefetto di ferro, i prefetti di latta?

Il territorio della sesta provincia pugliese è rimasto in balia di se stesso. La politica non abbia il mal di pancia se è supplita dalla Magistratura

venerdì 10 dicembre 2010 19.31
A cura di Emanuele Porcelluzzi
Il riferimento è rivolto al Prefetto della BT e a quelli di Monza-Brianza e Fermo, ai quali ora il Parlamento, finalmente, si accinge a conferire loro i pieni poteri. La domanda che sorge spontanea è quella di sapere cosa facessero i prefetti senza i pieni poteri e a che servisse la loro presenza e perché vivessero una condizione prossima al mobbing. Forse rientravano nel disegno di essere utilizzati come liquidatori delle indicate province, nate dopo aver superato una gara durissima ad ostacoli? Nella sesta provincia pugliese, certamente è mancata la guida di un Prefetto con pieni poteri, finito inavvertitamente nella battuta, tanto amabile di un grande comico, della serie "il questore, a quest'ora, non c'è".

Tanto è vero che la costituzione della "BT" è assomigliata piuttosto ad un derby, senza calci, ma con duri e salaci scambi di parole, giocato tra Barletta ed Andria, con delle curve che non risparmiavano alcun errore all'avversario, e dove la politica svolgeva il ruolo di arbitro che, come ogni direttore di gara che si rispetti, influiva, senza apparente dolo, sulla vita nascente della BT. La litigiosità, anche legale, con il senso dell'appartenenza, sono stati di casa nella BT e i riflessi, purtroppo, negativi si sono riverberati sui territori comunali.

Un territorio, quella della BT, la cui governance non è stata supportata, adeguatamente, sul piano dell'ordine pubblico, dalla presenza, altamente professionale e con i pieni poteri, del Prefetto, a causa dell'inazione dello Stato, annunciata per essere vicina a finire. Si deve ammettere che il territorio della sesta provincia pugliese è rimasto in balia di se stesso e l'illegalità si è estesa, compromettendo, addirittura la salute dei residenti nel centro cittadino barlettano e altrove, per cui l' Amministrazione Comunale e Provinciale devono affrontare il problema ambientale non con la politica dell'attendismo, ma con quella attiva, capace di bloccare, senza se e senza ma, il degrado ambientale in atto per scongiurare funesti effetti sulla salute dei cittadini barlettani e non solo. Infine, la politica non abbia il mal di pancia se è supplita dalla Magistratura.