Crollo di via Roma, slitta la sentenza di primo grado

In dubbio la perizia dell'incidente probatrio

venerdì 30 ottobre 2015
Slittano i tempi per la sentenza di primo grado sulle responsabilità del crollo di Via Roma, dove il 3 Ottobre 2011 persero la vita la 14enne Maria Cinquepalmi e le operaie (dipendenti di suo padre) Matilde Doronzo, Giovanna Sardaro, Antonella Zaza e Tina Cenci. Quando tutti ormai aspettavano l'imminente data dell'ultima udienza per la lettura del dispositivo, nel corso delle controrepliche l'avvocato Andrea Di Comite difensore dell'architetto Giovanni Paparella (direttore dei lavori nell'area adiacente la palazzina collassata) ha messo in dubbio le risultanze della perizia svoltasi nelle forme dell'incidente probatorio, cioè prima dell'inizio del dibattimento ma con valore di prova perché nel pieno contraddittorio delle parti.

Secondo quanto concluse la perizia a firma di Bontempi, dell'università "La Sapienza" di Roma, e del collega Roberto Gerundo dell'ateneo di Salerno, i 3 immobili (la palazzina collassata, l'area Giannini dove si stavano eseguendo lavori e l'edificio imbracato con accesso da Via De Leon) costituivano un unico corpo di fabbrica e pertanto qualsiasi opera strutturale andava congegnata in tale ottica; anche perché sarebbe bastato molto poco perché vi fosse un cedimento, così come sosteneva il pubblico ministero Giuseppe Maralfa. Cose diverse da quanto Bontempi avrebbe sostenuto nel corso di due convegni (uno a Milano ed un altro a Città del Capo) in cui si è parlato anche del crollo di Barletta di quattro anni fa. Il legale ha prodotto le registrazioni delle relazioni di Bontempi tratte da Youtube, con relativa traduzione dall'inglese in italiano per l'intervento in Sudafrica. In entrambe le occasioni, secondo la difesa, Bontempi ha, invece, sostenuto che per far crollare l'edificio adiacente l'area della Srl Giannini (per l'appunto l'edificio di Via Roma) sarebbe servita un'azione molto forte.

E così quella che sembrava un'udienza di routine per giungere alla decisione del Tribunale si è tradotta in un colpo di scena che ha spiazzato un po' tutti e che ha indotto i giudici del collegio tranese a disporre la riconvocazione in aula del prof. Bontempi perché chiarisca le circostanze rappresentate dalla difesa di Paparella. Perciò il processo è stato aggiornato al 25 novembre, facendo così slittare, forse anche all'anno prossimo, la sentenza per le posizioni dei 15 imputati.