Contro l’Ass. Camero Cgil, famiglie e studenti

Ancora carte bollate all’indirizzo della sede andriese della BT contro la sponsorizzazione del completo banco più sedia alunno. Questa sera ad Andria tra i problemi della scuola anche il ricorso al Tar

mercoledì 17 novembre 2010
A cura di Michele Sarcinelli
La risposta dell'assessore provinciale della BT Pompeo Camero, all'intervista dello scorso 11 novembre rilasciata alla nostra Ida Vinella [di cui in coda indichiamo stralcio ndr], risulta, alla luce degli ultimi avvenimenti che interessano il Tar Puglia, anacronistica. La redattrice di Barlettalife domandò a Camero se fosse pentito del bando provinciale che prevede la sponsorizzazione per fornitura di arredi scolastici (euro 69,80, cosi' suddivisi: 49.90 per banco e 19,90 per la sedia). " Affatto", affermò l'Assessore". Anzi si dichiarò soddisfatto anche per la eco che la sua proposta aveva prodotto a livello anche internazionale.

Risposta anacronistica, commentiamo noi, perché il messaggio promozionale, dapprima nota di colore, ora diventa esacerbato problema non solo di buon gusto sociale, ma anche di un pesante ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale per la Puglia, avvezzo ad interessarsi delle scorribande degli amministratori della BT: Ricorso sulla nullità dello Statuto, ricorso delle opposizioni per le procedure del maxiconcorso ricorso, ora della FLC-Cgil (federazione Lavoratori della Conoscenza –Puglia), del Coordinamento Genitori Democratici, della Rete degli studenti Medi della BT.

Rammentiamo che il bando della Provincia BT, non solo autorizza la predetta sponsorizzazione ma agevola le ditte interessate, pubblicizzando un loro comunicato stampa da affiggere nella scuola interessata e sul sito della stessa, nonché su quello della Provincia. Insomma l'Istituzione diventa agenzia pubblicitaria. Tra le proposte, appunto pubblicitarie, che la Provincia si riserva di interdire, c'è quella di natura politica. Ma, rammentiamo con inequivocabile memoria, che l'europarlamentare Sergio Silvestri, gaudioso per l'idea del concittadino biscegliese Camero, si riservò la " proprietà" di 10 KIT da sponsorizzare. Con il suo nome e cognome?

Del ricorso al Tar ci interessano, oltre le logiche generali esposte dagli avvocati Ettore Sbarra, Carlo Guarini e Paolo De Facendis, quelle peculiari dei genitori che con il ricorso avverso alla Istituzione Provincia BT, si ispirano ai valori di laicità, democrazia, libertà ed eguaglianza della Costituzione Repubblicana, promuovendo nella famiglia, nella scuola e nella società il pieno diritto delle bambine e dei bambini, delle adolescenti e degli adolescenti ad essere considerati persona, a crescere in piena autonomia, salute e dignità. Laddove, inoltre viene difesa la cultura dell'infanzia. Gli studenti, dal loro canto, auspicano finalità corrispondenti al raggiungimento di una vera cittadinanza per le scuole superiori, con il solo diritto allo studio e al sapere.

Non è " poca cosa" l'impugnazione al Tar da parte dei soggetti che abbiamo richiamato. Non è solo pragmatica preoccupazione, ma, soprattutto, una idea gemellabile a speranze di uniformità e neutralità della pubblica amministrazione. Tornando all'effetto pubblicitario, viene evidenziato quanto l'auspicata pubblicità dei prodotti acquisisce maggior forza attrattiva, proprio per il luogo all'interno del quale essa è veicolata, rappresentando l'istituzione scolastica in sicuro punto di riferimento petr le famiglie e studenti, i quali potrebbero essere indotti a credere che quel prodotto sia, in qualche modo, scelto o perfino consigliato dalla scuola o dagli insegnanti.

Pensiamoci, Dott. Camero, anzi ripensiamo a quel bando forse troppo frettoloso e acquisito da ciascun componente della maggioranza. Giusto o precipitoso che sia (e magari anticipatore di un liberismo formativo da Lei concepito) la sua idea ha bisogno ora di un confronto serratissimo con ogni pensiero del territorio della Sesta Provincia Pugliese.



Lei è famoso ormai in tutta Italia per la questione dei banchi-etichettati. Le reazioni sono state generalmente negative. Ne cito due essenziali: quella dello scrittore-giornalista Antonio Stella e del giudice costituzionale Gustavo Zagrebelsky, che abbiamo già riportato tempo fa sul nostro giornale. Presuppongono che la sua proposta conduca alla graduale privatizzazione della scuola pubblica. L'ha sorpresa il così vasto scalpore a livello nazionale che ha ottenuto la sua proposta? E' pentito della sua sortita?

No, anzi sono molto soddisfatto che il dibattito sia andato ben oltre la semplice proposta. Persino i tabloid spagnoli hanno parlato ampiamente di questa iniziativa [in effetti abbiamo trovato alcuni riferimenti sul sito web della testata spagnola El Mundo: "Publicidad... hasta en los pupitres del cole" e "Las escuelas italianas pondrán publicidad en las aulas para financiarse", ndr.]. Ho scoperto che la Spagna ci somiglia molto e vive le stesse problematiche italiane. Io sgombrerei subito il campo da questo tipo di remore: la scuola non si svende perché un banco è pubblicizzato. Sarebbe come censurare il nome di una marca famosa, citata durante la spiegazione di un professore, che invece in quel momento cerca di formare il giusto background professionale per i ragazzi.

Ma in quel caso non sarebbe un riferimento funzionale all'insegnamento, mentre la targhetta sul banco potrebbe essere completamente svincolata dal contesto?

Questo l'abbiamo già previsto: nel nostro bando c'è una serie di esclusioni, che evita riferimenti sconvenienti (legati alla politica, alla religione, al sesso). Ma la mia riflessione è questa: prima della scuola, non c'è la famiglia come principale agenzia formativa? Immaginate una mamma costretta ad occultare marche di prodotti o spot televisivi al proprio bambino? Dobbiamo poi ricordarci che stiamo semplicemente cercando di traghettare i ragazzi nella società civile: non possiamo pensare che la scuola venga estromessa da questo orizzonte. Anzi la scuola deve lavorare in funzione della società civile, portandone all'interno pregi e difetti. Ho apprezzato molto coloro che, pur non essendo d'accordo, hanno riflettuto sulla mia iniziativa - che era al tempo stesso già una provocazione - con le mie stesse perplessità. Facendo nostra l'ipotesi che arrivi una quantità superiore di risorse, sarebbe pericoloso pensare di estromettere i fondi pubblici: occorre aggiungere ai soldi pubblici, che devono essere comunque sempre investiti, quelli privati. Inoltre, sono assolutamente contrario alla soppressione delle gite scolastiche, che con la legge del '99 sono stata una grandissima conquista per l'offerta formativa, la quale non può essere mortificata con l'estromissione di un'attività extracurriculare solo perché non è retribuita. Sono convinto che tutti stiamo attraversando un periodo difficilissimo, a partire dalla nostra scuola, e per questo i docenti hanno comunque la mia solidarietà. In conclusione, dobbiamo ricollocare la scuola al centro degli interessi della società, e far capire a chi ci governa che la scuola non è solo importante, ma vitale.