Compravendita di Palazzo Broquier-D'Amely, la Curia risponde

«Rimaniamo in attesa della verità». Il punto di vista della Curia Arcivescovile

venerdì 29 luglio 2011
In merito alla questione della compravendita del Palazzo Broquier-D'Amely, che vede l'Arcivescovo e due suoi collaboratori oggetto di avviso di garanzia da parte della Prucura di Trani, la Curia Arcivescovile ha diramato questa nota:

«La comunicazione mediatica che ci vede coinvolti oggi 29 luglio 2011 non ci lascia indifferenti e nel contempo non ci sconvolge. La vicenda del caso ha avuto un iter (che si snoda negli anni 2005-2006), nella piena applicazione della legge civile e canonica, interlocutorio e giuridico molto attento, serio e sereno, giunto a conclusione il giorno 4 ottobre 2006 con la stipula del relativo rogito nella forma richiesta dalla legislazione italiana e redatto da comprovata professionalità notarile. Il contenzioso, ancora in atto, è stato aperto dagli ex proprietari molti mesi dopo, il 31 maggio 2007, consegnando all'Autorità ecclesiastica "Atto di citazione". Sin da questo periodo agli ex proprietari dell'immobile in questione è stata data la possibilità di rescissione del Rogito sottoscritto precedentemente. Tale disponibilità è stata successivamente resa in forma pubblica in data 17 giugno 2010, con la concessione di procura a vendere l'immobile in parola. Ciò al fine di ricondurre la controversia nei binari dell'etica e in maniera tale da consentire la rivendita dello stesso bene al prezzo asseritamente superiore.

Il nostro atteggiamento è stato decisamente libero interiormente ed esteriormente. Assistiti dal Legale, ci siamo rimessi al giudizio della Magistratura in cui riponiamo piena fiducia. Rimaniamo in attesa di un giudizio secondo verità».