Chiamala ancora scuola: l'Ipsia "Archimede" di Barletta

Fili scoperti, muffa e tante altre "sorprese" accolgono gli studenti. Numerose le segnalazioni in Provincia, poche le risposte

sabato 8 dicembre 2012 14.18
A cura di Enrico Gorgoglione
Molto spesso un'immagine è di gran lunga più eloquente di tante belle parole. E le immagini allegate a questo articolo parlano da sole. Le preoccupanti istantaneenon si riferiscono ad una struttura abbandonata, nè tanto meno in disuso, bensì ad una scuola, per la precisione ad un istituto superiore. Questa è l'accoglienza che quotidianamente riserva l'Istituto Professionale di Stato per l'Industria e l'Artigianato, meglio conosciuto come IPSIA "Archimede". Un plesso scolastico fortemente caratterizzato da dicotomie palesi e preoccupanti: ad un campetto da calcio in sintetico e ad altri ritrovati altamente tecnologici fanno da contraltare tutta una serie di "minus" che potrebbero addirittura portare all'inagibilità della struttura stessa. Una struttura certamente poco idonea ad accogliere i circa 600 studenti che ogni giorno affollano le aule dell'Ipsia, senza contare professori e personale ATA.

Una popolazione scolastica così ampia meriterebbe certamente plessi adeguati. La prima domanda che ci si pone entrando in questo istituto è se qualche delegato della Provincia abbia mai varcato la soglia dell' "Archimede". La risposta è presto data: le numerose segnalazioni fatte all'ente provinciale anche dalla stessa dirigenza sono spesso rimaste inascoltate. La gravità della situazione all'IPSIA è testimoniata proprio dal set fotografico, che cerca di riassumere il più possibile tutta una serie di problematiche di questa struttura. Volendo tralasciare quel che si potrebbe scorgere in palestra (muffa, spogliatoi senza porte e chi più ne ha, più ne metta), basta fare un giro per i 3 piani della struttura per accorgersi che in questo istituto non tutto fila liscio come l'olio. La gamma dei problemi è vasta e variegata: si va dai termosifoni mal funzionanti ai fili scoperti, dai bagni ai limiti della praticabilità alla muffa che regna sovrana. Ce n'è proprio per tutti i gusti: non mancano certo misteriosi buchi nelle porte delle aule, maniglie divelte, porte dei bagni assenti o tranquillamente posizionate altrove, mattonelle dei bagni lasciate in bella mostra, pavimenti sollevati, chiodi sporgenti. Ai limiti della decenza anche le suppellettili scolastiche: alcuni banchi risultano rotti, per non parlare delle cattedre, delle lavagne e delle sedie.

Quel che preoccupa maggiormente sono le tante crepe che segnerebbero gravemente le strutture scolastiche: intere sezioni risultano danneggiate. Alcuni ragazzi ci hanno raccontato mostrato le "bellezze" del proprio istituto, uno dei pochi che nel corso degli anni non ha avuto dei miglioramenti ma si sarebbe davvero degradato. La grave situazione dell'IPSIA è stata portata alla ribalta dall'occupazione della struttura stessa. Le risposte, come spesso avviene, tardano ad arrivare, ma la criticità dello stato attuale dell'istituto impone una serie di interventi fondamentali per garantire il regolare svolgimento delle lezioni all'interno delle classi. Al momento, all'Ipsia risulterebbe difficile anche solo usufruire del bagno, anche solo provare a lavorare nei capannoni d'inverno. L'invivibilità di questa struttura sembra aver raggiunto i minimi storici, e questo ha portato gli studenti a manifestare attraverso l'occupazione. Dall' "Ipsia" gli studenti vogliono lanciare un disperato grido d'allarme sperando che arrivi a chi di competenza. Sembra davvero surreale che nel 2012 a Barletta ci sono strutture scolastiche che evidentemente sembrano ridotte in questo modo. Gli studenti sono stanchi delle "sorprese", e preferirebbero di gran lunga vivere in un ambiente adatto allo studio. Chiamala ancora scuola!
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
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Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione
Problemi all'IPSIA, chiamala ancora scuola... © Enrico Gorgoglione